Stamattina si è, finalmente, svolto il gigante olimpico femminile.
Vince la Shiffrin, dopo una prima manche dominata dalla nostra Manuela Moelgg che non è poi riuscita a confermarsi nella seconda.
E via che giornalisti ed esperti hanno cominciato a sentenziare che Manu non ha retto alla pressione, che le è venuta la tremarella etc.
Non sappiamo se effettivamente sia andata così o siano entrati in gioco altri fattori, ad esempio un problema al ginocchio lamentato nei giorni scorsi o degli errori tecnici che, riguardando la manche, saltano all’occhio.
Ma ammettiamo che non abbia realmente retto alla pressione. E allora? Sono la prima ad essere convinta che la capacità di gestire l’ansia e il peso delle aspettative possa essere allenato. Ma stiamo pur sempre parlando della gara delle gare, della gara Olimpica. Credo che la pressione ci stia tutta e pur con tutta l’esperienza del mondo, un’atleta può in quel frangente percepirla e non riuscire completamente a escluderla.
Le gare sono così. In uno sport situazionale e veloce come lo sci davvero tutto può accadere, qualcosa può sfuggire al controllo e trasformare la giornata perfetta, in una giornata un po’ meno perfetta. E allora qualcuno dirà, “il campione vero è in grado di controllare tutto, di gestire qualsiasi pressione”.
Molto facile a dirlo, soprattutto se seduti sul divano e se non si è mai messo un paio di sci ai piedi, molto meno a farsi. Perché se per un attimo ci immedesimiamo in un atleta che sta affrontando una gara olimpica, saremo in grado di percepire la miriade di variabili che deve affrontare: emotive, tecniche, ambientali etc. Questo non significa accontentarsi (crediamo che Manuela sia la prima a non essere completamente appagata dalla sua gara) o trovare alibi e giustificazioni, ma cercare di essere oggettivi nella valutazione, senza ridurre il tutto all’etichetta “non sa gestire la pressione”.
Manuela è un’atleta esperta, con tutta probabilità alla sua ultima Olimpiade. Fino alla scorsa stagione era a un passo dal ritiro. E invece oggi era lì a giocarsela. E lo ha fatto. Ci ha provato davvero, nella prima manche (riuscendoci) e nella seconda (infilando qualche errore di troppo). Ed è questo che dovremmo sottolineare della sua prestazione. Il fatto di averci provato dall’inizio alla fine, cosa non banale che solo gli atleti veri sanno fare.
Riassumendo, 3° Brignone, 5° Bassino, 8° Moelgg, 11° Goggia….in fondo proprio schifo non facciamo.