Swatt Coach of the Year: vince Walter Girardi, ecco la classifica dei 5 allenatori rivelazione dello stivale

La stagione sta avviandosi verso l’epilogo, in pista e fuori ne abbiamo viste di tutti i colori e abbiamo così deciso di stilare una classifica, non degli atleti, giudicati sempre e per fortuna dal cronometro, ma degli allenatori che si sono messi in luce. L’allenatore, un mestiere delicatissimo al punto che in molti non se ne siano resi ancora conto, minimizzando un ruolo vitale nello sport, non basta infatti la patacca per definirsi tale. In un numero del 2006 su Raceskimagazine, il professor Giuseppe Vercelli definì l’allenatore come un ” tecnico, ma anche organizzatore. Educatore, ma allo stesso tempo leader. Incrociando la propria figura con quella della famiglia del ragazzo. Il ruolo dell’allenatore, che passa molte ore a contatto con i giovani atleti, va ben oltre la capacità di insegnare a sciare”. Spesso un atleta non ha nemmeno l’esigenza di avere un robot che ripete in continuazione frasi ascoltate dai colleghi all’aggiornamento, ha bisogno di qualcosa che va altre al gesto tecnico. Si parla sempre troppo poco di queste pedine fondamentali per ogni sciatore, ecco allora la prima edizione dello Swatt Coach of the Year, un contest ideato da Solowattaggio per omaggiare coloro che si sono distinti per risultati, dedizione al lavoro, carisma e passione durante l’inverno. È stato estremamente difficile e selettivo vista l’enorme concorrenza, molti senatori saranno contrariati, ma in cuor loro si renderanno conto che avrebbero potuto dare molto più. Dal prossimo anno si alzeranno ogni mattina con la motivazione adatta per essere tra i migliori 5 allenatori del 2018; ecco la classifica della prima edizione:

Walter Girardi: scuola ravettiana, uno che parla d’altalena dagli albori dello sci sciancrato. Al primo posto ecco il Giro, artefice della rinascita dello svedese Mats Olsson. Dopo gli anni allo Sci Club Drago e 18, dove ha potuto seguire la crescita di sciatori che non saranno mai dimenticati in questo mondo come Tiberio Giudolin, Pietro Cipriani e Mattia Trulla, è emigrato in Svezia per concretizzare il suo talento in Coppa del Mondo. L’Italia esporta nel mondo ogni anno decine di allenatori, molti passano inosservati, ma nel caso di Walter è proprio un pugno negli occhi vederlo  in televisione ad ogni gara con la giacca della Svezia. Il classico cervello emigrato per mettere a disposizione il suo enorme talento, complimenti ad Heinz Peter Platter per il classico colpo di mercato dell’ultimo minuto. Quando ritornerà in patria?

Marco Senoner:  l’allenatore della grande promessa gardenese Alex Vinatzer ha dimostrato grande personalità nel corso della stagione, la stessa che emanava da atleta quando era uno dei senatori della Val Senales sotto la guida di Arnold Karbon. Classe 1988, cresciuto ai piedi della Saslong, sta dimostrando di gestire in maniera impeccabile Alex, suo atleta dal secondo anno ragazzi. Da questa stagione lo allena privatamente e vedendoli in pista si è notata grande sintonia. Questo binomio ha fatto un altro sport nelle discipline tecniche nel corso della stagione, vedendo sciare Alex si può notare qualcosa di diverso, pare a tutti gli effetti uno sciatore scandinavo. Raggiungerà il suo atleta in squadra nazionale? In Via Piranesi dovrebbero prendere seriamente in considerazione questa ipotesi.

Martin Fahrner: nel nome del padre. Probabilmente Daniel quando lo ha concepito non credeva d’aver generato l’allenatore per eccellenza. In questa classifica è facile riscontrare come tutti gli allenatori abbiano avuto un passato da atleti fino ad una certa età, Martin invece rappresenta l’allenatore del nuovo millennio, il Pep Guardiola dello sci. Nato per allenare, sentendolo parlare si potrebbe scambiarlo per un amministratore delegato di qualche multinazionale, grazie ad una versatilità impressionante, un allenatore formidabile in tutte le sfumature, dal gesto tecnico fino alla gestione logistica. Sta allevando i suoi atleti della WRA al meglio, Matej Falat argento nel Team Event  a Sankt Moritz e i fratelli ZVEJNIEKS su tutti; la sua arma migliore? Una passione indescrivibile.

Paolo Valente: Flavio Alberti ha fatto in modo che l’allenatore Vicentino dello Sci Club Drusciè avesse tutte le carte in regola per svolgere un lavoro d’alto livello. Paolo sta coltivando i suoi atleti al meglio, avviandosi a diventare il vero faro dell’alto livello nel nord est. L’esponenziale crescita di Davide Filippi fino all’infortunio di Sarentino ha fatto paura a tutti quanti, ribadendo l’ottimo lavoro svolto in questi anni. Qualche rimpianto emerge se pensiamo al ritiro di Mattia Trulla, il ragazzo dai piedi d’oro, cresciuto ai tempi del Centro Sci Vicenza e ritiratosi ad inizio stagione quando era ormai maturo per diventare il discesista più forte a livello giovani. Molti allenatori al mattino lasciano i propri atleti al pascolo da soli, preferendo dirigersi nei bar. Paolo invece segue i suoi ragazzi anche nel riscaldamento, per gli ultimi accorgimenti prima della performance. Grande lavoratore.

Paolo Valente, un vero faro tra i coach del nord est

Nicolas Bellini: non è l’ultimo in classifica, è uno dei cinque fenomeni che possono vantare la presenza in questa hall of fame. Se un uomo come Battista Tomasoni ha affidato nelle sue mani il figlio Federico, qualche motivo ci sarà. Ha appeso gli sci al chiodo lo scorso anno, ma in pochi mesi da coach ha dimostrato un’ attitudine al mestiere difficilmente riscontrabile nell’ambiente. Ad inizio stagione avevamo qualche perplessità riguardo l’età, ma nel corso della stagione abbiamo colto quanto sia stato Federico a peccare d’inesperienza in alcune circostanze al contrario dell’allenatore. Molti neo allenatori  a causa della loro insicurezza si mettono addosso cinture improbabili con chiavi, trapani, telemetri e set di cacciaviti, tralasciando il lavoro d’occhio. Nicolas ha invece portato in pista tutto il bagaglio raccolto in anni di battaglie nelle gare Fis, dimostrando grande mestiere nelle curve veloci. Il Bellini allenatore è la vera rivelazione di questo 2017.

Ecco la classifica della prima edizione dello Swatt Coach of the Year, ci auguriamo possa diventare una tradizione negli anni per celebrare gli allenatori che si distinguono e che hanno qualcosa di diverso dalla massa. Appuntamento a marzo 2018 per la seconda edizione, sarà un anno in cui vedremo la motivazione dei coach salire a dismisura.

 

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