Beat Feuz, l’uomo della provvidenza. Il pagellone della discesa di Sankt Moritz

beat feuz lake louise

Finalmente la gara più importante di questi Campionati del Mondo è andata in scena, orfana dello spettacolare Freie Fall, ma nonostante l’accorciamento a causa della nebbia lo spettacolo non è mancato. A vincere è stato l’uomo più atteso, quello scommesso da tutti nei bar, lo sciatore più talentuoso degli ultimi anni: Beat Feuz. Lo svizzero è stato impeccabile, grazie ai suoi piedi e alla fascia addominale che si nasconde sotto l’enorme strato lipidico. Alle sue spalle un fenomenale Erik Guay, un vero professore nell’interpretazione, mentre il terza piazza ecco l’uomo meno atteso in casa Austria, il cinghiale Carinziano Max Franz. Gli italiani non hanno nulla da recriminare, a condannarli è stato solamente il numero di partenza perché gli uomini di Max Carca hanno sciato in maniera impeccabile. Solo il cambiamento delle condizioni meteo e il conseguente miglioramento della pista ha proibito ai nostri Jet di salire sul podio, ma questi episodi spesso tornano a favore, ci auguriamo alle Olimpiadi del prossimo anno, ma andiamo al pagellone:

Beat Feuz: quando si vince a Wengen da favoriti a soli 23 anni, significa che la pressione è solo una parola sconosciuta. Si presenta al via con la solita calma, come quando è solito dilettarsi nelle grigliate estive che caratterizzano il suo programma di preparazione. L’ uscita dal cancelletto è però fenomenale, grazie alla  potentissima fascia addominale. Con i suoi piedi la vittoria può accompagnare solo, nonostante  alcune “sporcate” ad inizio curva nella parte centrale che vi consigliamo di non provare nelle gare amatoriali, potreste tornare a casa con lo zaino pieno di secondi se non avete il piede alla Feuz. Voto:10

Erik Guay:  dopo l’addio di Kostelic abbiamo trovato un nuovo maestro. Che lettura di gara il canadese, due medaglie in due gare, bottino pieno. Voto:9

Max Franz: il meno atteso in casa Austria, quasi schierato per riempire il contingente nonostante la vittoria gardenese. Si era messa male per le aquile austriache dopo la discesa di Kriechmayr, ci ha pensato il cinghiale carinziano a rimettere le cose apposto. Una prova macchiata da qualche errore nella parte finale, ma con questa medaglia la stagione può anche concludersi adesso per Max. Voto:8

Felix Monsen e Thomas Dressen: grandi sciatori quaesti due giovanotti, la loro grandissima prova mette però in luce quanto la pista si sia velocizzata e fa aumentare il rammarico a Chalet Italia per non aver schierato Emanuele Buzzi. Voto:8

Patrick Kueng: quando è in forma è un piacere guardarlo, i suoi salti sono sempre un incognita, ma la sciata è tutta classe e finezza. Un quarto posto che raddrizza una stagione sin qui deludente per lo svizzero. Voto:7

Bostjan Kline: quando è sceso, per un attimo abbiamo pensato che fosse il giorno della Slovenia dopo l’oro mattutino della Stuhec. Piantato sugli sci senza volerne sapere di abbandonare lo sci esterno, lo sloveno torna a casa con un quinto posto che fa paura a tutti in ottica Olimpica. Voto:7

Peter Fill: al mattino guardando la Start List abbiamo sognato la doppietta, alimentando ogni speranza dopo la sua discesa. Il meteo però ha condannato Peter, cambiando improvvisamente e rendendo la pista più veloce. L’atteggiamento e la sciata sono stati da medaglia d’oro, un vero peccato, ora dovrà difendere il pettorale rosso, ci crediamo. Voto:7

Dominik Paris: anche lui un fenomeno nel trovare la giusta linea in soli due giorni, grazie a lunghe sessioni di video nei pomeriggi in alta Engadina. Se vogliamo trovare una pecca: l’uscita dal cancelletto. Solitamente lo vediamo disteso, pronto a scatenare una marea di Watt, oggi è parso brusco e schiacciato, ma la prova disputata sembrava fino a quel momento imbattibile per tutti. Voto:7

 

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