Il Pietro Canzio che non conoscete

Intervista a Pietro Canzio

CONOSCIAMO PIETRO CANZIO, UNO DEI TALENTI EMERGENTI DELLO SCI ITALIANO GIOVANILE, CHE CI HA RILASCIATO QUESTA INTERVISTA PRIMA DELL’INIZIO DELLA STAGIONE.

canzio2

-Allora Pietro, partiamo con uno sguardo alla scorsa stagione, ti aspettavi di fare i risultati che hai ottenuto?

Assolutamente no, prima di cominciare la stagione mi ero prefissato l’obiettivo di raggiungere i 50 punti, ma già dopo le prime gare (34 punti da NC a Pfelders ndr) ho capito che avrei potuto fare decisamente meglio.

-Qual’è stato per te il risultato più importante?

Posso dire che più dei punteggi che ho ottenuto, della scorsa stagione sono contento soprattutto per i piazzamenti alle gare più importanti. Senza ombra di dubbio la gara che mi ha dato più soddisfazione è stato il gigante degli Campionati Italiani Assoluti a Tarvisio, dove sono riuscito ad arrivare ventesimo nonostante partissi con un pettorale alto.

-E la delusione più cocente invece?

La delusione più grande della scorsa stagione è stata il superg di San Pellegrino di fine stagione, dove non sono riuscito ad esprimermi come avrei voluto.

-Sei stato comunque il classe ’98 italiano che ha ottenuto i risultati più di spicco e uno dei migliori aspiranti, ti aspettavi la chiamata in squadra C a fine stagione?

Devo dire di no, anche perchè sinceramente non mi sento ancora pronto ad affrontare un’intera stagione con la squadra nazionale. Al momento penso solo a migliorare e a proseguire al meglio la mia crescita con il club e con il comitato.

-Sei stato però inserito nella lista degli aggregati nazionali, cosa ne pensi di questo nuovo progetto?

Per ora con il gruppo di aggregati abbiamo svolto il raduno atletico di Malles e delle giornate in ghiacciaio in Senales, devo dire di essere molto soddisfatto di come si sono svolti i ritiri, ho trovato un bel clima ed i test mi sono parsi molto utili. 

-Torniamo un attimo alla scorsa stagione, sei stato uno dei 4 convocati per le Olimpiadi Giovanili di Malbun (LIE), come hai vissuto quell’esperienza?

Per me è stata una grande soddisfazione essere convocato per questo evento, anche se i risultati non sono stati quelli sperati. Sono state gare davvero difficili per la condizione della neve e per i tracciati, davvero stretto in gigante e con figure molto spostate in slalom, che aggiunte alla tensione per l’evento non mi hanno permesso di esprimermi al meglio.

-Parlando invece di preparazione alle gare, come gestisci l’allenamento a secco e sugli sci?

Per quel che riguarda l’allenamento a secco, durante il periodo estivo sono parecchi anni che mi segue a Trieste Davide Fornasaro, con cui faccio blocchi di lavoro di 5 giorni alla settimana con due allenamenti al giorno in palestra, differenziando ovviamente il lavoro a seconda del periodo. Parlando invece di allenamento sugli sci, mi segue Andrea Schenal con il comitato e Pietro Dalmasso con lo Ski College di Falcade. Con Pietro sono abituato a svolgere importanti blocchi di lavoro in ghiacciaio durante il periodo estivo-autunnale, mentre d’inverno svolgiamo in media 4 allenamenti a settimana nei dintorni di Falcade.

-Sei Triestino, cosa ti ha portato a scegliere di andare allo Ski College di Falcade?

Avrei potuto rimanere nei dintorni di Trieste è vero, sarebbe stata una scelta abbastanza logica visto che avrei potuto allenarmi con lo sci club 70, di cui mio nonno è stato uno dei fondatori e in cui mio papà è ancora nel consiglio, e sarei potuto andare a scuola vicino a casa. Ho scelto Falcade principalmente per questi motivi: avendo casa ad Arabba ho sempre fatto le gare in Veneto, dove nella categoria ragazzi ho incontrato l’allenatore dello Ski College Pietro Dalmasso, con cui ho avuto fin dall’inizio e continuo ad avere un ottimo feeling.

-Quindi sei passato dallo Sci Club Arabba allo Ski College Veneto, ci racconti che rapporto hai ed hai avuto con gli allenatori che ti hanno seguito in questi due sodalizi?

Allora, allo sci club Arabba sono stato seguito da Roberto De Lazzer nella categoria baby-cuccioli e da Rinaldo Costa nella categoria ragazzi-allievi. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con entrambi: con ‘Robi’ l’obiettivo principale era quello di andare a sciare per divertirsi, mentre con ‘Rina’ sono riuscito a crescere molto sotto l’aspetto tecnico senza avere particolari pressioni. Quando poi sono arrivato alla corte di Pietro Dalmasso è cambiato un pò tutto. Pietro è una macchina da guerra, dà l’anima per ogni su singolo atleta e ti fa svolgere carichi davvero importanti di lavoro, mi trovo davvero bene con lui.

-Parlando infine dell’approccio pregara, hai qualche rituale che svolgi regolarmente?

Di solito sono abituato ad ascoltare la musica con le cuffiette durante la ricognizione, cosa che mi aiuta a rilassarmi e a mantenere la concentrazione allo stesso tempo. Arrivato poi davanti al cancelletto di partenza mi metto sempre un po’ di neve nel collo per svegliarmi fuori prima di partire. Quando sono in gara poi cerco di focalizzare al meglio ciò che devo fare, senza mai dimenticare il mio obiettivo principale, ovvero quello di divertirmi in qualunque caso.

-Ultima domanda: quali sono i tuoi avversari coetanei che più temi/stimi?

A livello internazionale ho visto che lo svizzero Samyel Bissig ha fatto risultati davvero importanti in Nuova Zelanda, nonostante lo scorso anno abbia fatto un po’ fatica le prime gare. A livello nazionale invece Lorenzo Moschini è stato per me un ottimo punto di riferimento durante la stagione, come anche i due miei coetanei Samuel Moling e Michael Tedde, con cui sono abituato ad avere battaglia ad ogni gara

Per Solowattaggio, Michele Garbin

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *