Al ‘Paflollelo’ l’ultimo saluto dello Swatt Club a Paolo Pangrazzi.

Paolo Pangrazzi

Tutto ha un inizio. Tutto ha una fine. È stato l’ultimo grande saluto del circo bianco a Paflo Pangrazzi sabato pomeriggio scorso sul pendio limitrofo al Jumper Après Ski a Madonna di Campiglio. Tanti i presenti a quello che probabilmente è stato e sarà l’evento dell’anno, per il quale tutti noi ci ricorderemo di questo 2017. Tra le porte del Paflollelo prima, ma soprattutto al banco bar dopo, è stata scaricata una quantità di watt incalcolabile, ripresa dall’ inizio alla fine da una tecnologia all’ avanguardia che solo i droni pilotati da una regia hollywoodiana potevano filmare. Matteo Marsaglia e Guglielmo Bosca ci hanno infatti offerto delle riprese da cardiopalma grazie all’ ultra HD del 4k, prima di cilindrarne uno dei due ai 60 km/h dritto contro un noce il mattino successivo all’agriturismo della fidanzata Roberta, infrangendolo in mille pezzi e facendolo crollare fumante al suolo. Gli ettolitri di jaeger redbull e spritz con le olive offerti da un Silvano Varettoni perennemente sopra i 200 battiti cardiaci, hanno fatto valicare ai nostri cuori i limiti umani della soglia anaerobica. Nemmeno 10 bidoni di pump x pression avrebbero ottenuto lo stesso risultato. L’areodinamicità messa in campo dai body dello Swatt Club grazie ai tessuti in continuo sviluppo da parte dei fratelli Pellichero, correlata ad un tasso d’umidità nell’aria del 200% hanno reso l’atmosfera pari a quella del mondiale di ciclismo del 2016 a Doha: sembrava di essere nel deserto a dover aprire continuamente ventagli per prendere fiato.

È stata una maratona durata più di 12 ore, dal pranzo di sabato fino alle prime luci dell’alba di domenica mattina. Decine di bottiglie di champagne griffate Tosti sono state fatte esplodere contro le vetrate della voliera del Jumper Après Ski, per poi dirigersi tutti quanti in massa ad una cena di gala a base di glutine e farine 00, per digerire il più classico dei biscotti organizzati all’italiana che ha messo fuori scena al primo turno lo Swatt Team. Alla Home Stube intorno alle 22 è scattato infatti il momento cruciale della serata, dove è stato mostrato ad un Paflo in lacrime insieme al suo storico allenatore Guido Paci, entrambi visibilmente commossi, il video messaggio resgistrato dai fedelissimi i giorni precedenti. La consegna poi di un fucile da caccia come regalo è stata una scena d’altri tempi. Tutti presenti intorno al tavolo dell’ ultima cena, che avrebbe fatto invidia persino a Cristo e ai suoi 12 apostoli, con Pangrazzi al centro affiancato dai due eterni amici d’infanzia Andrea Buselli e Simo Bonapace. C’erano anche Mattia Casse, Henri Battilani, Michele Cortella, Enrica Cipriani, Marsaglia e Bosca, De Aliprandini, il Presidente Carlo Beretta. Nel pomeriggio è comparso per un breve saluto persino Tuti Thomas di Head.

Continui i ringraziamenti e gli applausi dei presenti durante tutta la serata nei confronti di Paflo che si alza in piedi ed esclama: “sono io che devo ringraziare voi per essere qui” come solo il Capitano della miglior squadra di calcio dopo la batosta più pesante sarebbe in grado di fare, rincuorando i compagni che non ne vogliono sapere di lasciarlo passare ad altra vita. Tutta la squadra seduta alla sua tavolata, tutti riuniti a fianco di Capitan Pangrazzi appunto. Nel video compare anche un altro capitano, Alessandro Serra. Anche Capitan Futuro della Serra Armada lascia il segno per Paflo, ora emigrato in Finlandia già da un paio d’anni.

Mai una polemica da parte di Pangrazzi, mai fuori luogo, mai sopra le righe. Paragonabile forse all’ immenso Alex Del Piero per l’umiltà del suo comportamento quotidianamente messa in campo, dall’inizio alla fine della sua carriera. E di occasioni per fare della polemica ce ne sarebbero state tante, eccome. Questa volta però, almeno per una, nel rispetto di un Signore come Pangrazzi ci limiteremo a fare delle mere considerazioni, tratte unicamente da ragionamenti fondati su delle nostre ideologie logiche, per portare davanti agli occhi dell’opinione pubblica, spesso ignorante, la pura realtà dei fatti.

Analizzeremo il caso Pangrazzi partendo da una semplice premessa: da che mondo è mondo in FISI, dunque in squadra, esistono due gruppi, i BIG che stanno da una parte e i famosi “gli altri” che stanno dall’altra. Fa eccezione solamente qualche raro caso che latita oscillando tra le due sponde.

Paflo nei BIG non è mai entrato a far parte, nemmeno dopo il 6. posto in combinata al Mondiale di Garmisch nel 2011. Mai preso in considerazione dall’allora dt Claudio Ravetto, che non gli permise di essere inserito nel gruppo wc dei velocisti accampando la scusa che non avrebbe più portato avanti lo slalom. Pangrazzi venne sbolognato nominalmente ed a tutti gli effetti con la Serra Armada allora squadra b, dove in quel periodo Capitan Futuro svolse un solo giorno di slalom in tutta l’estate… Ma come direte voi? Non era proprio questo il motivo per il quale Pangrazzi doveva far parte della b? Per non tralasciare lo slalom, o forse perché sulla riva del fiume dove stavano i big per lui non c’era posto?

Le due stagioni successive saranno poi cruciali per lui, in quanto negative, nonostante a marzo 2013 al tricolore di discesa svolto a Cima Uomo, Pangrazzi alza la testa vincendo il titolo assoluto. Ma ancora niente da fare, per lui non c’è posto ed è di nuovo d’interesse nazionale.

Poi arriva il posto fisso in combi, per la stagione appena conclusa 2016/2017, nell’ anno 2015/2016 guadagnato a suon di risultati tra i cani della coppa europa. Ma ad inizio stagione Max Carca, l’ attuale dt, mette subito le cose in chiaro: niente allenamenti con il team wc, niente coppa europa, solo le due wc di combi ovvero S. Caterina, e Wengen dove Pangrazzi fa 13.esimo e primo degli italiani.

Per chi non lo sapesse il prossimo anno all’olimpiade la medaglia in combinata è fatta con gli stessi materiali di quelle dello slalom e della discesa, e vale più o meno tanto uguale, ma forse questo qualcuno stenta a capirlo. Sarebbe stato sicuramente più onesto e decoroso dargli la possibilità di essere competitivo fino alla fine del quadriennio olimpico, che si esaurisce ad aprile 2018. 

In estate Paflo chiede di poter prendere parte alla trasferta Cilena, interamente a proprie spese, richiesta però che stranamente gli viene negata. Ma che fastidio da una persona in più che non arreca costi alla federazione?

Viene portato però a fare tutte le discese wc solamente per riempire il contingente come si dice in gergo, tanto è nei 100 al mondo e il posto non lo ruba a nessuno. Ecco che qui nasce il meccanismo perverso della federazione, che butta Pangrazzi nelle dh wc senza però dargli la possibilità di allenarsi, nemmeno a proprie spese. Un po’ come se un ciclista fosse mandato in esilio al polo nord durante i mesi di preparazione, mentre tutti gli altri possono permettersi di preparare Giro e Tour pedalando a Tenerife… come fa questo povero cristo ad essere minimamente competitivo? Diventi un po’ come carne da macello, praticamente ti fai fuori da solo.

La coppa europa non può correrla, ovviamente, darebbe fastidio a tanti, forse troppi. Magari facendo ancora un posto fisso o 6.00 per trovarselo poi di nuovo in mezzo ai piedi a dar fastidio in wc con il 31. Meglio lasciarlo a casa, anche alle finali di Sarentino, decisione a parer mio a dir poco indecorosa nonché vergognosa.

“Max Carca è sempre stato coerente con le sue decisioni. Lui mi ha messo in condizione di scegliere se io volessi correre o meno, ma sempre all’interno delle linee guida decise ai vertici della federazione.” ci dice Pangrazzi. 

Ecco come il sistema italia ha agito premeditatamente per far fuori uno “degli altri”, d’altronde dalla realtà dei fatti si evince facilmente che era limpido come la luce del sole che volessero incularlo. La vicenda Pangrazzi è stata un po’ come l’ultima battaglia del Gladiatore al Colosseo, pugnalato prima del combattimento nei sotterranei all’insaputa di tutti.

Ma ormai è finita. Quando le cose vanno così l’unica soluzione è quella di mollare, consapevole però di aver dato è fatto di tutto. Volevamo solo mettere le cose in chiaro, per l’ultima volta, sotto gli occhi di tutti, sottolineando la pura verità dei dati di fatto.

Grazie Paolo, questo sport ormai sempre più alla deriva avrebbe ancora bisogno di persone come te, che amano quello che fanno. Magari dall’altra parte, magari come tecnico. Grazie Paolo, per averci salutato con un evento che è valso più di mille vittorie, più di cento medaglie, e forse anche più di una carriera intera. Perchè sono le persone come te, che a lungo termine, con questa passione fanno la differenza.

In bocca al lupo per il tuo futuro, mai mollare!

Lo Swatt Club

One Response

  1. Ugo says:

    Paolo, un ragazzo in gamba, simpatico… anche se visto poco sulle piste dello sci che conta! ma ne ho un ottimo ricordo (tra l’altro proprio a Madonna) e mi dispiace sia finita così!

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