F1, il pagellone del GP di Spagna

Max Verstappen vince il GP di Spagna

Di seguito i voti ai protagonisti del gran premio che ha visto trionfare il debuttante su Red Bull Max Verstappen, seguito dagli alfieri della Rossa Raikkonen e Vettel. Entrambe le Mercedes out al primo giro, protagoniste di un incidente alla curva 4.

Ora la classifica recita:

Rosberg 100

Raikkonen 61

Hamilton 57

Vettel 48

Ricciardo 48

Ma passiamo alle valutazioni:

Max Verstappen 10: si parte da una statistica, che già di per sé dice molto sulla favola di questo baby fenomeno: Max, a 18 anni e 7 mesi, è il più giovane vincitore della storia della F1. Polverizzato il record appartenente a Sebastian Vettel (20 anni e 2 mesi, ndr). Inizia la costruzione del suo capolavoro in curva 3, al primo giro, con uno splendido sorpasso all’esterno di Vettel. Il resto, per uno come lui, pare quasi ordinaria amministrazione. La Red Bull, per coprirsi le spalle, finisce per favorirlo con la strategia (a due soste) e lui, alla prima vera occasione della brevissima carriera, non buca e ne approfitta. Semplicemente impressionante la tenacia e la freddezza con cui resiste alla pressione di un campione del mondo come Kimi Raikkonen, che lo martella per buona parte della gara. Poesia la precisione con cui guida nel terzo settore, dove sfrutta la superiorità della sua vettura nei confronti della SF16-H. Oggi tutto il mondo ha capito chi è e cosa potrà diventare Max Verstappen. Chapeau.

Kimi Raikkonen 9: al netto di una pessima partenza (la seconda, dopo quella in Bahrain), è protagonista di una gara praticamente perfetta, in cui ricorda a tutti (in particolare, a quelli che soffrono di memoria corta) chi è stato l’ultimo capace di vincere un mondiale su una Ferrari. A separarlo dalla vittoria c’è solo un fenomeno, un predestinato: Max Verstappen. Anche il finlandese viene favorito dalla strategia rispetto al compagno di squadra, e sfrutta l’occasione, entrando in modalità “martello” e dettando, assieme all’olandese della RB, ritmi indiavolati. Perfetto anche nel limitare il deterioramento dei pneumatici. Di più proprio non poteva fare: il pattinamento nel T3 della sua vettura, in particolare in uscita dalla chicane che immette all’ultima curva, gli è fatale. Per i detrattori è una verità scomoda, ma la punta tra i due ferraristi in questo momento è lui.

Sebastian Vettel 8.5: gara difficile, quella del tedesco. Parte bene ma in curva tre, al primo giro, complice un’indecisione in ingresso si fa superare dell’uragano Verstappen e in uscita dal “matador” di casa Carlos Sainz, complicando fin da subito la sua corsa. Viene penalizzato dalla (ingenua) strategia adottata dalla Ferrari, che decide di marcare Ricciardo. Purtroppo, ad eccezione dei tre giri del secondo stint con le soft e del primo giro con le medie, non trova mai un passo gara solido e solo a tratti riesce a stare sui tempi del compagno di squadra. Bellissimo il duello con l’australiano della Red Bull, disumane le staccate tirate da quei due in curva uno. Col manico riesce ad avere la meglio su Daniel, ma la vettura non lo sostiene mai.

Daniel Ricciardo 9: gara pressoché impeccabile quella dell’australiano, vittima della sfortuna nel finale ma soprattutto della strategia opportunista del suo team: difatti, la Red Bull ha voluto coprirsi le spalle richiamando una volta in più (rispetto al compagno di squadra) Ric ai box, in modo da evitare il corpo a corpo fra i due piloti della Lattina e, in caso di sosta forzata di Verstappen causa crollo prestazionale delle gomme, in modo da assicurarsi comunque la vittoria del GP. Sotto lo stesso tetto, da ora in poi, avrà un collega scomodissimo: andrà in cortocircuito o si prenderà la sua rivincita già da Montecarlo?

Mercedes n.c.: tema rovente, la querelle fra i due Mercedes. Non assegno un voto ai piloti delle frecce d’argento poiché entrambi hanno delle colpe, ma la situazione va analizzata con lucidità:

Hamilton è indubbiamente nervoso, e ancora una volta ha sbagliato la partenza, facendosi superare con facilità alla prima curva dal compagno di box. Ma c’è di più: dopo lo start, ha cambiato direzione ben tre volte; questa è un’azione non lecita, secondo il regolamento;

Rosberg, però, dopo il sorpasso su Ham si è addormentato (forse per accordi presi nel briefing pre gara, si sentiva tranquillo dopo la prima posizione guadagnata al via), dimenticandosi di impostare la mappatura del motore sullo standard gara e rimanendo su quella per la partenza. Vedendo negli specchietti Hamilton arrivare come un missile – a 15 km/h in più di velocità, per l’esattezza -, in uscita di curva 3 cambia completamente traiettoria, spostandosi da quella “ideale”, al fine di chiudere il britannico; quest’ultimo, pur di non alzare il piede, sarà costretto ad andare sull’erba. Il resto della storia lo conosciamo tutti;

Lauda, subito dopo il patatrac, ha dichiarato che la colpa di quanto successo è di Hamilton: questa affermazione lascia intendere che ci fossero accordi stabiliti prima della gara riguardo la possibilità o meno di attaccare il compagno di squadra dopo la prima curva. Questo episodio segnerà sicuramente il prosieguo del campionato, anche se, classifica alla mano e visto il momentaneo potenziale Ferrari, pare più sfavorevole a Hamilton.

Carlos Sainz 9: grande gara del pilota di casa, che resiste da campione a Vettel durante le prime battute e grazie ad un passo gara solidissimo porta a casa una bel 6′ posto e punti preziosi per sé e per la Toro Rosso.

Ferrari 6: al netto del podio conquistato con entrambi i piloti che diluisce la delusione per l’ennesima sconfitta, è evidente che la macchina non ci sia. Nelle condizioni attuali, come si può pensare di insidiare la Mercedes!? Incomprensibili le parole di Marchionne che, nel post, dichiara di puntare assolutamente ancora al mondiale.

Ci vediamo a Montecarlo!

tommasogovoni@gmail.com

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