Il pagellone del Mexican GP

pagelle f1 messico

Con il pagellone torna la rubrica di Solowattaggio dedicata alla F1. Informiamo chi ci segue che, nella notte italiana, Sebastian Vettel ha ricevuto una penalità di 10 secondi, che lo relega a una magra quinta posizione. Ma passiamo alle valutazioni dei protagonisti, dove approfondiremo anche questo tema:

Lewis Hamilton – 8 : il buon Luigi non sbaglia (quasi) più, anche se la sensazione che la vittoria l’abbia ottenuta più per demeriti del compagno di squadra che per effettivi meriti propri resta.
Ora i punti che lo separano dalla vetta sono 19. Ha accorciato, ma il futuro non è nelle sue mani: è in quelle di Rosberg, e in quelle delle PU Mercedes. Fa discutere, e non poco, l’imbarazzante uscita di pista alla prima curva. A naso, probabilmente meritava la penalità. Ma tant’è. Ieri la sua (fragile) tenuta mentale ha iniziato a scricchiolare di nuovo, però guida una freccia d’argento, e certe cose se le può permettere (si, in tutti i sensi).

Nico Rosberg – 7 : per il secondo weekend di fila “Barbie” non è più in partita, già dal venerdì. Soffre tantissimo l’assetto sbilanciato della sua monoposto ma fa’ il ragioniere e gestisce una gara potenzialmente scomoda con assoluta intelligenza, respingendo con freddezza e maturità gli estremi – e sempre pericolosi – attacchi di Verstappen. Gli bastano un secondo un terzo posto. Ha il campionato in tasca, PU e bimbominkia permettendo.

Daniel Ricciardo – 8 : gara solida quella dell’aussie, che mette in cascina un altro podio. La particolare strategia a due soste ideata dai Bibitari paga, e Riccio si conquisterebbe il terzo posto sul campo (nell’ultima parte di gara godeva di gomme Soft nuove a dispetto delle medie usurate di Vettel, n.d.r.) se non fosse che il suo compagno di squadra si mette a fare le bizze –“perché non sono qui per arrivare quarto” – innervosendo Vettel, che gli chiude la porta in faccia “alla Verstappen”  compromettendone la rincorsa alla terza piazza. Piccolo appunto; sono circolate in rete foto di un podio “postumo” inscenato dalla banda delle Lattine e dal numero 3. Beh, veramente di pessimo gusto.

Max Verstappen – N.C. : “manico superbo, cervello da gallina” (Turrini).  Questa semplice frase chiarisce più di mille parole i contorni del soggetto cui siamo di fronte. Partiamo dal post gara: il piccolo Max dichiara in mondovisione che Vettel “è un povero frustrato spara parolacce, e che dovrebbe tornarsene a scuola”. Eppure… alla prima curva butta fuori Rosberg (se ne sono già dimenticati tutti?), poi non contento taglia la chicane per difendersi da Seb compromettendo, nei fatti e col senno di poi, la sua gara e quella del ferrarista.
Per quanto riguarda il caso sulla posizione non restituita, va detto che Verstappen non era obbligato a lasciar passare il tedesco, bensì il suo ingegnere di pista glielo aveva semplicemente consigliato in modo da evitare una eventuale penalità al termine della gara, cosa poi effettivamente verificatasi.
Purtroppo, finché il piccolo sarà libero di fare tutto il suo teatrino, ci saranno sempre rospi da ingoiare. Ma ormai, chi è di sangue ferrarista, ci è abituato.
Forse l’olandese è solo il fenomeno marionetta utilizzato dalla Federazione nel tentativo disperato di risollevare le sorti di questo sport, il che giustificherebbe il leitmotiv del “tutto gli è concesso”.
E già dalla prossima gara saremo da capo, statene certi.

Sebastian Vettel – 8 : si costruisce la gara con un impressionante lunghissimo primo stint con le Soft, per poi incendiare il finale lottando come un leone. Purtroppo perde le staffe al cospetto del diavolo Verstappen e, di conseguenza, si difende in maniera irregolare dall’attacco di Ricciardo; il tifo e la rabbia, in situazioni come queste, accecano; ma l’azione di Seb è tristemente scorretta. Un’azione al limite, di chi non ci sta, di chi vuole prepotentemente ribellarsi a un Sistema che è diventato una barzelletta, un’azione prima di tutto dell’Uomo Vettel che del pilota Vettel. In ogni caso, la Ferrari si è fatta mettere i piedi in testa per l’ennesima volta. È bene che da Detroit qualcuno si faccia sentire per davvero, anzi che parlare di mondiale a febbraio.

Kimi Raikkonen – 7 : un po’ spento Iceman. Stampa ottimi tempi nel corso della gara ma per due volte è costretto a tornare ai box prematuramente per mancanza di feeling con le gomme, escludendosi da una potenziale lotta per il podio. Si rifarà.

FIA – 0 : se l’enorme ingranaggio F1 sta lentamente cadendo a pezzi è sopratutto per colpa della Federazione. Tralasciando tutte le porcate (si, proprio quelle) commesse da Verstappen negli ultimi mesi e mai penalizzate, ieri probabilmente si è toccato il fondo. Il peso politico della Red Bull non è una leggenda e, come è sotto gli occhi di tutti, da qualche anno a questa parte la Ferrari non conta una beata mazza. Perché questo è il teatro dell’assurdo, Olè!

@tommygovoni

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