I test atletici degli azzurri dello sci alpino

E’ tempo di iniziare il lavoro atletico per le squadre azzurre di coppa del mondo.

In data 25/26 Maggio, presso il centro Mapei di Olgiate Olona (Va), sono previsti infatti i test atletici, punto di partenza fondamentale per una buona programmazione atletica in vista della prossima stagione sciistica. 

VO2max, plicometria, test di forza e lattatemia, questi sono i test svolti dagli azzurri durante questi giorni nel territorio varesino, cerchiamo quindi di fare un po’ di luce su questo argomento.

La base di partenza, come già scritto, sono i test atletici, quindi dei dati oggettivi che esprimono la reale condizione fisica di un determinato atleta, in un determinato momento (inizio stagione atletica in questo caso), da qui il preparatore fisico non fa altro che analizzare e dare un senso a questi numeri apparentemente aridi, per far lavorare il proprio atleta in modo globale, ma anche e soprattutto nel modo più adeguato possibile a quelli che sono i suoi valori atletici da migliorare.

Il protocollo Mapei ® prevede: un analisi della composizione corporea, quindi la misurazione, attraverso il plicometro, delle pliche di tessuto adiposo corporee. Quest’ultime possono essere prelevate in diversi siti di repere, per comodità ne citeremo tre per il sesso maschile (pettorale, addominale e coscia) e tre per il sesso femminile (soprascapolare, addome e coscia). Una volta ottenuti, con il plicometro, questi valori, vengono posti all’interno di una formula per estrapolarne i dati relativi alle percentuali di massa magra e massa grassa. Da qui quindi si può capire se, l’atleta ha del tessuto adiposo in eccesso che potrebbe gravare sulla sua performance. 

In secondo luogo viene svolto il counter movement jumpun test con il quale si misura la forza degli arti inferiori. Si tratta dell’esecuzione di una serie di balzi, con le mani ai fianchi se si vuole escludere la componente coordinativa, svolti su un pedana dotata di celle di carico, la quale misura il tempo di volo, la forza espressa nella spinta e i vari momenti di contatto. I dati estrapolati permettono di capire come e quanto lavorare sulla forza degli arti inferiori; inoltre si valuta anche la simmetria della spinta, e di conseguenza se lavorare in modo mirato anche per quanto riguarda l’aspetto preventivo.

Come ultimo test, viene misurato il VO2Max (massimo consumo di ossigeno), cioè la massima quantità di ossigeno che l’atleta è in grado di consumare nell’unità di tempo per contrazione muscolare in una determinata attività. L’atleta, munito di metaboli metro (maschera che misura i gas respiratori) è posto su una particolare bike, chiamata cicloergometro, la quale è in grado di opporre alla pedalata una resistenza opportunamente scelta. Per questo test viene usato un protocollo incrementale ad esaurimento, vengono infatti aggiunti 25W per ogni minuto di pedalata, fino a quando l’atleta raggiunge il proprio massimo sforzo e si esaurisce. Parallelamente al VO2Max, con questo test viene misurata anche la lattatemia, cioè la quantità di acido lattico che si accumula nei muscoli durante lo sforzo. Questo valore serve per capire per quanto tempo l’atleta è in grado di sviluppare la sua massima prestazione senza avere cali, dovuti alla fatica.

Terminata la batteria di test, non resta che elaborare tutti i dati, ed impostare il lavoro atletico. Non è forse la parte di stagione più amata dagli atleti questa, ma è una tappa necessaria per poter fare la differenza e avere una marcia in più durante la stagione invernale sugli sci.


@FontaAndrea

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *