Dopo Simone Velasco, ecco un’ intervista al capitano della Zalf Gianni Moscon. Il trentino, dopo una stagione spettacolare saluta lo squadrone Veneto per approdare al Team Sky.
Hai disputato una grande stagione, vincendo Tricolore, Trofeo Almar e altre corse. Quale è stato il successo che ti ha dato più soddisfazione?
“La vittoria più prestigiosa e’ stata sicuramente quella colta ad Angera al Trofeo Almar in Coppa delle Nazioni. La soddisfazione di arrivare a braccia alzate nell’unica prova italiana di coppa delle nazioni, con la maglia tricolore, credo sia ineguagliabile. Ho sentito tutto il calore del pubblico che tifava per me”.
Quale è stato il momento della stagione in cui ti sei sentito più in forma e quello dove non hai avuto buone sensazioni.
“il momento in cui mi sono sentito più in forma e’ stato al Tour de l’avenir dove avevo una condizione davvero buona e pedalavo davvero forte anche sulle salite lunghe. Essere competitivo sulle grandi salite delle alpi francesi mi ha fatto riempito di soddisfazione, forse al pari delle vittorie. Il momento in cui mi sono sentito meno in forma e’ stato al ritorno dal mondiale di Richmond, quando consideravo la mia stagione ormai finita e ho disputato ancora qualche corsa senza essermi più allenato e anche di testa non avevo più la concentrazione necessaria a essere al top”.
Sei allenato da Maurizio Fondriest. Come ti alleni?
“Maurizio e’ un amico, siamo sempre in contatto e mi da qualche prezioso consiglio che deriva dalla sua grande esperienza di campione. In verità non mi ha mai seguito direttamente nella preparazione atletica, mi aiuta soprattutto con il posizionamento in bici, ma non usciamo spesso in bici insieme, perché lui e’ molto impegnato ed e’ difficile conciliare gli orari. Ha ancora un gran bel passo e devo ammettere che mi tira ancora un po’ il collo”.
Che cosa ti trasmette un campione come lui?
“Un campione del suo calibro, ti trasmette sicurezza con i suoi consigli; avere la sua fiducia, ricevere il suo incitamento e essere in un certo senso appoggiato da lui mi da una gran carica”.
Quando non sei in bici spesso instagrammi foto sul tuo trattore. Raccontaci questa tua passione.
“La passione per l’agricoltura c’e l’ho fin da bambino. La mia famiglia possiede un’azienda agricola ad indirizzo frutticolo in Val di Non, dove coltiviamo mele. Gia’ da piccolo seguivo mio papa’ nel suo lavoro quando non ero a scuola e con la terra ho avuto subito feeling. Mi piacevano molto i trattori e ad ogni fiera o esposizione di macchine agricole volevo fare un giro insistendo con i miei genitori affinché mi portassero. Mi piace tenermi aggiornato sul progresso tecnologico di queste macchine che sono sempre hanno contenuti meccanici e elettronici sempre al massimo della tecnologia; mi piace oltre che utilizzarli, capirne il funzionamento dal punto di vista costruttivo.
Alla luce di questa passione mi sono diplomato perito agrario e quando ho un attimo di tempo libero da impegni con la bici mi piace rendermi utile nei campi, dove riesco a staccare la spina da tutto, e immergermi in riflessioni interiori. Mi piace stare in campagna perché vedi i frutti concreti del tuo lavoro, che rispecchiano, come con nel ciclismo, l’impegno che ci dedichi: se lavori con passione e dedizione i risultati sono buoni, altrimenti nel momento della verità, che sia la gara o la raccolta della frutta, le soddisfazioni non arrivano”.
Il tuo ex compagno Simone Velasco ci ha detto che puoi fare bene nelle corse a tappe. Che cosa ti senti di dire sulle tue caratteristiche?
“io mi definisco sempre com un passista-scalatore. Sono troppo pesante per essere uno scalatore puro, ma questo mi permette di avere un buon passo anche in pianura. In un gruppetto ristretto sono anche tra i più veloci nella categoria dilettanti. Le corse a tappe mi piacerebbero molto; già’ quest’anno ho fatto ampi miglioramenti rispetto alla passata stagione in queste corse, bisogna migliorare ancora molto, e poi tra i professionisti i ritmi sono molto più alti. Sarà la strada a evidenziare i miei limiti e le mie caratteristiche reali”.
Raccontaci come è andata a Richmond. Eri il più in forma.
“Il mondiale di Richmond e’ un appuntamento che ho preparato meticolosamente. Era la corsa a cui pensavo da tutto l’anno, e ho pianificato la stagione in modo tale da arrivare in forma a fine settembre. la condizione c’era; le mie possibilità di vittoria sono svanite a 4km dal traguardo, quando istintivamente per stare in equilibrio quando siamo entrati nel tratto in pave’ bagnato dalla pioggia, ho staccato il piede dal pedale. Riagganciarlo poi con i sobbalzi delle pietre e’ stato difficile e ho perso tante posizioni proprio mentre i francesi sferravano il loro attacco. A quel punto ho fatto gli strappi a tutta per recuperare posizioni; sono tornato in testa al gruppo in cima al penultimo strappo quando ancora c’erano i due transalpini all’attacco. Appena iniziato l’ultimo strappo, all’ultimo chilometro, ho provato ad attaccare per riportarmi in solitaria sul francese, ma e’ stato proprio Consonni, che era alla mia ruota al momento dello scatto, a chiudere su di me. A quel punto il mio istinto mi ha fatto leggere la situazione come andava letta a favore delle ambizioni della nazionale, nonostante tutto. A questo mondiale eravamo la squadra più forte al via e lo abbiamo dimostrato; bisognava portare a casa una medaglia per dimostrare al mondo che anche l’Italia c’e’”.
Ora passi alla Sky. Come ti è parso il Team? Hai già pianificato quali gare farai? Ti vedremo già al Giro?
“I primi contatti interni con il team mi hanno fatto conoscere un ambiente molto di verso da come viene presentato dai media. E’ un gruppo molto bello dove atleti e staff mettono a loro agio i nuovi arrivati aiutandoli ad integrarsi nel team. Mi sono sentito molto ben accolto.
A grandi linee abbiamo pianificato la stagione fino a maggio, poi dovrei avere un breve periodo di stacco, e in base all’andamento della prima parte si programma la seconda meta’. Dovrei debuttare alla Challenge Maiorca, quindi Dubai, alcune corse al nord, Coppi e Bartali, altre gare al nord tra cui forse, nel caso in cui la condizione sia già’ buona, ci potrebbe essere la possibilità di fare una classica monumento. A seguire sarò in casa al Giro del Trentino e successivamente parteciperò al Tour de California”.
Grazie per questa intervista Gianni. Ti aspettiamo sulle strade.
@bauerdatardaga