Il capolavoro di Rosberg e la rivincita dell’eterno secondo

IL CAPOLAVORO DI ROSBERG E LA RIVINCITA DELL'ETERNO SECONDO

2011. 《Sono sul palco con il ragazzo (Rosberg, n.d.r.) e gli dico: so che interessi alla Ferrari per il dopo Massa, ti piacerebbe? Lui, educatissimo, risponde: sono onorato, Ma guido per la Mercedes, credo nel progetto Mercedes e il mio obiettivo è vincere il mondiale con Mercedes》. ***

Alba del 2016. Marchionne la spara grossa un giorno si e un giorno si, Ham ha appena conquistato agevolmente il suo terzo titolo mondiale. I fari sono tutti puntati su quello che sarà il grande confronto dell’anno: Sebastian Vettel contro Lewis Hamilton. Tra critica e addetti ai lavori non si parla d’altro. Pronti via, passano quattro gare e per Nico Rosberg è ein plein. Agli altri, tra PU in fumo, abiti da sceicco e partenze cannate non restano nemmeno le briciole.

Poi però arriva la Catalogna e quel maledetto manettino sul volante del numero 6 dimenticato, dopo due curve, nella posizione sbagliata. Lewis viene stretto, finisce sull’erba, ma non alza il piede. Perde la vettura, inevitabilmente. È patatrac terribile. Lauda, a caldo, solleva il putiferio. Nella testa di Nico si spegne la luce.

Da Monaco il Nero sale in cattedra, e da lì, esclusa la parentesi Baku, non ce n’è più per nessuno. Sarà il mattatore indiscusso dell’estate, con 5 successi, di cui 4 di fila. È la vigilia di Spa, e Lewis conduce con 19 lunghezze di vantaggio sul compagno di squadra. L’epilogo, per il terzo anno consecutivo, pare già scritto. Hamilton però deve sostituire la Power Unit, e avendo già utilizzato le 6 disponibili in Mercedes si decide di cambiare, oltre al motore, molte altre componenti, costringendo il britannico ad una partenza dal fondo della griglia. Rosberg, mentre la concorrenza si scanna alla Source, ne approfitta e rompe il digiuno di successi che durava da metà giugno. È un nuovo inizio.

Arriva Monza. Lewis si addormenta di nuovo in partenza, e Nico coglie una vittoria insperata. A Singapore invece l’anglo-caraibico sbaglia in qualifica, e la domenica è costretto ad accontentarsi di una magra terza posizione finale, mentre il compagno di box domina, proprio come nelle prime gare stagionali. È contro-sorpasso.

In Malesia scoppia il motore di Ham. Il colpo del K.O., perché Nico nelle tappe restanti è solido come il marmo. Al netto di tutte le critiche, ieri Lewis, in gara, mi ha entusiasmato: con team radio d’altri tempi, in una F1 in cui il lato umano non esiste più, ha (quasi) fatto saltare il banco, dando un calcio al politically correct. Il crack di Kuala Lumpur ha sicuramente condizionato pesantemente il suo campionato, ma complessivamente credo abbiano inciso di più, nell’assegnazione del titolo, i singoli errori del Nero stesso, più di una volta messosi autonomamente fuorigioco.

Rosberg è stato superbo; solido, glaciale, e con attributi quadrati quando si è dovuto conquistare la posizione sul cavallo pazzo Verstappen. È la rivincita di un ragazzo semplice, un duro lavoratore, spesso e volentieri troppo bistrattato.  Di un ragazzo che non ha mai smesso di credere in ciò che rincorreva sin da bambino, senza mai arrendersi. Di un pilota che ha saputo risorgere più di una volta a fronte di difficoltà che parevano soffocarlo, e che ha fatto della determinazione e della resilienza i suoi cavalli di battaglia. Paiono concetti banali, frasi di routine, ma non è così: è lui stesso, Nico, a sottolinearlo nel post:《perdevo da Lewis anche i mondiali di kart, ho battuto uno dei piloti più forti della storia, realizzando il mio sogno》. È la rivincita di un presunto eterno secondo, apparentemente destinato, fino a poco tempo fa, ad una triste “Barrichellizzazione”.
Una lezione per tutti, mica solo per il mondo F1 e dello sport in generale.

Credo anche che ora, il biondino tedesco, si sia liberato di un grosso peso sullo stomaco. Per Hamilton & co, dall’anno prossimo, sarà ancora più dura. Un pilota con quella fame e dedizione al lavoro, certificatamente libero da complessi di inferiorità, potrebbe rivelarsi di nuovo dominatore.

E chissà se, tra non molto, ci sarà ancora un posto a Maranello per un Signore come Nico Rosberg, laddove l’eleganza non è più di casa da fin troppo tempo.

@TommasoGovoni

*** [fonte citazione: Profondo Rosso blog, Leo Turrini]

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