Nibali scrive la storia e noi siamo in lacrime. Il pagellone della ventesima tappa

Avete presente quelle giornate in cui vi svegliate già al mattino fuorisoglia? Quelle giornate in cui superate una colonna di macchine in curva per andare a casa a vedere la tappa? Quelle in cui vedete la gente per strada e vi chiedete “ma cosa fa questo pellegrino, perché non è a casa a vedere la tappa?”. Oggi è stata una giornata di quelle, una giornata epica per la storia e per Solowattaggio, l’unica testata ad averci sempre creduto, a non averlo dato per finito, a non aver mai dubitato di Vincenzo, il nostro squalo. Sabato 28 maggio 2016 è già nella storia, forse il giorno più bello della vita sportiva di Vincenzo Nibali, perché vincere così vale doppio, vale l’ affetto di quei tifosi che l’ ultima volta ad aver provato brividi in corsa risaliva ai tempi di Marco. Vincenzo Nibali, 2 Giro, 2 Vuelta e 1 Tour de France. La seconda Vuelta è morale, persa per colpa della sua Astana che lo ha fatto correre per una settimana in affanno a causa di una puntura d’insetto e ad un Horner graziato da un mese dove probabilmente gli ispettori UCI lo hanno trascorso in ferie. Quello che ha fatto in questi due giorni ha qualcosa di speciale, di impossibile, di una cosa mai vista da nessuno nel ciclismo moderno. Solo un corridore come Vincenzo poteva fare un numero del genere, un corridore che corre L’Oman a gennaio, poi corre la Sanremo perché glielo chiedono gli amici, poi le Ardenne per dare ancora quel tocco di eroico ad un ciclismo che ha come protagonista un inglese che spinge il carrello della spesa,  due velocisti che se ne tornano a casa dopo una settimana di Giro ed infine vince il Lombardia per dare una risposta a se stesso. Sei sempre stato il nostro eroe, addirittura ancor di più quando alla Vuelta dello scorso anno ti sei attaccato a quell’ ammiraglia guidata da Shefer dove hai ricevuto solo critiche. Da noi no, solo noi abbiamo capito che quel gesto era partito dal cuore, come in tutto ciò che fai. Grazie di tutto, ora aspettaci a Messina, la curva SWATT del Giau verrà a renderti onore nella tua terra, nella terra in cui alcuni giornalisti dieci anni fa ti avevano detto di ritornare a raccogliere i pomodori. Ora permettetemi di continuare a sognare, planiamo sul Tour con Aru, a Rio con Vincenzo e alla Vuelta con Diego Rosa. Andiamo al pagellone:

Vincenzo Nibali: non serve più dire niente, abbiamo già detto abbastanza. questo Giro forse lo ha vinto già da Roccaraso, dove privo di una condizione accettabile, con un attacco senza senso ha chiaramente detto ai suoi avversari “qui comando io“. Inutile dirvi i nostri “scleri” durante la cavalcata sul Colle della Lombarda, in quei tornanti in salita presi con un’ arroganza che ci ha ricordato il Tour 2014, con quel bere dalla borraccia che solo sui sa fare, con quelle anche ad accompagnare l’ultimo atto di questo Giro. Un vero atto di fede. Voto:1000

Michele Scarponi: col 53 fisso da stamattina, probabilmente l’unico rapporto montato davanti da Michele in questa ultima settimana. Indubbiamente l’uomo chiave, l’uomo del Giau, di ieri e di oggi. L’aquila di Filottrano ha colpito ancora, duro come al solito, tuttavia con quella pedalata che non si vedeva da anni. Voto:10

Astana: ma cosa avete fatto? ma chi siete? La squadra di Vinokourov ha dimostrato una solidità in salita che non si vedeva dai tempi della US Postal. Dopo la vittoria di oggi, da domani inizieranno gli interrogativi. Trattenere Nibali a costo di vendere decine di pozzi petroliferi, oppure puntare tutto su Aru. I pozzi però dopo questo pomeriggio saranno stati incendiati, sotto le ali di folla kazake davanti all’ impresa del loro principe. voto:10

Esteban Chaves: oggi questo corridore ci ha insegnato a vivere. “non è cambiato niente, ho solo perso una gara, i miei genitori erano qui con mè, per la prima volta in Europa, sono contento del mio Giro”. Le parole di questo uomo con gli occhi di un bambino dovrebbero far riflettere tutti quei giornalisti, che fino a cinque giorni fa parlavano di esami clinici, pericoli, disturbi mentali. Vergognatevi ancora una volta. Voto:10

Alejandro Valverde: quando si dice cuore, passione per la bici, una malattia. Quell’abbraccio con Nibali, stupendo. Voto:9

Steven Kruiswijk: spettacolare la sua reazione, con una vertebra fratturata mentre il suo collega ritiratosi per tornare a fare pubblicità per shampoo sarà stato sui cavalcavia olandesi a fare ripetute. La sua ammiraglia gli ha fatto perdere il Giro sicuramente, ma la sua lucidità ieri non era ottimale in quella curva. Voto:9

Rigoberto Uran: la fratellanza, il cuore colombiano. Peccato però che rigo abbia fatto il buco, probabilmente poi dall’ammiraglia saranno arrivate minacce di rescissione del contratto e allora il “ciccio” si è rimesso a menare. Voto:5

Damiano Cunego: una maglia azzurra cercata fin dall’Olanda, noi però ve lo avevamo detto che doveva guadagnarsela sulle grandi montagne, non sulle colline. La sua squadra deve chiedergli scusa. Voto:5

Rai: la peggior pagina di questo Giro, si salva solo Bruseghin. Dove sono finiti i tempi di Auro Bulbarelli? di Davide Cassani?  Sono oramai reperti da Istituto Luce. Voto:S.V

@bauerdatardaga

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