Time Flies, Grazie Wiggo

Bradley Wiggins

Purtroppo è arrivata la conferma ufficiale dell’ultima gara di Bradley Wiggins. Il britannico, dopo aver abbandonato in parte la sua avventura su strada dopo la Parigi-Roubaix del 2015, è pronto a lasciare anche l’attività su pista chiudendo definitivamente il capitolo più bello della sua vita sportiva. Sebbene nell’ultimo periodo la sua figura sia stata screditata da molti, Wiggo lascerà un vuoto incolmabile nel mondo del ciclismo. E noi non possiamo fare altro che ringraziarlo.

Una rockstar, un leader, uno con classe e uno stile ineguagliabile. Vederlo in bicicletta è sempre stata una gioia per i nostri occhi. Cresciuto e perso completamente nella cultura Mod, fra basettoni lunghi e capelli alla Paul Weller, influenzato dal modo di fare strafottente dei fratelli Gallagher, innamorato delle band Brit Rock del passato e del Liverpool. Collezionista di chitarre, bici d’epoca e di Lambrette. Nato e cresciuto con le Fred Perry e le Adidas ai piedi.

Memorabile il suo “Fuck the Queen”, quando arrivò a casa una lettera da sua Maestà la Regina d’Inghilterra. Memorabile al Tour de France 2011 sul Mont Ventoux, quando gridò “That’s what i’m talking about!” mentre si trovava vicino a gente come Armstrong, Contador e Schleck. E poi la rivalità con Froome nel 2012 e la linguaccia durante l’inno britannico a Rio 2016.

E’ lui che ha cambiato totalmente il modo di vestire maglie e pantaloncini. E’ lui che ha riportato in auge il record dell’ora creando un evento fuori dal comune. E’ lui che ha reso celebri gli allenamenti e la salita del Teide grazie ai suoi ritiri estenuanti e al limite della sopportazione umana, insieme al suo coach Shane Sutton. E’ lui che ha portato una nuova concezione di ciclismo negli anni ’10, e’ lui che ha rivoluzionato il ciclismo in Inghilterra.

A soli 24 anni il primo oro su pista alle Olimpiadi di Atene, mentre su strada non trova ancora la sua dimensione girando le migliori squadre francesi World Tour fino al 2007; poi il Team Columbia e nel 2009 il team Garmin, dove riesce a fare il salto di qualità e a conquistare un quarto posto al Tour de France 2009; Successivamente arriva il passaggio al Team Sky: il primo anno è deludente, nel secondo arriva terzo alla Vuelta, mentre nella terza stagione con la maglia nera sapete tutti com’è andata a finire. Il primo britannico della storia a vincere il Tour de France. Poi un titolo olimpico e uno mondiale a cronometro, un tentativo fallito al Giro d’Italia e l’amore per la Paris-Roubaix per chiudere la parentesi su strada. E poi è tornato a comandare su pista, vincendo titoli mondiale e olimpici con la sua nazione.

Figlio di un ciclista australiano che lo ha abbandonato fin dall’infanzia, cresciuto con la madre che ha investito tutte le sue fortune nell’attività sportiva del figlio. Wiggo è nato a Gand, in Belgio, ed è proprio li che finirà la sua avventura. Sembra un film, eppure è la vita di Bradley Wiggins.

Time flies, grazie Wiggo.

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