Gli sciatori, atleti disumani

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E’ arrivato il momento di aprire una nuova rubrica per raccontarvi la vita da sciatore: come si lavora, cosa si prova, i momenti felici, i momenti di stress e tanto altro. Un viaggio fra allenamenti, gare, trasferte, amicizie, batoste, vittorie e divertimento. Non sono stato uno sciatore di coppa del Mondo e dunque non so cosa serva realmente per competere nel massimo circuito, ma ho comunque vissuto qualche anno da professionista, fra gare di coppa Europa e coppa Italia, e perciò sento di potervi dare qualche aneddoto interessante. L’estate è alle porte e dunque non potevo che iniziare parlandovi della preparazione atletica degli sciatori.

La preparazione estiva è dura: più di tre mesi spesi fra giornate di atletica e sci con una quantità di lavoro davvero elevata. Ogni atleta segue il proprio credo e le proprie idee, com’è giusto che sia, anche se c’è una cosa che accomuna tutti: il mal di gambe e una mole spropositata di watt. Intere settimane passate a seguire tabelle ed esercizi specifici negli allenamenti mattutini e pomeridiani, fra diete (non tutti) e integrazioni proteiche. La vita d’atleta è bella, certo, ma posso assicurarvi che non è piacevole alzarsi 6 giorni su 7 con le gambe piene di acido lattico e i muscoli duri come un plinto di ghisa. E dunque per motivarsi nell’allenamento successivo bisogna sparare nelle casse la propria musica preferita e cercare nel proprio animo qualcosa di elettrizzante, magari instagrammando qualcosa di patetico per sentirsi importanti.

Gli sciatori sono degli animali, ve lo posso assicurare. C’è chi raggiunge watt pazzeschi in bici nonostante abbia solamente 500, massimo 1.000 chilometri nelle gambe. Un certo Christof Innerhofer nel test del Vo2Max ha disintegrato la cyclette spingendo più di 510 watt. In un caldo giorno di Giugno ho avuto l’occasione di gareggiare su strada insieme a Mattia Casse, che si è presentato allo start con soli 300 chilometri di allenamento quando il 90% degli amatori in gara ne aveva almeno 8.000. Ma di differenze non ne ho viste, anzi. Che motore Mattia.

Ci sono anche tanti invasati di pesismo: c’è chi non vede l’ora di sdraiarsi sulla panca piana per far esplodere i propri pettorali, chi fa squat senza cintura di sostegno per interi pomeriggi e chi si esibisce in stacchi e girate, spingendo il proprio fisico al limite. In palestra vi capiterà di trovare gente come Pietro Franceschetti, sempre pronta a sfidarvi in una girata con slancio da 100 kg. Lui il “leg day” non lo ha mai saltato negli ultimi anni. E nel post allenamento tutti pronti a bere il proprio shake proteico davanti allo specchio per controllare la definizione di addominali e bicipiti.

Per quanto riguarda l’esplosività e la reattività non c’è nulla da commentare. Trovatemi altri atleti che muovono queste masse in tempi così brevi. Un esempio lampante è Roberto Nani, soprannominato il Giamaicano dal suo preparatore Micotti. Mi è capitato di vederlo saltare gli ostacoli ed è qualcosa di strabiliante, così come lo stesso Casse.

Il meglio però lo si vede quando gli sciatori si cimentano in sport alternativi: partite di calcio giocate sempre alla morte, discesisti che si sfidano a tennis e golf come veri professionisti, pazzi scalmanati che si lanciano a tutta con la bici da downhill, funamboli sulla slackline, motocrossisti senza timore come Luca De Aliprandini e Andrea Ravelli. Gli sciatori sono alteti a 360 gradi che sanno fare tutto a livelli altissimi e con un’intensità pazzesca. Vi consiglio di assistere ad un loro allenamento in palestra o outdoor per capire realmente di cosa sono capaci queste macchine.

Se siete interessati a qualche argomento in particolare contattateci a: solowattaggio@gmail.com

@carloberry

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