Eccoci qui, dopo il gran finale del Lombardia. E’ giunto il momento di mettere via la bici, riporre i body nell’armadio e cominciare ad indossare tutine e scarponi. Soelden sta chiamando e noi non stiamo più nella pelle, siamo impazienti di vedere come le varie squadre nazionali hanno lavorato nel solito, lunghissimo break estivo, e quali novità tecniche potrà finalmente portarci l’opening sul Rettenbach.
E’ vero, è venuta a mancare quella che è stata la guida tecnica nel gigante maschile soprattutto dal 2015 a questa parte, quel Marcel Hirscher capace di indicare la via da seguire e di spingere in là tutti i limiti, prima con gli sci da 35 metri e poi con i nuovi 193 raggio 30. Eppure siamo sicuri che gli spunti non mancheranno, ed arriveranno la maggior parte dai più giovani. Si cercheranno ancora linee direttissime e alle volte un po’ sporche come successo nelle ultime due annate con gli sci nuovi? O la via da seguire sarà indicata da nuove interpretazioni dei movimenti fondamentali apportate dalle nuove leve della disciplina? E’ vero, in alcuni casi i due concetti possono coesistere: quello che tutti ricercano ormai sono nuovi movimenti e sensazioni capaci di accorciare le linee per poter risultare il più efficaci possibili in ogni situazione. Ci sarà dunque qualcuno che riuscirà ad unire le due cose? Potremo già vedere qualcosa di nuovo sul muro di Soelden? Chi lo sa, ma ci auguriamo tutti che i vari spunti dati dalle nuove leve la scorsa stagione possano diventare dei punti fermi per la tecnica futura.
Di che spunti stiamo parlando? Beh, andatevi a vedere su YouTube le manche di Marco Odermatt sulla Gran Risa e alle finali di Soldeu. Il movimento che il talento svizzero fa per togliere lo spigolo a fine curva sembra una vecchia ripresa della distensione anni ’90, movimento che dà sicuramente più energia e continuità al gesto, ma che in certi casi rischia di essere alquanto rischioso, se fatto in modo troppo brusco e violento: ne sono infatti da esempio le classiche esplosioni che hanno portato all’errore anche lo stesso Odermatt.
Avranno preso qualche spunto interessante anche i nostri italiani? Lo speriamo, e nonostante i nostri gigantisti top abbiano fisici completamente diversi da quegli Odermatt, Kristoffersen o Windigstad che tanto hanno impressionato alla fine della scorsa stagione, siamo sicuri che sotto la nuova guida tecnica avranno potuto trovare quella chiave di volta che ci farà finalmente tornare sul podio, perchè, se qualcuno non se ne fosse reso conto, rispetto al passato recente ci sarà sempre un posto gradino libero in più. Non aspettiamo quindi altro che questa settimana si esaurisca in tempi brevi, abbiamo voglia di salire sul Rettenbach e vedere cos’ha in serbo per noi il futuro.