Esperimento trash: dal padellone alla 10KM in 10 giorni

Non ho mai corso per più di 90 minuti in vita mia. Non ho mai corso senza la presenza di un pallone da calcio, non ho mai corso su una pista di atletica se non per fare test fisici che servissero per altri sport. Non ho mai considerato la corsa un mio sport. Forse perché correre e creare calcio insieme è un’esperienza inarrivabile che va oltre al puro gesto atletico, forse perché da sciatore, quelle poche volte che ho provato a correre invece che pedalare, sono stato colto da crampi alle gambe dopo solo 30 minuti. Ripetute ne ho fatte, ma 10km di corsa no, non li ho mai fatti in vita mia. O se mai li avessi fatti ero talmente lento che nemmeno me lo ricordo. Detto ciò ho maturato un’idea: sperimentare metodi di allenamento non convenzionali e inventati per correre una gara di 10km, fra 10 giorni.

Ho aperto Instagram questa mattina e scorrendo ho notato la pubblicità della 21k di Milano di Domenica 25 Novembre. Non avendo il tesserino mi iscriverò alla 10km non competitiva (Che schifo) e sono sicuro che me ne pentirò più moralmente che fisicamente. Non lo faccio per provare questo sport, non mi ha mai dato nulla e non credo mi darà qualcosa, io la penso come Baudrillard su queste gare e sul motto “I did it”. Lo faccio perché il documentario “Love Means Zero” su Nick Bollettieri mi ha illuminato la mente: come può uno che non ha mai giocato a tennis riuscire a plasmare i migliori giocatori della storia? Creatività, imitazione, follia.

Quello che farò ha poco a che fare con Bollettieri, ma il senso è questo: nello sci ho avuto dritte fin dall’infanzia, cosi anche nel calcio e nel ciclismo. Quello che voglio fare è partire da zero portando idee malsane maturate in altri sport e sfruttare le mie basi per preparare una gara di corsa in 10 giorni, senza l’ausilio di tecnici e guru. Voglio dare sfogo alla creatività nella preparazione fisica e alimentare, con un pizzico di ignoranza. 10 giorni di intensità e sport amatoriale trash.
Poi c’è una cosa che amo dello sport amatoriale che nel mondo professionistico è difficile da attuare per paura di “sbagliare”: il provare soluzioni tecniche/dietetiche/ergonomiche assurde per il miglioramento della propria performance. E quando dico assurde intendo soluzioni inventate da se stessi, per sentito dire, per esperienza personale e soprattutto per imitazione. Quelle cose che a volte ti mandano in paradiso perché hai visto quello che altri non hanno visto, mentre erano offuscati dalle credenze generali.

La mia situazione attuale è questa: poco più di 3.500 chilometri in bici da corsa, spingendo per l’80% del tempo il padellone a cadenze basse, gareggiando qualche volta in circuito e mangiando molto. E poi una settimana di preparazione con l’Ellese Calcio. Una settimana che mi ha ricordato quanto questo sport regali doti fisiche pazzesche se fatto ad alta intensità. I miei chilometri corsi nel 2018 si aggirano intorno ai 60-70, forse. Per ora so solo che il record nei 10km è di 26 minuti circa, il resto dovrò scoprirlo, così come dovrò scoprire quale sarà il mio obbiettivo nei prossimi 3 giorni. Paragonandomi con altri e pensando al peso credo di essere uno da 45′-50′ in teoria al momento, dunque in 10 giorni devo capire il tempo da fare. Ah, il mio peso Domenica scorsa era di 83kg, dopo una grigliata di carne e 3 coppette di gelato. E sono “alto” 1 metro e 69 centimetri, non un figurino da maratona diciamo. Ecco come mi preparerò. (Se siete giovani atleti uscite subito da questa pagina, se siete amatori fatevi una risata, se siete esperti del settore giudicatemi senza aggredirmi. Se siete amatori convinti sappiate che potrei battervi anche con questi metodi).

Allenamento: La preparazione atletica sarà la meno complicata. Il mio credo saranno le ripetute e l’intensità, tanta intensità. Mai allenamenti sopra l’ora di corsa, vietati. Non voglio abituare la gamba ad uno sforzo che non farò. Qualche settimana fa ho scoperto l’ellittica (si, quello che usano i vecchietti). Lo userò per 10′ almeno ogni giorno per tirare il polpaccio e per mantenere un pelo di esplosività che serve sempre, anche nella corsa. Sarà uno strumento fondamentale per le mie volate in bici nel 2019. Su 10 giorni mi allenerò 8 giorni sul tapis roulant, per un solo motivo: posso obbligare il mio fisico ad andare più veloce di quello che dovrebbe andare. Non mi interessa “correre all’aria aperta”, “sentirmi libero”, “guardare il paesaggio”. Voglio obbligare il mio corpo a vedere numeri più alti del solito, solo con quelli miglioro. Almeno 2 allenamenti al mattino a digiuno li farò, mi hanno sempre cambiato marcia. Niente Garmin, mi condizionerebbe in negativo durante la gara. Userò mio fratello per gran parte della gara come scia e pacer.

Alimentazione: leggevo un’intervista del calciatore Bruno Alves di qualche mese fa. Da sei pasti è sceso a due pasti al giorno, a volte senza colazione, mangia molto avocado e si scambia diversi consigli con Ronaldo sull’alimentazione. Mi basta questo per preparare la mia dieta: due pasti al giorno (nel limite del possibile), mai cibo dopo le 5.30 di pomeriggio a meno che non sia un frutto, chiaramente no carboidrati ne dolci. E come dice Tommaso niente sale, perché alla fine ha ragione: è veleno. Niente integratori ne barrette, intasano il corpo. Tanta acqua, soprattutto sparkly come faceva Tyler Hamilton per sopperire la fame. Si a piccole dosi di FL100. Vorrei perdere  almeno 3,5-4 kg in 10 giorni, dovrei riuscirci. Mi va bene perdere anche muscolo, soprattutto quelli da sciatore inutili alla corsa. Dovrò decidere cosa mangiare il mattino della gara, lo capirò in questi giorni. E’ già il quarto giorno con questa alimentazione, non va malissimo.

Motivazione: 10 Giorni per preparare 10km. Ogni mattina farà la differenza mettere a palla Absolution dei Muse nel tragitto verso l’ufficio, farà la differenza studiare i video dei keniani e come si muovono con braccia e bacino. Dovrei vedere qualche maratona degli anni 90 e una degli ultimi anni per capire cosa è cambiato e per eliminare la ricerca di movimenti superflui. E poi dovrei guardare nuovamente “Love means Zero”.

Movimenti: torace aperto per l’aria, gomito che si muove per una mini propulsione e per seguire il movimento della gamba, polsi sciolti. Al momento questo è quello che mi aiuta nella spinta. Come detto devo studiare i movimenti dei più forti.

Attrezzatura: maniche corte o singlet? Dovrò decidere. Di sicuro le braccia avrebbero più libertà e meno sfregamento. Pantaloncino cortissimo, non c’è neanche da pensarci, e soprattutto largo: ho ancora la gamba da sciatore, spaccherei le cuciture. Calza da bici, la Nettare degli Dei è perfetta. Dovrei trovare qualche olio da spalmare sul torace al mattino per aprire le narici, farò una ricerca. Dovrei correre senza occhiale, anche nelle gare di bici lo tolgo nei finali di gara. Peso in meno e uno sfregamento in meno sul corpo. Potrei usare il Niki Lauda, mi da sicurezza e un’aurea di solidità mentale. La scarpa invece sarà un problema: utilizzo scarpe usurate e con suole troppo morbide, dovrei trovare qualcosa che mia dia più risposta elastica e che non affondi sull’asfalto. E’ lo stesso concetto degli sci.

Se solo avessi avuto questa idea qualche giorno prima avrei potuto lanciare la nuova collezione Swatt Club da running per il 2019. Ma ci sarà tempo. Forse avrei avuto anche più tempo per devastare il mio fisico.
Fra 11giorni, seduto in un McDonalds, leggerò queste cagate e tirerò le conclusioni. Ma una cosa è certa: la preparazione di una gara, qualsiasi sport sia, è una delle cose più intriganti della terra. Non è solo prestazione fisica, non è solo motivazione, sperimentazione o tabelle. C’è qualcosa di più.

One Response

  1. Nick says:

    Carlo Sei il #1 prima di tutto Adidas Boston, non solo perche’ anno il nome della Marathon più vecchia, ma perche’ sono fatte appositamente per un Skier con torsion al punto giusto e lamina tuning 0.7per sensibility assoluta .. leggere reattive!! Doping Free? Ipod e 2 album a scelta.di Gigi Dag, non potra’ancare In my Mind in my head skkssk sei Atomicooo

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