Discesisti contro slalomisti

Sci lunghi, sci corti, alte e basse velocità, piste lunghe e corte, tute in spandex aerodinamiche e tute con protezioni integrate. Ci sono tanti aspetti diversi fra queste due discipline, ma quali sono le reali differenze fra discesisti e slalomisti ?

Prima di tutto c’è un abisso quando si parla di orari. Non vedrete mai un discesista agitato alle 8.00 del mattino, con gli scarponi ai piedi e la tuta da gara già indossata come fanno gli slalomisti. Lo slalomista medio dopo essersi svegliato pensa solo ed esclusivamente al riscaldamento, la ricognizione, la gara. Il discesita invece pianifica gli orari delle soste al bar per la vestizione.

Solitamente gli allenamenti di slalom si riescono ad organizzare sempre e ovunque, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, mentre la velocità è più difficile da allenare. Una cosa è certa: in caso di pioggia gli unici che potrete trovare fuori dai ristori ad allenarsi saranno solamente slalomisti.

Se parliamo di cibo e alimentazione poi potremmo scrivere libri interi. I discesisti possono permettersi di avere un po’ di “pancetta”, mentre nelle altre discipline la tendenza è quella di avere un fisico più asciutto e nervoso. In ogni caso è un dato di fatto che i velocisti sono degli animali da tavola.

Ricordo con piacere un episodio durante il week-end di Coppa del Mondo in Val Gardena, nel 2012. Dopo la ricognizione noi giovani apripista entriamo per primi nel bar, dove solitamente viene allestito un hospitality dedicato ad atleti e addetti ai lavori: tavoli coperti da affettati, formaggi, caffè, bibite, brioches e torte in abbondanza. Avendo già fatto colazione e non volendo dar troppo nell’occhio prendiamo tutti una bottiglia d’acqua e un caffè, niente di più. Ricordo di aver pensato: “Ma chi mangia tutta sta roba se la prova inizia fra 30 minuti?”. E poi arriva Hans Olsson, prende un piatto e inizia a fare una scorta di cibo che per una persona normale sarebbe durata almeno due settimane: due o tre panini con speck e formaggio e alcuni krapfen alla crema, molti a dir la verità. In 20 minuti ne ha ingurgitati più di 6 o 7, ne sono sicuro. Ebbene, lo svedese segnò poi il miglior tempo in entrambe le prove infliggendo distacchi abissali a tutti (la gara fu annullata per sua sfortuna). Inutile dirvi che nei giorni successivi mangiai krapfen come se non ci fosse un domani, “perche’ tanto fanno cosi anche i più forti”. Devo ancora vederlo uno slalomista che affronta il pre-gara in questo modo.

Guardate Beat Feuz, la dieta la vede con il binocolo o almeno così sembra guardando le sue foto. Di sicuro è uno che ama grigliare la carne sul balcone di casa. Al contrario di gente come Hargin, Gross, Kristoffersen o Koroshilov per esempio, atleti che hanno una massa grassa davvero esigua e i nervi dei muscoli pronti ad esplodere da un momento all’altro. Poi ci sono le eccezioni, ma questa è la tendenza.

Il modo di intendere l’integrazione alimentare poi è totalmente differente. Gli slalomisti sono atleti che vivono con lo shake in mano dalla mattina alla sera, come fanno i pro di qualsiasi altro sport, mentre i discesisti quando si parla di proteine pensano a black angus, bife de lomo, bife de chorizo, fiorentine e cosi via.

Poco tempo fa vi abbiamo raccontato  dell’addio di Andrea Ravelli. Dovete sapere che lui (discesista) ha stravolto l’interpretazione dell’integrazione proteica introducendo nel mondo dello sport un nuovo prodotto alimentare: non una barretta energetica, non un gel, non i sali minerali, ma bensi una torta proteica. Si, una torta a base di proteine in polvere, quelle dei classici barattoli che trovate nei negozi. Un metodo alternativo per eliminare farine 00 assicurandosi un po’ di piacere culinario. Gli sportivi che viaggiano ad alte velocità hanno una visione diversa e più futuristica delle cose. Avanguardia.

E quando le gare vengono sospese per qualche ora? Provate ad entrare in un bar pieno di slalomisti. I nervi saltano facilmente, ci si spazientisce in fretta. E i discesisti? C’è chi dorme e chi, da discesista navigato, tira fuori un mazzo di carte per far passare il tempo. Approcci agli imprevisti opposti, anche perché per un discesista è quasi naturale aspettare tanto tempo prima di partire per una manche.

Infine le lamentele post-gara, un far west per entrambe le categorie. Al traguardo di una discesa sentirete frasi come “Ho preso vento”, “Ho sbagliato sci”, “Quello li ha sotto due missili”, “Non ho sbagliato una curva”. Dopo una manche di slalom invece gli atleti discutono di un solo problema: il deterioramento della pista. “Era troppo bucata”, “I primi numeri erano avvantaggiati” e altri frasi di questo genere.

In un certo senso anche la disciplina che fai può influenzare il tuo carattere.

@carloberry

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