Lewis Hamilton, 10: un altro rispetto a quello visto in Russia. Si fa bruciare in partenza ma poi martella senza sosta, aspettando con pazienza il momento in cui attaccare. Grazie ad una Mercedes rivoluzionata si scopre mago nel salvare le soft durante l’ultimo stint, anche se un paio di domande circa il reale degrado delle Pirelli qualcuno dovrebbe farsele. Nel retropodio, poi, non risponde alla provocazione di Seb sul sorpasso dovuto al “bottoncino magico”. Sono segnali. Chiude presentandosi alla premiazione con un gatto rosso in testa: secondo voci di corridoio, la bestia avrebbe morso Bottas nel pregara. Showman.
Sebastian Vettel, 10 e lode: probabilmente la più bella gara di Seb da quando è vestito di rosso. Di più, proprio non poteva fare. Il sorpasso su Bottas? Una perla d’altri tempi. Alla vigilia, si temevano molto gli aggiornamenti Mercedes. La Ferrari però ha dimostrato – sì, ora è certificato – che sarà lì a lottare fino alla fine per il bersaglio grosso. E proprio per questo non si può non guardare il bicchiere mezzo vuoto. Perché sarà una considerazione controcorrente, ma è universalmente riconosciuto che questo campionato verrà deciso da particolari. E la Ferrari è già alla seconda occasione “persa”, dopo la Cina. Ieri sono stati determinanti i 12 secondi persi tra Bottas e la Virtual Safety Car. Speriamo non si rivelino macigni, a conti fatti. A Monaco, il passo corto darà una mano. Believe in Seb!
Daniel Ricciardo, 6: sei politico al castoro australiano, ieri anonimo come la sua
Red Bull. A proposito, gli aggiornamenti a
Barcellona sono stati talmente funzionali che i lattinari presenteranno addirittura una nuova vettura in
Canada, la
RB14. A naso, sarà comunque troppo tardi. Zio Adrian ha proprio toppato, quest’anno. E ai ferraristi manco dispiace, eh eh.
Perez & Ocon, 8: l’unica coppia in griglia ad essere sempre andata a punti dall’inizio del mondiale. Veloci e solidissimi, non sbagliano mai. In particolare il messicano meriterebbe (ancora) un top team. Chissà che il 2018 non gli riservi una sorpresa.
Valtteri Bottas, 4: l’abbiamo elogiato in Russia, lo bastoniamo pesantemente ora. Lo bastoniamo perché Valtteri Bottas è un perdente. Ieri, dopo aver stravinto a Sochi, si è nuovamente chinato (per giunta senza dire mezza parola di troppo) al volere di Totto e Lauda, che l’hanno utilizzato come chicane mobile ai danni di Vettel. Sono più importanti un contratto (da perdente) o l’onore e gli attributi?
Kimi Raikkonen, s.v.: l’incidente di Kimi ha purtroppo condizionato anche la gara di Seb, perché nel gioco delle strategia le frecce d’argento hanno avuto “libera” la pedina Bottas. Dolcissimo nell’accogliere al motorhome il piccolo tifoso messosi a piangere a seguito del botto al via. Era chiamato a vincere, ora si ritrova fuori dai giochi per quanto riguarda il campionato piloti. Addio più vicino?
Tommy Govoni