Va in archivio anche Silverstone e il copione è sempre lo stesso.

Ci pensa Charlie Waiting a togliere quel po’ di pepe che forse avrebbe potuto rendere più avvincente una gara che di avvincente ha avuto ben poco: inqualificabile la decisione di far partire tutti dietro la Safety Car (ancora una volta, dopo Monaco) per la presenza di alcune zone bagnate in pista. È bene ricordare, però, la triste vicenda legata al povero Jules Bianchi e alla relativa causa che stanno portando avanti in genitori nei confronti della FIA; probabilmente, nella decisione di annullare la partenza, ha pesato anche questo.

Ma veniamo ai “temi caldi del lunedì”:

Hamilton è stato perfetto. I più maliziosi (di cui fa parte anche chi scrive queste banali righe, ehm ehm) sostengono che sia stato comunque favorito dal via dietro SC, visti i precedenti start del Nero quest’anno, perché l’unico vero tallone d’Achille di Lewis, fino a questo momento, è stato la capacità di scattare efficacemente con il nuovo sistema di partenza più manuale e meno elettronico. Con partenza in stile “taxista”, chi lo ferma più?!
In questo momento, è sicuramente il principale favorito per la conquista del campionato.

Rosberg, a mio parere penalizzato dalle modalità del via ha dovuto gestire una grossa grana di nome Max Verstappen (e non è la prima volta, vedi Montreal, giri finali). Poesia il sorpasso dell’olandese su Nico, una manovra che – anche se resa possibile dell’errore del tedesco in entrata di curva – sicuramente resterà negli annali della Formula 1.
Questo è sicuramente il momento più difficile della stagione per l’alfiere della Mercedes, ma nonostante il ritorno di Hamilton il verdetto finale non è per nulla scontato, specie se consideriamo i precedenti fra i due nelle prime 10 gare della stagione.
Capitolo penalità sul team radio: si è dovuto attendere fin troppo, nella giornata di ieri, per conoscere la sorte di Rosberg in relazione alla comunicazione radio “incriminata”. Vista l’entità del problema verificatosi al cambio della sua vettura, i 10 secondi inflittigli sono decisamente pochi anche perché, dati alla mano, senza l’aiuto del suo ingegnere avrebbe terminato la gara intorno al settimo posto.

Sulla Ferrari: è un’estate triste, quella della Signora in Rosso. Le aspirazioni, in primavera, erano ben altre. Tracciando un breve bilancio, sembrerebbe che la SF16-H abbia subito un’involuzione rispetto alle prime gare della stagione. In pratica, la vettura a disposizione di Seb & Kimi è andata fortissimo fino alla Cina, mentre da maggio in poi (più precisamente da Sochi, Gran Premio in cui la Mercedes ha portato aggiornamenti significativi, per giunta ritardati di due gare: erano attesi già dal Bahrain) le prestazioni sono state in parabola discendente, per poi subire un’impennata in Canada (dov’è arrivata un’importante evoluzione della power unit) – pista di motore – e tornare, dopo Baku, su livelli più o meno mediocri.
Ciò che lascia più perplessi non è tanto la lontananza dall’astronave argento (si sapeva che prenderli sarebbe stata un’impresa titanica) ma il gap creatosi con Red Bull; infatti, a marzo, i Bibitari non vedevano la Rossa nemmeno col binocolo.
Non è certo una novità, e anche noi di Solowattaggio lo ripetiamo da settimane: c’è un buco nello sviluppo della macchina. Questo “problema” che affligge la casa di Maranello da anni (più precisamente dal 2011, anno in cui Montezemolo accettò la riduzione dei test a poche date stagionali, privandosi di quella “gallina dalle uova d’oro” che era stata Fiorano negli anni d’oro del Kaiser ma anche nella rimonta di Alonso appena un anno prima) può ormai essere considerato un dramma sportivo. Eppure, possibile che Allison (mago delle gomme alla Lotus nel biennio 2012/2013), si sia improvvisamente rimbambito?
Più semplicemente, la vettura monta un’ottimo propulsore ma soffre tremendamente di telaio e aerodinamica; concentrarsi già sull’anno prossimo sarebbe un grave errore: quello odierno è un progetto completamente nuovo e imparare dagli errori del passato, sulla carta, dovrebbe giovare al futuro.
La Rincorsa è ancora lunghissima. In Ungheria, dove Seb vinse l’anno scorso, speriamo di intravede un barlume di luce in fondo al tunnel.

Infine, un pensiero per Kimi: sta guidando alla grande, ha realizzato 30 punti in più dello scorso anno ed è innamorato della Ferrari. Il rinnovo è stata – finalmente – una scelta più che saggia, da parte di Marchionne.

Ci vediamo all’Hungaroring!

@tommasogovoni

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