Hai disputato una stagione eccellente, in salita sei andato fortissimo. Che cosa ti ha permesso di andare così ? Raccontaci la tua preparazione.
E’ stata una stagione soddisfacente, un pò di rammarico per la mancata convocazione ai mondiali e per qualche vittoria sfumata, ma possiamo dire che il bilancio è positivo. Quest’anno sono stato preparato da Gianni Faresin, lui mi ha permesso di conoscere i metodi di allenamento che ho messo in pratica anche commettendo ogni tanto qualche sbaglio dovuto all’entusiasmo. Un’altra pedina importante è stata il mio procuratore, anzi direi amico più che procuratore, Luca Mazzanti. Con lui passo molto tempo e spesso è un compagno d’allenamento e di svago.
Quando ti sei sentito in forma come mai?
Sinceramente non mi sono mai sentito veramente in forma. Ero molto vicino alla forma a Mercatale, Castiglion Fibocchi e alla 5a tappa del Val d’Aosta, ma per il resto mi sono sentito bene senza però avere mai la grande giornata. Probabilmente ciò è dovuto dal fatto che ho esagerato un pò in preparazione, un errore che cercherò di non commettere più in futuro.
Vieni dall’isola d’Elba. Come è la vita lontano da casa? dove vivi quando sei alla Zalf?
Si, vengo dall’isola d’Elba, paradiso naturale per qualsiasi tipo di attività estiva. Lì ho imparato a praticare tanti sport, dalla pesca in apnea al windsurf, dal rugby al basket per arrivare al primo grande amore la MTB. Fortunatamente la mia famiglia ha sempre avuto una grande visione del mondo e del cosiddetto in elbano “continente”. Grazie a loro ho imparato a sciare e andare in snowboard, due fantastici sport che come cade qualche fiocco di neve mi precipito a praticare. Per tante cose mi manca un pò la mia amata Elba, ma del resto è un sacrificio che lo sport comporta se vuoi eccellere e comunque torno spesso.Quando sono lontano da casa sto a Bologna, la mia seconda casa dato che mia mamma Elisa è bolognese, lì abito con lei e mia nonna Lidia. Mio padre Gabriele, gli altri nonni Bruno e Lia, mio zio David con mia zia Maruska e mie cuginetti abitano tutti all’Elba.
Altro punto di ritrovo fondamentale è stata la casetta zalf a Castelfranco Veneto, un ottimo appoggio per gli allenamenti e per i brevi collegiali, si sta veramente bene e si è trattati con i guanti bianchi.
Raccontaci della Zalf, dove vi allenate, il gruppo e qualche aneddoto. Chi è il più lavoratore in allenamento e chi invece cerca di tirarsi indietro?
La chiave delle tante vittorie targate Zalf è sicuramente il gruppo, ognuno ha una sua particolarità. Se devo dire un nome secco sul più lavoratore vado sul sicuro dicendo Gianluca Milani, penso che veramente pochi atleti abbiano la sua costanza nel lavorare sodo. Nonostante tutti i problemi avuti quest’anno è sempre rimasto concentrato senza mai sgarrare, spero che un giorno possa coronare il suo sogno di passare professionista. Per quanto riguarda il più sfaticato, è senza dubbio Andrea Toniatti. Nonostante ciò ha una gran classe e un gran motore, uno dei più grandi talenti del ciclismo italiano! Spero si ritrovi e conquisti un posto tra i grandi del ciclismo.
Chi è il tuo riferimento tra i professionisti?
Se devo dire a chi mi ispiro dico che un giorno vorrei sentire i giovani ciclisti dire: voglio diventare come Simone Velasco.
A Capodarco sei arrivato secondo dietro Donato. E’ successo un vero caso, come sono le cose adesso? avete chiarito? Raccontaci come è andata la corsa.
Il fatto di Capodarco fa male, ormai ci ho messo una pietra sopra. E’ successo quello che è successo. Mi sarei aspettato delle sincere scuse ma evidentemente una corsa vale più di un’amicizia. Nessun problema, saprò come comportarmi in futuro. D’altronde non si smette mai di imparare.
Ora per tè arriva il professionismo. Andrai alla Bardiani. ti senti uomo da classifica o da classiche?
Da quest’anno approderò alla corte della famiglia Reverberi, Bardiani CSF. Sincerante devo ancora scoprimi, magari il prossimo anno avrò le idee più chiare.
Chi ti ha più impressionato tra i giovani in questa stagione?
Tra i giovani che più mi hanno impressionato quest’anno c’è senza dubbio Kamna per gli esteri e tra gli italiani Rocchetti, ne sentirete parlare un bel po’.
@Bauerdatardaga