Phil Gaimon è un ciclista statunitense e nel 2014 ha corso la sua prima stagione con una squadra World Tour, la Garmin Sharp, senza riuscire ad ottenere un rinnovo per la stagione 2015 (Lo scorso anno vi abbiamo raccontato qui la sua storia ). Dopo un anno di corse in america con la Optum-Kelly è riuscito a trovare nuovamente un contratto con una squadra World Tour, e noi lo abbiamo contattato per fargli qualche domanda sulla stagione passata e sul suo futuro.
– Ciao Phil. Durante l’autunno hai firmato un contratto con la Cannondale-Garmin per la stagione 2016 e dunque da Gennaio tornerai nuovamente a respirare l’atmosfera del circuito World Tour. Un bel colpo. Come ti senti e cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
“Sono veramente contento di essere tornato nel grande ciclismo. Sono eccitato perché potrò partecipare a gare che non ho mai corso e ci saranno nuove sfide da affrontare. C’è sempre qualcosa di entusiasmante nel gareggiare al livello massimo. Anche se probabilmente verrò preso a pedate nel sedere, sarà bello essere circondato dai migliori ciclisti al mondo.
– Magari sarai tu a prenderli a pedate nel sedere, chi lo sa! Guardando alla passata stagione, come ti sei trovato alla Optum-Kelly e com’è andata in termini di risultati?
La Optum è una grande squadra. E’ stato divertente avere attorno compagni del genere e il team è andato bene in generale. Gareggiare negli USA mi piace molto, c’è un’atmosfera rilassata e non abbiamo troppa pressione addosso. Inoltre è stato bello essere il capitano della squadra.
Ho avuto un’anno difficile, dopo la scomparsa di mio padre, ma sono riuscito comunque a raggiungere il mio obbiettivo prefissato: tornare a gareggiare per un team europeo.
– Chi è il ciclista più forte che hai visto in gruppo quest’anno?
Ce ne sono parecchi in giro e tutti con caratteristiche differenti, ma credo che Ramunas Navardauskas sia un corridore meraviglioso, che va forte su ogni terreno. Può sprintare, va bene in salita, a cronometro e ottiene risultati importanti nelle grandi corse.La gara più prestigiosa che ho fatto quest’anno è stata la “Volta ao Algarve”, e Richie Porte è stato di gran lunga lo scalatore più forte che ho visto.
– Quale “Grand Tour” vorresti correre il prossimo anno? Giro, Tour o Vuelta?
Qualsiasi corsa farò nel 2016 sarà comunque più prestigiosa di quelle fatte in questa stagione. Penso che sarà difficile mostrare il mio valore in tempo per il Giro, mentre la selezione per il Tour de France è davvero tosta. Spero di partecipare alla Vuelta. Darò il meglio che posso ogni volta che salirò in sella, e sono sicuro che le possibilità per gareggiare arriveranno.
– Ti affascinano le corse sul pavè?
Non ho grande esperienza in questo tipo di gare. Credo di essere troppo leggero per la Paris-Roubaix, ma mi testerò comunque nella “Tre giorni delle Fiandre Occidentali”. Spero invece di fare qualche classica delle Ardenne.
– Che spettacolo le Ardenne. Parlando del tuo libro“Pro Cycling on 10$ a day”, sei soddisfatto di come sia andato?
“Sono molto fiero del mio libro. Avevo una storia da raccontare e molte cose da dire, e l’ho fatto. Le vendite e le recensioni sono state positive, e tutto ciò mi ha aperto nuove porte e mi ha aiutato a conoscere persone importanti.”
– Il tuo tatuaggio sul braccio destro con la scritta “Clean” è qualcosa di speciale, probabilmente è il tuo marchio. Ti ha mai causato qualche sorta di problema con altri corridori in gruppo?
Fino ad ora non mi ha mai detto nulla nessuno.
– Conosci personalmente qualche ciclista italiano?
Ho vissuto con Luca Damiani quando eravamo compagni alla Kenda. Ora anche la Cannondale ha qualche italiano nel roster e mi sembrano tutti dei bravi ragazzi. Non vedo l’ora di gareggiare con loro.
– Chi è il ciclista più strano che hai conosciuto ?
Una cosa che amo del ciclismo è che puoi incontrare un sacco di personaggi diversi. Ho avuto amici e compagni provenienti da culture e luoghi differenti. Per esempio nella Cannondale c’è Ben King, un ragazzo country che ama la caccia e la pesca, ma si sente a casa anche quando si trova a Lucca in Italia. Oppure c’è Alex Howes, che non appena arriva nella sua stanza d’albergo tira fuori dalla valigia dei cristalli e delle figurine per sentirsi a casa.
– Gennaio si avvicina, riuscirai a ripetere l’impresa che hai fatto al “Tour of San Luis” nel 2014, quando vincesti all’esordio stagionale con la maglia della Garmin-Sharp?
Se mi dessero un vantaggio di 12 minuti in partenza, direi di si.
-La tua ironia ti rende uno dei ciclisti più apprezzati dai fan…ti aspettiamo sulle strade del Giro d’Italia allora?
Farò del mio meglio! Grazie per l’intervista. Take care!
@carloberry