La Zwift Academy ha fallito nel suo scopo?

Sicuramente una delle iniziative più importanti del nuovo millennio nel ciclismo: la Zwift Academy, un Contest creato appositamente per ricercare talenti inespressi, atleti che per svariati ragioni non erano riusciti ad esprimere i numeri di cui disponevano e motori sconosciuti al mondo delle due ruote. Come? Utilizzando una banca dati vastissima a livello mondiale come Zwift e pescare da essa possibili grandi corridori. In Italia chiaramente questa iniziativa non è stata presa come un’opportunità, ma è stata al contrario aspramente criticata da pseudo giornalisti e addetti ai lavori, considerandola un insulto a chi ha fatto tutta la trafila giovanile.

Da questo concorso sono usciti grandi corridori e altri che hanno invece deluso le attese. Jay Vine è stato il precursore di tutto ciò, Jason Osborne un buon corridore, Luca Vergallito l’ultima grande scommessa. Nel mezzo però alcune sirene che avrebbero dovuto farci aprire gli occhi. La nostra Chiara Doni, probabilmente il motore più grosso transitato allo Swatt Club, inspiegabilmente esclusa tre anni fa dopo aver dominato tutte le prove. Poi è arrivato Mattia Gaffuri che negli ultimi due anni ha messo in luce tutte le pecche di questa iniziativa. Per due anni finalista, nella prima finale è stato escluso per fare spazio a Louis Kitzki, un bluff assurdo. L’altro finalista, il tedesco Anton Shiffer che nella prossima stagione correrà alla Visma, denunciò davanti alle telecamere tutto il suo disappunto. Quest’anno invece non c’è stata neppure delusione, essendo state decise le sorti di questa competizione in un parcheggio di un supermercato con il canadese Noah Ramsey ad uscirne vincitore. Il resto è storia recente, da quel parcheggio Gaffu è uscito con la sua miglior stagione di sempre portando i nostri colori, chiudendo quinto al Campionato Italiano su strada, primo in quello Gravel, oggi quindicesimo al Giro di Toscana.

” Mattia Gaffuri in questo 2025 ha raccolto i risultati di anni d’allenamenti al buio dopo aver perseverato con cocciutaggine nel suo percorso”

É davvero inspiegabile come una competizione di tale genialità, basata sulla ricerca del motore più grosso, sia riuscita ad autosabotarsi agli occhi di tutti. Grazie a tutto ciò abbiamo avuto la possibilità di avere Gaffu per un altro anno, ma la credibilità di questa competizione è stata messa in grande discussione. Per tutti questi mesi abbiamo sempre sostenuto quanto sia più facile imparare a guidare la bici in discesa, rispetto a credere di poter fare grandi corridori ragazzi con poco motore.

Vedremo nella prossima edizione un’inversione di marcia?

5 Responses

  1. Alessandro Graia says:

    PURA VERITÀ, FORZA GAFFU, SEI IL MIO IDOLO

  2. Giorgio Franchini says:

    Credo che, un po’ come tutti i talenti show, a parte il primo anno poi si cerchi soprattutto l’odiens lasciando in secondo piano la qualità.

    Gaffu non solo è un atleta straordinario ma è anche una persona alla continua ricerca di miglioramenti, il segreto del campione è proprio questo. Ed è questo che alla Zwift accademy non hanno capito.

  3. Andrea says:

    Tutto vero, ma non nascondiamoci dietro a un dito: obiettivo primario della ZA è quello di accendere i sogni di noi paracarri e farci acquistare l’abbonamento a Zwift.
    Il ciclismo d’Italia è indietro anni luce? Sì
    Gaffu avrebbe dovuto avere altri percorsi di crescita? Certo
    Ma dobbiamo cambiare il ciclismo partendo da noi/qui

    1. Michele Garbin says:

      Nessuno di noi crede che la ZA sia la soluzione di tutti i mali. È un Contest, chi emerge attraverso questa via non ruba nulla a nessuno. L’articolo riguarda invece i criteri con cui sono stati scelti gli ultimi vincitori

  4. dddd says:

    dove si può leggere qualcosa di più sulla storia del parcheggio o le altre estromissioni?

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