F1, cronache di un pazzo GP di Cina

Nico Rosberg Australia

E per Rosberg è record: sono 6 di fila; 3 nel 2016.
Con una buona dose di fortuna (o meglio, sfiga che attanaglia i suoi diretti rivali: il sabato nero di Hamilton, il crash Ferrari alla prima curva, la foratura di Ricciardo…) e grazie ad un’oculata gestione della corsa, ha – meritatamente – vinto ancora, e in campionato fa la lepre.

Concorrenza, in termini di classifica, in ginocchio: Vettel e Raikkonen si trovano, rispettivamente, a -42 e -47 dalla testa. Seb ha sbagliato e si è scusato, però ha compromesso la gara di Kimi (e anche la sua). In termini di prestazioni la Rossa, nella seconda parte di gara, ha annichilito la Mercedes: ne è un esempio il sorpasso di Raikkonen su Hamilton negli ultimi giri. Ciò che dice Marchionne è giusto: 《questa Ferrari è come i bambini: un po’ ribelle, ma sta diventando grande》. La rimonta del finlandese e del tedesco ha scaldato il cuore di tutti i tifosi, e finalmente c’è la consapevolezza di potersi giocare la vittoria con due vetture: il contatto tra i due non è stato casuale; semplicemente, Seb non voleva far scappare Kimi, e ha sbagliato. Può capitare. Chi insinua che inizi a esserci della ruggine fra i due piloti del Cavallino è in errore: se Raikkonen fosse un pilota rancoroso, non avrebbe fatto passare Vettel mentre era a caccia del secondo posto.

Ed Hamilton? Certamente sfortunato, ma anche parecchio confusionario e inconcludente, come testimonia la cattiva gestione degli pneumatici che lo costringerà ad una deludente settima piazza, dopo un entusiasmante duello con un redivivo Massa.

Il GP cinese sancisce il ritorno al vertice, quasi improvviso, della Red Bull. Ricciardo, sfortunatissimo, è autore di una gara splendida (il sorpasso su Hamilton è un’opera d’arte), mentre Kvyat, manovra discutibile al via a parte, dimostra di essere un giovane di buone prospettive, anche se personalmente non ho apprezzato la sfacciataggine nei confronti di Vettel nel retropodio.
Una Red Bull così può essere un cliente scomodo nel dualismo Mercedes – Ferrari. Anche perché, il simpatico australiano che la guida, ha tanta stoffa.

tommasogovoni@gmail.com

 

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