Tommy è fantascienza. Il pagellone di Beaver Creek

Ormai è risaputo, raramente i giganti svolti sulle parti finali delle discese sono entusiasmanti, se poi ci aggiungiamo il fatto che non abbiamo mai amato il gigante di Beaver e la sua neve da fis junior, diciamo che eravamo più che scettici alla vigilia della gara. Eppure dalla nevmbbia è spuntato Tommy Ford, che con due sole manche ci ha fatto ricredere nei dogmi che abbiamo portato avanti nelle ultime stagioni. Base stretta? Sashimi? Mmm, non proprio i cavalli di battaglia dello statunitense, che ha domato il gigante più facile del circo bianco con un metro di distanza tra un piede e l’altro e uno spigolo leggero, quasi ad accarezzare il pendio di casa. Kristoffersen e Haugen stanno a guardare increduli, mentre il resto del mondo spinge e strappa senza cavare un ragno dal buco. Ma andiamo alla pagella.

Tommy Ford: avevamo già spaccato il televisore dopo aver visto la sua espressione in partenza la seconda manche. Tommy che vince in Coppa del Mondo con 8 decimi? No, non è fantascienza, è la nuova prospettiva del gigante. E ora via verso la Face de Bellevarde con il pettorale rosso. Voto 100

Henrik Kristoffersen: compitino? Si. Voto 6

Leif Kristian Haugen: torna sul podio dopo due anni e mezzo, sulle nevi che lo hanno adottato. Tagliato il traguardo non sta più nella pelle, finalmente due manche regolari in spinta senza errori. Voto 9

Trevor Philp: un altro che ha sfruttato in pieno le nevi oltreoceano è proprio il canadese, che senza i due errori della seconda manche avrebbe potuto addirittura insidiare Kristoffersen e Haugen. Sarà sugli stessi livelli nelle gare del vecchio continente? Voto 5

Lucas Braathen: ormai è uno dei pochi che realmente ci esalta quando apre il cancelletto. Linee al limite dell’impensabile e una fisicità disumana per un 19enne. Su nevi più conosone alle sue caretteristiche farà sfracelli. Voto 7

Alexis Pinturault: pensavamo avesse trovato la continuità che sempre gli è mancata negli ultimi anni, invece ne ha già steccate due su tre nelle sue discipline. Strappa e schiaccia, ma sempre già in bornout a dicembre. Serve uno squillo pesante sulle nevi di casa, Kristoffersen e i discesisti non stanno a guardare. Voto 3

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