Van Avermaet disumano a Roubaix nell’ultima di Boonen. 

tom boonen roubaix

Guardarla dal vivo e vedere negli occhi dei corridori sofferenza e dolore fa capire perchè tutto questo si chiami Inferno del Nord. Un inferno lungo 257 Km dove sabbia e pavè sono degni sostituti del fuoco, e dove il paradiso lo si conquista entrando al Velodrome de Roubaix dopo essere passati per la Foresta di Arenberg. Doveva essere una giornata in cui lacrime, ricordi e speranze avrebbero dovuto rendere questo monumento ancora più speciale di quanto non lo sia già . Un giorno dove sarebbero stati tutti d’accordo su quale corridore fosse dovuto entrare per primo al Velodrome de Roubaix: Tom Boonen. Tommeke, il Dio delle due ruote, il personaggio in grado di essere al centro dei pensieri di coloro che spingono quotidianamente Watt. L’uomo che avrebbe  voluto chiudere da vincitore, ma come spesso diciamo, le vittorie contano per le statistiche, le emozioni sono altra cosa. Le Emozioni, sono stati gli ultimi 257 km della tua carriera a motivarci ancora di più, a farci ritornare adolescenti, ai tempi in cui vincevi la prima Roubaix e noi frequentavamo ancora le scuole medie. Vederti per l’ultima volta ad Arenberg a comandare tutti in mezzo ad una tempesta di sabbia ha reso tutto ancora più al limite. Il limite, un concetto che non hai mai conosciuto, nel bene e nel male: è stata tutta una tirata. Grazie Tommeke! Andiamo al pagellone:

Greg Van Avermaet: la gamba del campione olimpico oggi era una cosa trascendentale, ha letteralmente distrutto infatti tutte le pietre dei settori in pavè. Sacrosanto il lavoro svolto in fuga da Daniel Oss, questa Roubaix per metà è anche sua. Nel finale fa tutto lui, oggi imbattibile. Voto 11

Gianni Moscon: l’arroganza di un 23enne che scatta in faccia a Van Avermaet e a Stybar come se fosse un big ci ha fatto tirare giù le televisioni dai muri. Un quinto posto dietro a dei mostri sacri che lo conferma corridore da classiche del nord. Al mattino a Compiegne sotto i nostri incitamenti aveva risposto con un: “vediamo”, battezzando la ruota di Van Avermaet fin dal foglio firma. Ad Arenberg invece ha fatto tremare i suoi tifosi per una caduta. “Le andà in tera Gianni” dicevano disperati i suoi supporter ma il Trattore della Val di Non oggi è diventato grande. Finalmente l’Italia è tornata competitiva in una classica monumento. Voto 10

Tom Boonen: immenso, sempre davanti, sempre a menare. Entra nella Foresta di Arenberg massacrando i bolognini del pavè. Le sue accelerazioni frantumano il gruppo in uno sparpaglio mai visto prima. Alla fine del Carrefour una scritta che diceva tutto: One Moore Tom. Oggi il risultato non conta, non avevi nulla da dimostrare. Leggenda. Voto 100

Matteo Trentin: un cavallo da tiro, un fedelissimo. Ci ha fatto venire la pelle d’oca ad Arenberg, davanti a tutti, con Sagan alla sua ruota. Che bello vedere corridori così. Voto:9

Ives Lampaert: arriva alla Taverna de L’arbre e davanti ai cori dello Swatt Club risponde con un dito al cielo. Che il Belgio abbia già trovato l’erede dell’innominabile? Voto:7

Peter Sagan: la sfortuna gli fora le ruote due volte nell’ inferno del nord facendogli sprecare energie preziose per rientrare. I troppi scatti a vuoto senza una minima logica di tattica lo fanno saltare in aria definitavamente sul Carrefour de l’Arbre. Rimane comunque sempre senza squadra anche se forse quando ha firmato questo contratto faraonico doveva prevederlo. Voto 6

Zdenek Stybar: non onora il suo Capitano Tommeke nel giorno della consacrazione facendo corsa a parte, correndo per se stesso. Vederlo menare in fuga davanti sui sanpietrini ci ha fatto gelare il sangue nelle vene. S.v

Meccanico Bora-Hansgrohe: dopo la seconda foratura di Sagan una volta cambiata la ruota si dimentica di spingerlo. Probabilmente pensava di essere alla Coppi e Bartoli con Giapponesi e Colombiani. Voto 00

BAHREIN Merida: al mattino i giovani capitanati da Bonifazio sembravano in gita scolastica, confermando poi in gara di non essere all’altezza. Voto:4

Comitato Organizzatore: vedere a casa Pippo Pozzato, il quale avrebbe fatto certamente un grande risultato e vedere invece al via atleti con il 20% di grasso fa sorridere. Voto:2

Tifosi Fiamminghi: Arenberg sembrava una bolgia, il Carrefour un parco giochi. Tasso alcolico oltre il limite, birra al limite dei parametri che si avvicinava al vino. Ci avete entusiasmato, che popolo. Voto:10

One Response

  1. Luca says:

    Due anni fa ho avuto la fortuna di vederla dal vivo, prima nella Foresta di Arenberg e poi, dopo una corsa in auto, sul Carrefour de l’Arbre. Era l’edizione 2015 vinta da Degenkolb e per uno scherzo del destino l’unica a cui non ha preso parte Tom Boonen, mio idolo.

    L’atmosfera. sia nella Foresta che sul Carrefour è magica e veramente non ricreabile con le parole. Per me è assolutamente la corsa Regina, ma amo altrettanto tutte le classiche e semiclassiche del pavè.

    Detto questo vi devo dire che siete dei grandi, aspetto a gloria i pagelloni dopo ogni grande gara ciclistica!

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