Molto spesso nelle interviste post o pre competizioni, non emergono grandi contenuti, la tensione, le domande e la frenesia tendono a farci chiudere o a non dare risposte curiose. Non c’è intervista migliore di una pedalata di 70 Km, per questo motivo sabato scorso non abbiamo potuto rifiutare l’invito di Gianni Moscon alla festa del suo fan club. Gianni è uno di quei corridori che ci ha dato di più in questi anni, dai tempi della Zalf è sempre stato disponibile senza mai rinviare un appuntamento.
Un ritrovo per i più appassionati a Cles per il Gianni Moscon Day, la giornata che ogni anno celebra il fenomeno del Team Sky. Dopo il ritrovo al mattino in centro e le classiche foto di rito davanti al fotografo ufficiale Remo Mosna, eccoci partire in direzione San Michele all’Adige, con Gianni ad aprire la strada e a preoccuparsi della sicurezza di tutti i presenti. Si va a ruota libera nei discorsi, dal Tour al Mondiale, dalle classiche di primavera alla stagione successiva. “ Peso come durante il Tour – ha esordito Gianni- quando sono ritornato a casa sono stato fermo qualche giorno,ero talmente arrabbiato che non ho nemmeno guardato le tappe. Poi ho iniziato a lavorare nuovamente, sempre con le tabelle di Dario Cioni. Tanti lavori, la vedi quella salita? Lì solitamente faccio il medio”. Parliamo a pochi centimetri di distanza, l’andatura è alta e da dietro partono i cori, vogliono tutti una menata da parte sua, così si toglie la mantella per aprire il gas qualche secondo.
Vedendolo sfrecciare non posso che chiedergli un parere sulle sue gare al nord. “Lo scorso inverno qualcosa non è andato, dopo essermi fatto male ho preso qualche kg, sedute in palestra che mi sono servite a poco ed ho compromesso le classiche. Al Tour invece nella tappa di Roubaix andavo veramente forte”. Tanti giovani e corridori di mezza età, tanta qualità in gruppo, su tutti due ex di grande spessore come Andrea Piechele e Giovanni Leonardi, oltre a Thomas Forno.
A San Michele ecco una tappa al Bici Grill con una sciabolata di Trento DOC da parte di Gianni, mentre fiumane di tedeschi ci passano davanti con Km di spacers sulla bici in direzione Garda See.
Subito dopo la pausa ed un buon calice di vino, ecco l’attesa competizione sullo strappo di Monreale. Una rampa con punte al 18% che portano al Castello di Monreale. La gara inizia con Gianni a fare da moderatore e cameraman con il telefono in mano, pronto ad immortalare ogni istante. Dopo pochi secondi di gara il suo potenziometro segna già 500 Watt, non c’è tattica, tutto è lecito e tutti vanno a tutta cercando di staccare gli avversari.
Tempo di riprendersi dal fuori soglia e siamo già di ritorno. Pedaliamo tra i vigneti di San Michele mentre ci mostra l’istituto agrario che frequentava: “ Questa è la mia vecchia scuola, con l’autobus ci impiegavo quasi due ore ad arrivare”. Entrando in Val di Non ecco la vendemmia delle mele: “mangerei volentieri una mela fresca, qui sono belle, mentre più in alto verso casa mia hanno preso la tempesta” ci racconta Gianni.
A questo punto i discorsi non possono che virare sul Mondiale di Innsbruck, dove Gianni ha da poco preso casa: “Montecarlo era troppo distante, così da poco mi sono stabilito nel capoluogo tirolese, non ho ancora trovato un gruppo di corridori, ma mi sembra un bel posto . Ci sono rimasto male per l’incidente del Ponte Morandi, lo percorrevo ogni volta. Vedremo come correremo al Mondiale. Credo che Nibali ci arriverà al meglio. La Vuelta ti dà una grande condizione anche accontentandosi di portare la bici al traguardo. Ora andrò sullo Stelvio per un blocco in altura e poi correrò al trittico lombardo”. Parole di miele anche per due suoi giovani colleghi: ” Consonni è solido, va sempre forte, non è una meteora che va bene in una gara e poi scompare tutto l’anno. Formolo anche va forte, se imbrocca la condizione nel momento giusto è capace di vincere un corsone di tre settimane”.
Al Ristorante Giardino nei pressi del centro di Cles, è tempo di riempire la gamba dopo aver fatto i tornanti di Tuenno a tutta. Il foodporn non ha restrizioni, il sale è consentito. Basta sedersi a tavola con Gianni per capire la forza del suo motore. In un epoca di amatori convinti che preferiscono mangiare cento grammi di pasta in meno, piuttosto che fare una ripetuta in più in allenamento, lui risponde ingurgitando tutto. Lo aspetta un mese importante, c’è tanta di voglia di mettere il numero sulla schiena. Lo salutiamo con un espresso e il pensiero al Mondiale. Lo scorso anno a Berghen fu il più forte assieme ad Alaphilippe e quest’anno c’è la sensazione che sia proprio il francesino l’uomo da battere, ma noi ci crediamo, tutti i fari su Nibali potrebbero proprio lasciare uno spiraglio al Trattore della Val di Non.