Le aquile volano e Kristo rosica. Il pagellone di Zagabria

Una tappa un po’ forzata, una gara che secondo molti si potrebbe addirittura togliere dal calendario visto il recente ritiro dell’idolo di casa Ivica Kostelic. Eppure questa sera la classica dei balcani non ha deluso e ci ha regalato uno spettacolo degno, grazie a quegli atleti disumani che ci hanno fatto saltare sul divano nonostante un pendio e una neve che solitamente si trovano nelle FIS CIT dello stadio da slalom dell’Abetone.

E sono 50, 50 vittorie in Coppa del Mondo, come l’Albertone nazionale. Un mese di preparazione e 5 vittorie ad inizio gennaio. Ormai ogni aggettivo è superfluo, basta dire Marcel Hirscher. Bruciati sul finale Michael Matt e un frustrato Kristoffersen, che ormai non sa più dove sbattere la testa per mettere le punte dei suoi sci davanti a quelle del culturista di Annaberg. Feller ci fa sclerare come non mai, salvo poi fermarsi per l’ennesima volta al quarto posto, mentre l’Italia delle porte strette continua a stentare.

Marcel Hirscher: un piccolo rimbalzo all’inizio poteva essere il preludio ad un’altra manche confusionaria come quella dello scorso anno, dove lasciò la vittoria al nostro Manni dopo svariati errori. Eppure Marcel non si è scomposto, ed ha fatto talmente tanta velocità nel tratto centrale che a momenti anche la telecamera ha fatto fatica a stargli dietro. Ma dove trova ancora gli stimoli? Disumano. Voto 10

Michael Matt: la prima volta da leader dopo la prima manche non è mai facile per nessuno, anche se in saccoccia hai già la vittoria nel massimo circuito. Eppure il fratellino di Marione è partito per battere il suo capitano, con quella base stretta e quell’ondeggiare di spalle che sanno tanto di skiporn. Voto 10

Henrik Kristoffersen: la forma comincia ad esserci e comincia a rivedersi il Kristoffersen dello scorso anno. Ma siamo sicuri che sia lui fuori condizione? Oppure sono i suoi avversari ad aver alzato l’asticella? L’unica cosa certa è che le scene da bambino viziato nel leader corner sono davvero imbarazzanti. Speriamo che la FIS gli mandi il conto a casa per la transenna e la sedia che ha distrutto al parterre. Senza Voto

Manuel Feller: ci abbiamo sperato e ci abbiamo creduto, sempre insieme a lui. Pensavamo davvero fosse la volta buona, invece l’appuntamento con il podio è ancora rimandato. Base stretta, braccia ovunque e anca fuori, in una parola: skiporn. Continua a farci sclerare Feli. Voto 8

Luca Aerni: ci stiamo ancora chiedendo come abbia fatto a far passare i piedi dalla parte giusta l’ultima doppia. Finalmente Luca ha trovato la giusta solidità dopo stagioni passate a fare sequenze disumane e altrettanti errori. Sciando così può essere davanti ogni gara. Voto 7

Italia: passiamo al capitolo nazionale. Ormai non bastano più le sequenze buone di Sabo e Manni, il tempo stringe e l’appuntamento a 5 cerchi si avvicina. Razzo sta provando a risalire la china, ma una condizione fisica non ottimale per colpa del ginocchio non lo aiuta, Thali è alla soglia dei 40 anni e i giovani nonostante facciano paura in Coppa Europa purtroppo non riescono a prendere l’inversione nel circuito maggiore. Salva la faccia più che dignitosamente il fuori squadra veterano Cristian Deville, che dopo l’inversione presa con il 44 si candida fortemente per un posto alle Olimpiadi come terzo slalomista tricolore. Voto 5

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