Le pagelle del Mondiale di Richmond

Questo mondiale ci è piaciuto dall’inizio alla fine. Strappi in pavé, gruppo sempre in fila indiana, anarchia totale ed un rettilineo finale infinito sono stati gli ingredienti di questa corsa spettacolare. E come da pronostico si è decisa negli ultimi 5km sugli ultimi due strappi, dove i migliori hanno spinto alla morte provando ad andarsene in solitaria, come nelle classiche del nord. Potremmo parlare della tattica di gara dell’Italia, del nostro CT Cassani. Ma non abbiamo voglia perché ci siamo emozionati comunque, vedendo un ragazzo di 25 anni, uno che fa un altro sport. Le pagelle:

Peter Sagan: corre da solo, non prende aria per tutta la gara, non si fa mai vedere. E poi parte sull’ultimo strappo in pavé, a mille all’ora, in solitaria. In discesa ci regala un momento di tecnica e pazzia come di consueto e poi continua a menare fino al traguardo, con il suo stile pieno di arroganza e potenza. Neanche in motorino potevano stargli dietro. Ora è ufficiale: Peter Sagan è il ciclista più forte del mondo. Anzi, degli ultimi 20 anni. Non ha bisogno di un voto, lui è Peter Sagan.

Michal Kwiatkowski: questo corridore ci fa impazzire. Se ne va a 25km dal traguardo insieme ad altri 5 colleghi, rischiando il tutto per tutto. Una pedalata unica, una classe immensa. Alla fine ha avuto anche la forza di fare la volata chiudendo all’ottavo posto. Avrebbe potuto giocarsi meglio le sue carte, ma Kwiato ha il suo modo di fare le cose. Voto: 7

Zdenek Stybar: pensava di essere sulle pietre delle Fiandre. Un’accellerata da fuoriclasse che spacca in due il gruppo, ma non riesce a tenere le ruote di Sagan. Stybi ci ha fatto divertire anche oggi. Voto: 7

Tom Boonen: non servono parole per descrivere questo corridore. L’anno prossimo potrebbe essere la sua ultima stagione: facci sognare “Tornado Tom”. Voto: 8

Jhon Degenkolb: fa lavorare la squadra, ma poi salta nel momento clou. Ci sta, dopo una stagione cosi non era facile arrivare con le giuste forze al mondiale. Siamo abituati ad un altro Jhon. Voto: 4

Ramunas Navardauskas: mondiale della vita. Un bronzo che arriva in una stagione poco positiva per il lituana. Ah, anche lui era senza squadra oggi. Voto: 9

Michael Matthews: una medaglia che corona  due stagioni da urlo. Voto: 10

Belgio: la grande delusa. Van Avermaet non tiene Sagan, Gilbert manca nel momento importante. Voto: 3


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