Sebastian Vettel, 10: l’uomo, ancora prima della macchina. O forse, addirittura, la macchina nella macchina.
Sarebbe davvero superfluo commentarne la prestazione.
La classe, dopotutto, non è acqua. E se poi è pure vestita di rosso, allora…
Valtteri Bottas, 6: Vorrei… ma non posso!
Al solito, veste alla grande i panni del pugile suonato: proprio come la Mercedes, si sveglia tardi (e male), sbagliando il timing dell’attacco (poi) e della gestione della gomma (prima).
Occhio al rientro di Nico: la nonna del circus ha i minuti contati.
Lewis Hamilton, 7: il triplo sorpasso (capolavoro), la tappo-mode e i casini con la radio rischiano di confondere la luna con il dito.
Con quel missile lì sotto il fondoschiena, con Kimi e lattine fuori dai giochi, insomma, il podio ce l’aveva proprio in tasca.
La notizia, dunque, non è la rimonta, ma è la vaga certezza che gli scricchiolii palesati all’Albert Park, forse, non fossero proprio un caso.
Tornerà, niente paura. Ma intanto è a -15.
Cin cin!
Pierre Gasly, 9: al netto dei ritiri dei cugini, che risultato. Ma soprattutto che solidità, ragazzi.
Applausi a scena aperta anche per Toro Rosso: la scommessa Honda non era certo per deboli di cuore. Su il tricolore!
Fernando Alonso, 5: cambi di motore, dichiarazioni di guerra, ottimismo, team radio e chi più ne ha più ne metta: gira e rigira, alla fine della fiera, siamo sempre lì.
Una sola certezza: mai dire 《Honda》!
Kimi Raikkonen, sv: prima di tutto, un grande in bocca al lupo al “Ciga” che, tra parentesi, è già in piedi e sorridente: un raggio di sole dopo una serata scura scura.
Poi, su Kimi. Il ragazzo è in palla come mai negli ultimi anni: il deserto ha confermato le ottime sensazioni avute tra i canguri.
Aldilà del triste incidente, però, due unsafe release (il primo allo scadere delle fp2) – per una squadra che punta a entrambi i titoli – non sono concepibili.
-35, dunque, e gambe tagliate. Come sempre.
Occhio però a perderselo troppo presto per strada, a questo giro.
Max Verstappen, 4: difficile stabilire se sia stato più ridicolo l’incidente al sabato in Q1 o la scusa da lui venduta nel post (《un improvviso incremento di potenza》).
Nelle prime battute della corsa, poi, combina il solito frittatone, finalmente rimettendoci in prima persona.
Le gare, come sempre, non si vincono al primo giro. Il MM della F1.
La Cina è viCina! A prestissimo.
Tommy Govoni