Dominik Paris è tornato il fenomeno che ci ricordavamo, Peter Fill sta accarezzando un sogno, Kietjl Jansrud è li pronto per fare il colpaccio. La discesa di Kvitfjell, nonostante la pista poco veloce e senza insidie, ha regalato emozioni: il nostro “Domme” ha vinto davanti al sorprendente Giraud Moine e Steven Nyman, mentre Jansrud e Fill hanno terminato rispettivamente in quinta e decima posizione. Una gara decisa sul filo dei centesimi che ha tenuto i tifosi incollati davanti alla tv.
Ma lo sguardo è già rivolto a Mercoledì 16 Marzo, dove andrà in scena l’ultima gara di discesa libera a St. Mortiz. I tre duellanti però hanno tutti situazioni psico-fisiche differenti: Paris è un fiume in piena e un fiume in piena non lo fermi, puoi solo pregare che si arresti da solo. I suoi avversari dunque possono solo sperare in un suo errore, in un episodio sfavorevole, e lo sci è uno sport di situazione. Finora questo ragazzo della Val d’Ultimo ha sempre corso senza pressioni, ci sono sempre stati altri sciatori davanti a lui e alla coppetta non ci ha mai pensato. Questa sera però quando andrà a dormire, quel pettorale rosso sarà il suo unico pensiero. Mercoledì vedremo se “Domme” ha la pasta da vero vincente.
Eccoci a Peter Fill: il Jet di Castelrotto ha “giocato con il fuoco”. Da Kitz in poi ha sempre dato l’impressione di sciare con margine e in Coppa del Mondo non se lo può più permettere nessuno. Ora per lui la parola d’ordine è: vincere. Sarà veramente dura per lui, ma ha i mezzi tecnici per riuscirci. Infine Jansrud. Il vikingo sembra ormai fuori dai giochi, solo la matematica lo tiene in corsa. Troppo discontinuo in tutta la stagione, troppo a strappi. Sarebbe una beffa per tutti se vincesse lui. Mai un azzurro è riuscito a conquistare la coppetta di questa specialità, la “disciplina madre”. Nemmeno il mitico Ghedina, nemmeno Innerhofer nel suo anno magico. E questa volta incredibilmente avremo due azzurri che lotteranno per il titolo di discesista più forte.
Siamo alla resa dei conti. E come nelle storie più belle si deciderà tutto all’ultimo atto, all’ultimo secondo, all’ultimo respiro. Una gara che vale la carriera, una gara che vale l’ingresso nell’olimpo dello sci alpino. Mercoledì solo uno di loro diventerà un eroe, gli altri rimarranno grandi sciatori.