La primavera profuma di Loulou. Alaphilippe sbanca il Poggio e vince la Sanremo

” Una donna raffinata, impossibile, una che beve champagne, inarrivabile”. Fabian Cancellara ha sempre definito così la classicissima di primavera: la Milano -Sanremo. Una corsa pazzesca, con un fascino incredibile. Una delle poche corse in grado di creare un’attesa in grado di mandare fuori soglia perfino il pubblico a casa grazie ad uno scoglio chiamato Poggio. Anche quest’anno il mito è stato il vero giudice, con una Quick Step pronta a sacrificare Viviani per aprire la strada al suo gioiellino francese Julian Alaphilippe. Prima Lampaert, poi Stybar con un’andatura forsennata per escludere dai giochi le ruote più veloci di giornata. Alberto Bettiol nelle fasi finali del Poggio ci fa sognare, ma è Alaphilippe a dare la scossa finale, trascinandosi gli ultimi superstiti in grado di spingere wattaggi assurdi. Sagan sembra fare buona guardia, Trentin prova a replicare l’azione dello scorso anno anticipando tutti ma Van Aert fa il lavoro sporco ed il tentativo del trentino viene neutralizzato. Si arriva in Via Roma con una volata di forza bruta. Nessun treno, solamente le ultime energie da chiedere ad un fisico ormai demolito dopo 300 Km. Sagan si fa sorprendere, mentre Alaphilippe ha le fiamme in corpo. Il francesino sprinta alzando le braccia prima del traguardo, la Sanremo è sua, Naesen secondo, Kwiatkowski terzo. Che gara, che PIL, che spettacolo! Andiamo al pagellone:

Julian Alaphilippe: questa mattina al Castello Sforzesco aveva la stessa faccia della Strade Bianche, con un volto concentratissimo. Credevamo fosse solo superstizione, invece no, Loulou la sentiva. Una lucidità devastante nel dirigere la squadra, poi uno scatto a fine Poggio, quasi una telefonata ai suoi avversari, l’ultimo treno per andare a Sanremo. Nel finale mentre tutti hanno paura di perdere è l’unico a volerla vincere. Il più leggero del gruppo a braccia alzate, il più forte corridore della primavera. Come dice Brin Holm: Loulou, one in a million. Voto:10

Oliver Naesen: un trattore da pavè in mezzo ai fiori di Sanremo. Tra qualche settimana si faranno i conti con lui. Voto:9

Alberto Bettiol: sta vivendo uno stato di forma invidiabile. E’ lui a muovere le acque sul Poggio. Una sparata micidiale. Come ha ammesso lui stesso, il minuto più bello da quando corre in bici. Che trattore, che wattaggi! Voto:8

Mikal Kwiatkowski: furbo, quasi troppo. Non è bello vedere campioni del suo calibro non dare un cambio a Sagan, tirarsi indietro. Voto:7

Matteo Trentin: grandi gambe e grande coraggio. Uno come lui avrebbe potuto aspettare la volata, ma è correndo così che prima o poi potrà vincere un monumento. Voto:7

Wout Van Aert: mentre il gruppo faceva le moine, ci ha pensato un crossista ad andare a chiudere su Trentin. Che motore, che cuore! Uno che correrebbe fuori soglia dal primo Km.Sulle Ardenne per la consacrazione? Voto:7

Matej Mohoric: avrebbe pedalato altri 300 Km. Che corridore, che bikeporn. Voto:7

Vincenzo Nibali: arrivare con i primi senza la condizione ideale, roba da pochi fuoriclasse. Che maturità lo squalo, un anno dopo torna a casa nuovamente con un grande risultato. Voto:6

Peter Sagan: ai meno 500 sembrava tutto perfetto, una situazione in grado di regalargli la prima classicissima dopo aver speso il giusto. Peto però si perde sul più bello, marca Valverde mentre Alaphilippe decide di diventare grande sul serio. Che peccato, sembra stregata per lo slovacco ma la gamba c’è, al Fiandre si corre contro di lui. Voto:6

Nicolò Bonifazio: una discesa assurda dalla Cipressa, una discesa che potrebbe fare ad occhi chiusi. La sua azione si spegne all’inizio del Poggio. Inutile? Troppo rischiosa? Viva lo spettacolo. Voto:6

Elia Viviani: tradito dalla sua squadra? Può darsi, certo è che nessun velocista poteva tenere quei ritmi sul Poggio. Voto:5

John Degenkolb: partire con la mono corona in un monumento del genere e fermarsi nella discesa del Poggio per un problema meccanico. Voto:4

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