” Quando si renderà conto di quanto è forte sarà la fine per tutti”. Alcuni anni fa Aksel Svindal aveva risposto così ad un giornalista che gli chiedeva un parere su Paris. Un fuoriclasse, uno di un altro pianeta, uno che ha scelto di fare lo sciatore quando ha capito d’avere qualcosa rispetto ad altri. Oggi ad Are possiamo dire sia iniziata veramente la sua epoca, sebbene abbia già vinto quattro volte a Kitzbuhel. Un Oro importantissimo, il secondo ai Mondiali dopo l’assaggio a Schladming 2013. Una prova di maturità, senza veri riferimenti viste le prove di Feuz in grande difficoltà con il numero uno e Tumler uscito con il numero due. Da discesista vecchio stampo aveva tutto in mente, ogni passaggio calcolato al centimetro. Lo scorso anno uscì malamente dalle Olimpiadi con un quarto posto in discesa veramente amaro, in una gara in tutti i più grandi degli ultimi anni risposero all’appello coreano. Un anno dopo la ruota è girata, Domme è diventato padre, Svindal ha annunciato il ritiro, Jansrud sembra involuto e Feuz sta uscendo sconfitto dagli ultimi duelli con il gigante della Val d’Ultimo.
Prepariamoci all’era Paris, un’icona che ricorda i grandi del passato e scia già nel futuro.