Eccoci con la seconda puntata di “Chi dimentica è complice“. Questa volta vi parleremo di un ragazzotto che conoscete molto bene, uno che ha vinto la discesa di Kitzbhuel e di Bormio e ha già scritto pagine pagine importanti per lo sci italiano, un certo Dominik Paris. Sapete tutti chi è, ma forse non avete mai sentito parlare della prima volta che si presentò di prepotenza a tutto il mondo dello sci.
Sarentino è la classica tappa di Coppa Europa che nessun velocista vuole saltare. Una località famosissima nel circo bianco per i suoi continui cambiamenti climatici: solo il vento e le nuvole possono decidere chi avrà successo o no nelle gare di Sarntal. Si tratta solo di fortuna? No, c’è molto di più. Sarentino ti sceglie, ti prende per mano e ti regala alla platea continentale.
Il 12 Febbraio 2008 è stato un giorno folle per la località altoatesina. Gli atleti mai avrebbero pensato di partecipare ad una delle gare più combattute dello sci alpino. Scendono i primi 30 concorrenti, i migliori della Coppa Europa del momento; il cielo è coperto da qualche nuvola di troppo ma la gara scorre regolare. Dopo circa 50 concorrenti l’austriaco Christoph Alster è in testa alla gara ed è già pronto per tornare in patria da vincitore. Purtroppo però Sarentino decide di cambiare faccia; dopo pochi minuti il cielo si apre e il sole inizia ad irraggiare tutta la pista, mutando in meglio il manto nevoso. Con questo cambiamento climatico gli atleti in partenza sanno di poter spiccare il volo per far segnare tempi stratosferici. La tensione cresce a dismisura e dalle radio degli allenatori si sente un grido di speranza e cattiveria agonistica: si può fare il colpaccio!
I due francesi Durand e Bouillot, partiti con il pettorale 55 e 52, sono i primi a far tremare tutto il parterre: sesta e settima posizione provvisoria per i transalpini a soli due decimi dal primo posto. Ma questo è solo l’antipasto. Arriva il numero 59, l’americano Christopher Beckmann, il mattatore di giornata: primo posto per lui con 10 centesimi di vantaggio! E poi seguono a ruota il n.60 Ami Orellier, sesto al traguardo, e l’azzurro Stefan Thanei n.64, che si piazza in seconda posizione a 8 centesimi dalla leadership. Quella che sembrava una normalissima e scontata gara di velocità si è trasformata nel caos più totale.
Il podio è già delineato, in un solo secondo ci sono 47 atleti. Ma manca ancora un uomo all’appello, un ragazzo che veste la divisa del comitato regionale altoatesino. È lui, Domme, quel ragazzotto che il mondo conoscerà qualche anno dopo sulle piste più difficili del pianeta. È in partenza con il numero 94 e dietro di lui mancano solo i suoi compagni di merende Andy Plank e Raphael Runggaldier a chiudere la giornata. Domme sta per aprire il cancelletto della sua seconda gara di Coppa Europa in carriera e nella sua testa le aspettative non sono molte, anzi, basterebbe una discreta prestazione per mettere in mostra le sue doti da velocista di razza. Nemmeno lui sa cosa combinerà qualche minuto più tardi. La pista è fatta su misura per lui, i dossi poi sono il suo pane; gli allenatori lo guardano attentamente passare: è un po’ diverso dagli altri come stile e sciata, ma è veloce, un cannone. Quando taglia il traguardo la terra si ferma per qualche decimo di secondo: quinta posizione a 15 centesimi dalla vittoria. Un risultato pazzesco per un ragazzo di soli 19 anni.
Quel giorno Domme fu lanciato verso l’olimpo dei grandi. Quel giorno Paris squarciò il cielo di Sarentino.