Il countdown è iniziato e, a meno di una settimana dall’inizio della stagione degli uomini jet, in scena sulle nevi francesi della Val d’Isere abbiamo raggiunto telefonicamente Henri Battilani, talento valdostano ormai consacrato a livello giovanile e, a soli 22 anni, pronto al salto di qualità nel mondo che conta.
Dopo anni di apprendistato e di sporadiche apparizioni in Coppa del Mondo, anche se un 28esimo posto nella discesa libera di Kvitfjell del marzo 2016 è già presente nella sua Fis Biography, è arrivato il momento della verità come lo stesso Batti ci conferma: “Gli ultimi due anni sono stati avari di risultati ma mi hanno insegnato a non trascurare nulla, a non prendere sotto gamba ogni singolo giorno che sia d’allenamento fisico o sulla neve; sono stanco di fare il “compitino”, voglio risultati, stare costantemente nei Top 30 e già sulla “Orellier Kelly” sono pronto a dimostrare il mio valore”.
Da cosa deriva tanta fiducia? Dal lavoro atletico e sciistico estivo ci fa sapere Batti: “Ho aumentato la mia forza esplosiva e la mia capacità aerobica ha toccato picchi di Vo2Max sognati solo qualche anno fa. Sotto la guida di Giuseppe Abruzzini, la preparazione atletica ha raggiunto livelli di fatica inimmaginabili: corsa e bici come fossi un triatleta, squat completi dei quali non conoscevo l’esistenza e le strazianti girate che sono diventate più frequenti degli aperitivi al “Pezzoli” di Gressan“.
Prosegue il valdostano: “Il cambio di materiali è stato difficile inizialmente ma, grazie all’aiuto dello skiman Daniel Zonin e dell’intramontabile Peter Fill, già dal Sudamerica, nonostante le condizioni meteo particolarmente avverse, ho avuto dei buoni feedback dai miei Atomic; sensazioni poi confermate nella cinque giorni di test a Solden, dove, dei 50 paia di sci provati, ho trovato il giusto mix tra scorrevolezza ed efficacia”. Reduce da una brutta caduta in allenamento a Nakiska, che destabilizzerebbe e preoccuperebbe molti, Batti non tentenna e rincara la dose: “è stato un peccato non aver gareggiato nelle tappe nordamericane, gare importanti, non solo per “rompere il ghiaccio”, ma perché ogni gara è un’occasione per migliorarsi e per confrontarsi con i top al mondo; tuttavia abbiamo fatto una grande mole di lavoro in Canada dove, su una neve artificiale e “a grumi”, ho cercato di colmare le lacune tecniche e tattiche che la giovane età mi impone”. L’atleta di Gressan ha già corso sui pendii francesi che ospiteranno la Coppa del Mondo: “La pista non presenta notevoli difficoltà ma si sa, più si abbassa il rischio più si alza il livello; mi aspetto una gara con pochi distacchi tra i concorrenti e sarà fondamentale non commettere il minimo errore se si vuole centrare un gran risultato. E’ tempo di andar forte”.
Si Batti…Time is now! E noi non stiamo più nella pelle.