Volpe Gilbert, poker e lezioni di vita all’Amstel Gold Race – Il pagellone.

È iniziato il trittico delle Ardenne, terreno ideale per gli scalatori e passisti veloci in una settimana che li vedrà protagonisti. Anche l’Amstel Gold Race è andata in archivio con una vera lezione di vita da parte di una volpe, uno che nel fare numeri del genere fa capire quanto non siano scontate tutte queste vittorie: Philippe Gilbert. Nonostante un percorso ritoccato nel finale non senza critiche, la gara odierna è stata uno spettacolo come mai visto prima all’Amstel, dove fino lo scorso anno il pomeriggio era un continuo abbiocco.

Al mattino subito una fuga, dove il nostro Vincenzo Albanese è stato protagonista di una giornata fatta di Watt e caviglie in continua vasodilatazione. Ai meno 80 km però la BMC fa corsa dura, Van Avermaet mette alla frusta i suoi uomini, mandando in archivio la fuga nel giro di pochi Km. L’uomo che fa esplodere tutto è  Tjesj Benot, artefice dell’attacco decisivo in cui alla sua ruota si fanno trovare pronti Gilbert, Albasini, Izaguirre, Haas, Rojas ed Henao. L’azione e i Watt di questi uomini sembrano irraggiungibili, ma sul Keutenberg Michal Kwiatkowski fa un numero assurdo, riportandosi davanti con grande facilità, mentre Van Avermaet non regge le pendenze. In testa l’accordo e le gambe girano al meglio mentre dietro non c’è più nulla da fare. Ai meno 5km Kwiato rompe gli indugi, nonostante abbia battuto Sagan alla Sanremo non si fida dell’arrivo in volata e non vuole correre rischi di possibili fagianate spagnole. Sulla sua ruota c’è Gilbert ma i due non riescono subito a fare la differenza, sarà proprio il campione belga alla fine dello strappo a dare il colpo di grazia, quelle due pedalate in più che stroncano gli avversari. I due prendono il largo e si arriva così alla volata. Sembra non esserci storia, ma ecco uscire la volpe in Gilbert, furbo nel fare tutto ciò che permise a Kwiato di mettere in gabbia Sagan in Via Roma, lasciando però al polacco l’obbligo di lanciare lo sprint. Kwiato parte lungo, sembra prendere i metri decisivi, ma Gilbert in scia lo supera, lo guarda, alza al cielo il poker e sembra dirgli: “Ti ho dato una lezione di vita”. 

Mai come in questa stagione abbiamo vissuto classiche così accese, piene di duelli e battaglie iniziate da lontano. Anche oggi non ci siamo certo addormentati, vivendo una giornata piena di colpi di scena. Appuntamento mercoledì pomeriggio in cima al Mur de Huy dove i Watt raggiungeranno il massimo stadio, ma andiamo al pagellone:

Philippe Gilbert: chissà cosa avrà pensato Sagan vedendo un numero del genere, forse avrà distrutto la cucina Bora di casa, o forse dalla rabbia sarà salito sui rulli per mandare in corto circuito il suo potenziometro. Sembrava poco brillante il Campione belga, ma grazie alla classe è riuscito ad umiliare Kwiato in una volata spaziale. Poker! Pazzesco, vedendo numeri del genere si riflette su come non siano un caso quattro vittorie all’ Amstel e ancora una volta quanto le gambe da sole non possano fare la differenza. Ammirando però la sua dimestichezza in mezzo a quelle stradine si capisce il legame tra Phil e le Ardenne. Voto:10

Michal Kwiatkowski: bikeporn alle stelle e una gamba gamba atomica, ecco la giornata di Kwiato. Decide di svegliarsi sul Keuteberg dopo aver passato la giornata con il sigaro in bocca ed è autore di una accelerata pazzesca, mancava solo Sagan e sarebbe stata la cornice perfetta. Nonostante questo, nel finale fa ciò che alla Sanremo non aveva fatto, sbagliando tutto anche dopo aver tastato gli avversari nell’ultimo passaggio sul traguardo. Voto: 7

Michal Albasini: generoso al massimo come al solito lo svizzero. Ogni anno da queste parti è assoluto protagonista, è mancato solamente qualche Watt nel finale. Voto:8

Nathan Haas: la dimostrazione vivente di quanto sia importante l’esplosività nel ciclismo moderno. Haas è un nostro pupillo da tempo, uno che ama instagrammare bilanceri, girate e stacchi. Uno che sa quanto sia importante essere esplosivi in questo tipo di corse. Voto: 9

Tim Wellens: quando si mette a menare in punti dove è impossibile fare la differenza ci fa impazzire. Copri scarpa bianco, posizione da crono e Solowattaggio.  Sarebbe capitano dello Swatt Club in una nostra eventuale presenza nel World Tour. Voto: 9

Vincenzo Albanese: il più giovane in gruppo, alla prima classica eccolo subito all’attacco. Che personaggio Vincenzo, una stazza che ha oscurato tutti i suoi compagni di fuga. Non è la sua corsa ideale, ma le pietre della  Roubaix lo attendono. Voto:8

Greg Van Avermaet: un corridore normale dopo aver vinto la Roubaix sarebbe già sulle spiagge australiane a bere Mojito, non GVA, uno che se non mette il numero non è contento. Voto:7

Sonny Colbrelli: era atteso, il favorito, ma nulla ha potuto contro le medie folli sui muri. Nonostante questo è sempre lì anche se oggi ci si aspettava una vittoria. Voto:6

Aleandro Valverde: ce lo saremo aspettato più competitivo viste le ultime performance. Mercoledì però sul Mur de Huy ogni Watt scaricato sarà per entrare ancor più nelle prime pagine dei libri di storia. Voto:5

Quik Step pavimenti : orfani del prodigio Alaphilippe, i Wolf Pack hanno raccolto il massimo rimanendo coperti. Gilbert ha salvato la baracca, con un Bob Jungels appannato e Daniel Martin invisibile nelle fasi salienti. Voto:5

Michael Matthews: poco brillante, l’aussie dovrà rivedere la preparazione. Voto:4

Enrico Gasparotto: che peccato, una caduta mette fuori gioco il vincitore dello scorso anno. Forse avrebbe tenuto il passo del gruppo dei migliori. Voto: S.V.

Rojas Gil: lo spagnolo si trova davanti nei momenti cruciali della corsa, ma non mette mai la faccia al vento. Voto: 3

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