Circo Bianco: un motore Ferrari con una carrozzeria Fiat

La Coppa del Mondo è ripartita dal Tirolo in grande stile. L’Opening di Sölden non ha deluso gli appassionati, regalando spettacolo grazie ad un livello molto tirato tra tutti i primi trenta atleti qualificatisi per la seconda manche. Sölden ancora una volta  ha messo in luce uno splendido esempio d’avanzata organizzazione, dimostrandosi all’altezza di un evento tale, ma ora è consigliato  di non aspettarsi più tutto questo fino alle tappe austriache di gennaio. Il terziario avanzato 2.0, gli Apres-Ski colmi di gente, la viabilità da metropoli e la massiccia presenza di tifosi presenti sul Rettenbach, fanno di questa località il vero modello da seguire nei prossimi anni per non fare naufragare le tappe del circuito “normali” più di quanto non lo siano già.
L’Italia è anni luce da questo modello, Madonna di Campiglio esclusa, dove la notturna è in grado di raggiungere grande hype, quando poi un drone rischia di far fuori Marcel Hirscher, l’onda nel Cyberspazio arriva a grandi numeri. L’ addetto medio ai lavori italiano, da anni è solito ripetere frasi tipo “ che vetro in Val Badia, che dura Santa Caterina, che organizzazione gli italiani”. Tutte osservazioni pertinenti, ma quale futuro avrebbe lo sci alpino se ci limitassimo a questi bilanci? Le tribune troppo spesso regalano una penuria di gente, uno spettacolo indegno per questo sport. Lo scorso Week-end siamo saliti in Ötztal per incendiare il Fire & Ice, per vedere i francesi impazziti, i bavaresi acclamare Felix Neureuther ed un terziario avanzato in gran spolvero, non certo per verificare la tenuta del manto nevoso.

Bisogna cambiare rotta, e l’impulso deve partire dalla FIS, la quale deve evitare di regalare eventi a località impreparate, cambiando dunque i criteri d’assegnazione. Qualche esempio? Più notturne e più gare vicino alle grandi città, se poi si salva solamente l’Austria non c’è problema, la meritocrazia va premiata. Solowattaggio, seguendo molteplici sport in questi anni, ha potuto vedere da vicino le problematiche inerenti allo sci alpino, ma sabato scorso abbiamo avuto la conferma che il Circo Bianco ha un motore Ferrari abbinato ad una carrozzeria Fiat. Calcio escluso, non sono molti gli Sport i quali possono contare su un bacino così enorme e dall’indotto raggiungibile dalla triade: Coppa del Mondo- Turismo- Aziende. Il potenziale e gli investimenti fatti dalla montagna per il turismo invernale possono fare raggiungere numeri invidiabili da qualsiasi settore industriale. Stiamo vivendo l’era in cui molte località sciistiche italiane snobbano l’evento sportivo, ritenendolo un freno al turismo, ma turismo e eventi sportivi devono andare di pari passo, l’uno a supporto dell’altro.

Lo scorso anno sono andato a Saalbach per la discesa dei Campionati nazionali austriaci durante la settimana di pasqua. 36.000 passaggi al giorno durante quel periodo nel comprensorio più grande dell’Austria, tuttavia la pista è stata ugualmente chiusa per disputare una banalissima gara. Non è possibile vedere una gara di Coppa del Mondo con 2.000 spettatori all’arrivo, senza alcun contorno, senza una festa ad alimentare tutto il teatrino che in Austria è protagonista. Ora il Circo Bianco farà tappa a Levi, in Lapponia, ma che utenza può portare una gara simile, lontano dal cuore dell’ Europa, dai paesi alpini e da coloro che amano veramente questo sport? Se proprio bisogna correre a novembre, viva gli slalom cittadini, come il parallelo a Monaco dell’era Kostelic, il tutto condito da una festa al traguardo e da migliaia di tifosi. Finiamola con le tappe ibride, con le gare organizzate senza passione e tradizione, rivogliamo lo sci leggendario.

Siamo stufi di gare passate nel’ anonimato, di tappe nell’ est Europa, della trasferta americana e della noia. Il Circo Bianco non può più permettersi il lusso di ritornare protagonista solamente durante l’ Hannenkamrennen e nella notte di Schladming, per poi naufragare durante l’anno. Ridateci il calore della gente!

@bauerdatardaga

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