Opening -2 settimane. 5 modi per conquistare il Rettenbach

Ted Ligety Solden giant slalom

Eccoci, ci risiamo. Dopo un digiuno durato più di sette mesi è ora di tornare in pista per capire chi saranno i veri protagonisti della stagione che sta per cominciare. Nonostante l’andamento della pandemia sembra tutto pronto, i protocolli da adottare per la Coppa del Mondo sono stati emanati e dopo l’uscita del calendario definitivo avvenuta qualche giorno fa è di nuovo ora di aprire il cancelletto. E’ vero, data la stagione più unica che rara che stiamo vivendo, dove è appena finito il Tour de France e gare del calibro del Giro, Parigi-Roubaix e Fiandre devono ancora dare i loro esiti, sembra strano tornare a parlare di neve e skiporn, ma a sole due settimane dall’apertura del primo cancelletto della stagione 2020/2021 è doveroso tornare ad assaporare il clima invernale che circonda il nostro amato sport, nonostante l’Opening sia già stato confermato a porte chiuse. Quindi chi saranno i protagonisti della stagione che sta per cominciare? Quali spunti tecnici porteranno in pista? E chi soprattutto sarà in grado di dare una marcia in più allo sport dello sci alpino in una situazione come quella che stiamo vivendo?

Prima di lanciarci in pronostici e assunzioni su quello che sarà, vogliamo prima fare un passo indietro, una specie di “amacord time”, andando a rivivere le vittorie più significative che abbiamo avuto negli ultimi 15 anni sul ghiacciaio del Rettenbach, gare e vincitori che abbiamo ancora negli occhi nonostante abbiano quasi tutti abbandonato l’attività professionistica.

Bode Miller 2004: con chi potevamo partire, se non dal più carismatico sciatore di tutti i tempi. Fresco del cambio di materiali da Rossignol ad Atomic, Bode si presentò a quell’edizione dell’opening come uno dei candidati alla vittoria della generale, che conquistò a fine stagione. Pronti via e subito 100 punti in saccoccia, grazie alle solite linee e alla solita sciata ai limiti della fisica, con il culo sugli attacchi e i piedi distanti anche sul baratro del Rettenbach. Una prestazione monstre in entrambe le manche che gli permise di vincere con più di un secondo su mostri sacri della disciplina come Blardone, Palander, Raich ed Hermann Maier, il primo presagio della sua stagione più trionfale.

Daniel Albrecht 2008: un altro atleta che era sempre pronto a sfidare il limite è stato proprio l’elvetico, capace di conquistare una delle sue vittorie significative nella sua, purtroppo breve, carriera da protagonista. Leggende narrano che gli svizzeri quell’anno furono i precursori della preparazione all’Opening sul ghiacciaio di Saas-Fee, su un pendio e su un manto nevoso molto simili a quelli che poi avrebbero in Oetztal. Il risultato? Primo Albrecht e secondo Cuche con più di un secondo sul resto del mondo. Il segreto? Mentre tutti cercavano la linea più corretta e pulita anche sul tratto più impegnativo, Dani e Didier buttavano le punte in giù lanciando i piedi e disintegrando il tracciato, superiorità devastante.

daniel albrecht

Ted Ligety 2012: Tra le molteplici vittorie di Mr. GS a Solden abbiamo scelto la più caratteristica, la prima dopo il cambio di materiali al 195 raggio 35. I rumors dei giorni precedenti e le molteplici polemiche sollevate proprio dall’americano e soprattutto la stagione 2011/2012 che l’aveva visto sconfitto a favore di Hirscher nella sua disciplina lasciavano presagire un ulteriore passo indietro per lo statunitense, ma così ovviamente non è stato. Difficile dimenticare le sue curve in conduzione dove gli altri facevano fatica anche a girare gli sci intraversando, una passerella vincente ed un distacco di oltre due secondi rifilato a Manfred Moelgg a dimostrazione di una delle maggiori prove di forza dello sci moderno.

 

Marcel Hirscher 2014: e come ha fatto il più forte sciatore di tutti i tempi ad imporsi sul Rettenbach? Semplice, aumentando la propria massa muscolare di 12 kg in un’estate. Dopo due stagioni di pesanti sconfitte a danno del rivale Ligety, condite dalla perdita della coppetta all’ultima gara nella stagione precedente e da un quarto posto alle Olimpiadi di Sochi, Marcel in 5 mesi trovò la soluzione per poter colmare il gap dallo statunitense. Come? Trasformandosi da folletto a culturista di Annaberg. Il risultato? Una nuova potenza che gli ha permesso di deformare quello “sciaccio” da 195 centimetri prima di chiunque altro, tornando alla classica vecchia scuola del “chi fa meno strada vince” e surclassando la rotondità di Ligety. Due manche di potenza pura e un vantaggio su Fritz Dopfer, secondo, di un secondo e mezzo. Per i più appassionati dei dettagli tecnici, quella fu la prima gara in cui Marcel utilizzò la nuova struttura sandwich dello sci reintrodotta da Atomic proprio nella primavera 2014, oltre alla pistra Piston e l’attacco Marker nonostante provenissero da un’azienda diversa dal suo sponsor. Un pacchetto che lo ha accompagnato in tutte le sue vittorie da quel momento al suo ritiro.

Alexis Pinturault: un altro atleta che ha sempre ben figurato sul Rettenbach è proprio il francese. Il primo podio risale addirittura al 2011, dove appena ventenne fu battuto per due decimi solo da Ligety; mentre le vittorie risalgono alle ultime due edizioni disputate, quella del 2016 e quella dello scorso anno. Proprio quest’ultima avrebbe dovuto essere il presagio di una stagione da dominatore tra le porte larghe, visto che la ottenne con una fluidità di sciata e un’apparente tranquillità a tratti disarmanti.Ci riproverà fra due domeniche per cominciare l’inseguimento al sogno più grande della sua carriera, che lo scorso anno gli è sfuggito per un soffio.

 

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