Il 2023 di Jakob Schubert ha qualcosa di straorinario. Il climber austriaco classe 1990 in questa annata è stato assolutamente devastante sotto ogni punto di vista: partendo dalle competizioni, passando per il Deep Water Soloing ed arrivando alle difficoltà più dure sia in falesia sia sui blocchi.
Dopo aver dominato infatti i campionati del mondo di Bern, vincendo con una superiorità a tratti imbarazzante la lead e recuperando nella combinata dopo un boulder così così, ha chiuso prima i conti con la King Line di Flatanger ad ottobre, contesa con Adam Ondra fino all’ultimo e gradata 9c, e ieri con il mitico boulder Alphane a Chironico, terzo 9a blocco della storia.
Una seconda giovinezza per il ragazzo biondo di Innsbuck, capace non solo di tenere testa ai giovani nelle competizioni e sui passaggi coordinativi ma anche di stritolare ogni micro appiglio che gli si trova sotto le mani, sia con che senza corda, risolvendo i passaggi più duri del pianeta con tempistiche relativamente brevi.
Con un Adam Ondra che quest’anno ha faticato nelle competizioni ed ormai sembra abbia riscosso una diminuzione di massimale rispetto a qualche tempo fa ed un Seb Bouin che nonostante sia una macchina di guerra nel macinare tiri estremi ma che non si cimenta nel boulder e nel massimo circuito delle competizioni; si può tranquillamente affermare che Schubert sia stato il climber più forte nell’anno solare, con risultati, citati in precedenza, mai raggiunti da nessuno prima di lui.
E adesso arrivano le Olimpiadi, sarà lui l’uomo da battere a Parigi.