Questa notte è andata in scena la discesa più ridicola del millennio, non che avessimo grandi aspettative dai pendii coreani, ma se quattro anni fa avevamo assistito ad una guerra sportiva nella steppa siberiana, la gara vista questa notte è stata una presa in giro a tutti gli atleti che fin da piccoli avevano sognato qualcosa di diverso. Una notte di coffeporn, indispensabile per tenerci svegli, a limitare i picchi glicemici davanti ad uno spettacolo indecoroso, che questo sport non merita: una pista priva di punti cruciali, un paesaggio incommentabile, ed un pubblico al traguardo che ci ha fatto ritornare in mente la gare baby. Una gara in cui i contenuti tecnici li abbiamo messi da parte, rimanendo in silenzio fino ad ogni intermedio e rimanendo impietriti davanti al cronometro. A vincere è stato il gigante Svindal, lucido dalla partenza all’arrivo, più forte del compagno Jansrud, capace di giocare lo scherzo della vita al proprio capitano fino a due terzi di gara. In terza posizione il favorito, Beat Feuz, capace di dimostrare la propria superiorità solo a tratti, ma irriconoscibile nella prima parte di gara. Dominik Paris chiude ai piedi del podio, dimostrando grande maturità, ma abbandonato dai materiali, troppo determinanti quest’oggi. Una pagina orribile della storia dello sci è stata scritta, molti diranno che hanno vinto i migliori, verissimo, ma anche a Kitzbühel vincono sempre i migliori, ma la gara senza Hausbergkannte e Mausefalle non ha lo stesso valore. Ci vediamo questa notte, il superg sarà tutta un’altra storia, andiamo al pagellone:
Aksel Svindal: nella parte alta l’azione non è delle più pulite e non è così efficace. Ma poi arriva il suo pane: i campi aperti da arare come solo un New Holland può fare. Può essere poco elegante e poco pulito, ma quest’uomo ha capito meglio di tutti una cosa semplice è fondamentale nello sci: essere veloci. Voto: Oro
Kjetil Jansrud: il suo piede felpato nella parte alta del tracciato fa tremare il suo compagno di squadra. Nella seconda parte non mette la sesta marcia e perde tutto ciò di buono che aveva creato prima. Questa sera rivincita davanti ad una grigliata koreana con il suo compagno di merende. voto: Argento
Beat Feuz: un bronzo che sa di sconfitta, perché oggi era lui l’uomo da battere. Forse il cambio di neve dopo le prove gli ha fatto perdere la fiducia necessaria in queste gare secche. Peccato, perché in questo momento è comunque lui l’uomo più veloce del pianeta, sia nei tratti difficili che sui piani. Voto: Bronzo
Dominik Paris: le sue interviste nel post gara hanno rimarcato ancora una volta il carattere di questo atleta. Domme non corre per partecipare, Domme corre per spaccare tutto. Distrugge il cancelletto di partenza, scia alla grande ma sbaglia una sola curva che gli costa caro. Voto: Legno
Thomas Dressen: oggi ha gareggiato da big. Dopo la prova in combinata gli occhi erano su di lui e nonostante la pressione ha comunque disputato un’ottima gara. che sciare il teutonico. Voto: 7
Peter Fill: solido, pulito, perfetto. Per la medaglia serviva però ancora qualcosa. Voto:7
Emanuele Buzzi: da anni Solowattaggio ricopre un ruolo determinante nella mentalità degli atleti italiani. Prima delle Olimpiadi abbiamo raccomandato ai nostri alfieri di non limitarsi a partecipare, ma di ritornare a casa dicendo: “mamma, per un attimo ho sognato di vincere una medaglia”. Lele anche oggi ha lasciato il segno, facendoci rivivere una discesa analoga a quella di Innerhofer a Vancouver 2010, in cui Inner fu davanti a tutti per più di metà gara. Il suo + 39 al secondo intermedio ci ha fatto esplodere dal divano per pochi secondi, fino alla sentenza dell’ultimo intermedio, momento in cui abbiamo lanciato il telecomando per ritornare a letto. Voto: 7
Christof Innerhofer: la stessa faccia di Lake Louise al traguardo: ” ma come? ho fatto il Carving!” Si Inner, hai pennellato, facendo Skiporn nella diagonale iniziale dove molti tuoi colleghi erano in balia Olimpica, ma non è bastato. Questa notte ci alzeremo per chiudere il conto con Sochi, per vendicare quell’internata dopo pochi secondi mentre stavi facendo anche quella volta: il Carving. Voto: 6