Due secondi e ottantacinque centesimi, è questo il distacco accusato da Roberto Nani nel gigante d’apertura sulle nevi austriache di Solden. Come mai? Perché? Non stava bene? Problemi di materiali? molte le domande che noi tutti ci siamo posti per cercare di dare una spiegazione a una debacle personale prima che di squadra; causa la mancata tappa nordamericana, non abbiamo avuto ancora un risposta alle nostre ipotesi e, a meno di tre giorni dalla seconda gara tra le porte larghe in Val d’Isere, abbiamo raggiunto telefonicamente Robi per capire quali siano le sue sensazioni alla vigilia della partenza per la Francia.
“Finalmente sto bene!, dopo la brutta performance lungo il Rettenbach avevo bisogno di certezze e, anche se una brutta caduta, avvenuta in allenamento proprio sul pendio austriaco due giorni dopo mi ha bloccato sia mentalmente sia fisicamente, mi sento vicino al top della forma”. Continua Nanetor: “ Fortunatamente l’infortunio è stato di lieve entità e ciò mi ha permesso di tornare velocemente sugli sci, tra Solda, Passo Furcia e, ora, Courmayeur, dove ho lavorato molto sull’assetto dei miei Volkl con il fido “Spada” e soprattutto sui difetti tecnico tattici che ancora devo migliorare”.
Traspare una ritrovata fiducia nelle parole del livignasco e ciò non può far altro che piacere ma ,al di là delle solite considerazioni come: è la prima gara, è solo ottobre, è in ghiacciaio, la domanda sorge spontanea: cosa non ha funzionato nell’opening austriaco? “E’ vero, ci siamo allenati in condizioni totalmente diverse da quelle riscontrate poi a Solden, ma ciò non deve essere una giustificazione, siamo atleti di Coppa del Mondo e l’adattamento tra un manto nevoso e l’altro deve essere immediato, anche perché i primi 5 sono sempre gli stessi sia che si trovi il barrato sia sul sale; ho avvertito un senso di insicurezza già al mattino e ciò è stato poi confermato durante la discesa della prima manche, non si possono commettere certe leggerezze, bisogna avere “fame” altrimenti è meglio stare a casa e non presentarsi nemmeno al cancelletto”.
Parole che denotano un forte senso di responsabilità da parte del leader dei gigantisti azzurri che rincara la dose: “Ho una gran voglia di rivalsa, tornare nelle posizioni che mi competono, non basta più arrivare in fondo nei top 10 per essere soddisfatti; sono convinto che anche questi ultimi giorni di training nella mia amata Livigno siano stati un toccasana per arrivare preparati all’appuntamento francese”. Da ricordare che domenica, gara di recupero del gigante nordamericano, la pista che ospiterà la disciplina regina sarà la “Orellier Killy” e una settimana più tardi sarà la volta della famosa “Face de Bellevarde” dove Robi ha già centrato un quinto posto di spessore nel 2013: “piste preparate alla perfezione e dagli alti contenuti tecnici che non permettono nemmeno un minimo rilassamento, non vedo l’ora di ascoltare il beep del cronometro e mettere i bastoncini fuori dal cancelletto. E’ tempo di podio”.