Verstappen come Grosjean a Spa 2012. Analisi di un caso patologico privo di avvenire.

Max Verstappen
In Ferrari c’è ancora chi si sogna di notte quel fottuto bocchettone che, nove anni fa, proprio al SingSing cambiò la vita del povero Felipe Massa. Eppure il “puttanodromo” sembra proprio essere un posto maledetto per la Rossa da Gran Premio. Prima la pioggia, mai vista in 10 anni. Poi l’uragano. L’uragano Verstappen.
Succede tutto in un attimo: Kimi salta tutti, Seb chiude, il bimbominkia è in mezzo ai due e non ci pensa nemmeno un secondo ad alzare il piede. È un patatrac devastante per chi ha il Cavallino nel cuore: mai nella storia due Ferrari si erano ritirate scontrandosi al via. Mai un botto era stato così pesante.
Certo è che parole come “buonsenso”, “intelligenza tattica” e “tatto” non possono essere accostate a un soggetto come Max Verstappen, uno che nel 2017 conta più ritiri che punti. Uno che quando vede rosso, spegne la luce. Perché è proprio Max Verstappen l’ago della bilancia di questo campionato. Un campionato che sin dall’inizio è stato (quasi) sempre cosa di quei due là. Luigino e Seb. Eppure quelle rare, rarissime volte in cui ha potuto, Brufolo ha lasciato il segno. E, manco a dirlo, sempre ai danni del nostro tedeschino: prima in Canada, quando parte a razzo e gli rompe l’ala, pregiudicandogli la possibilità di giocarsi il podio; a Silverstone, poi, tenta a più riprese di buttarlo fuori, rovinandogli gomme e gara, con tanto di finale horror per la Rossa; infine, i fatti odierni.
E anche se, paradossalmente, proprio oggi avrebbe potuto uscirne in maniera più pulita del solito, ha ben pensato di dichiararsi contento che, almeno, anche i due ferraristi si fossero ritirati. Quasi ci fosse premeditazione nelle sue mosse. Perchè forse è vero, Seb ha stretto un po’ troppo. Ma tu sei dietro, non ti stai giocando niente (nemmeno la faccia: quella l’hai persa da tempo immemore) e nel 2017 non sei praticamente mai arrivato al traguardo. Perché non accettare una partenza farlocca. Perché non accettare di accodarsi, per una volta. Non è il tuo anno. Non è il tuo mondiale. Ma evidentemente non è nemmeno il tuo posto: in F1 non ci dovresti proprio stare.
Perché sarà la rabbia, saranno la frustrazione e lo sconforto, ma Max Verstappen ne ricorda sempre più un altro, di bimbominkia. Un talento cristallino, sulle due ruote. Ma con un cervello piccolo piccolo.
Pure quello, figlio di mamma Red Bull. Pure quello, capace di distruggere un Sogno a lungo rincorso.
Alla prossima.
Tommy Govoni

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