Lunedì, giorno di recupero. Dopo una gara al sabato senza troppe emozioni e lo spostamento dovuto alle copiose precipitazioni del week end, ci siamo approcciati a questa gara senza enfasi, senza quel solito pathos che solo il pubblico e i palcoscenici delle grandi occasioni ci possono dare. Di certo non per il lavoro degli organizzatori, encomiabile vista la situazione e il recupero di Val d’Isere avvenuto last minute, ma quanto per la poca spettacolarità della Deborah Compagnoni per una gara da gigante e le riprese laterali che di certo non hanno aiutato lo spettacolo.
Eppure è bastato relativamente poco per accendere la scintilla, per farci esplodere sul divano nonostante il livello tecnico assurdo messo in pista da Odermatt. Quel trentesimo posto al fine prima manche, col pettorale 58, dello nostro affiliato Swatt Club Stefano Baruffaldi è stato sufficiente per farci vivere quelle emozioni sportive che mai in questo anno troppo strano abbiamo provato. Una qualifica che sa di vittoria, non di rivincita. Una qualifica che ripaga di tutti gli sforzi fatti, un benedetto centesimo che finalmente ha girato dalla parte giusta dopo una marea di porte sbattute in faccia, nonostante il potenziale ci sia sempre stato.
Una scintilla che ci ha fatto saltare sul divano e ha scatenato le fantasie più perverse nel lasso di tempo prima e durante la seconda manche, con l’esultanza, chiamatela pure antisportiva, per ogni concorrente finito dietro al nostro Baru, che a fine gara ha chiuso con il 23esimo posto.
Come detto in precedenza la vittoria è andata a Marco Odermatt, con a ruota Tommy Ford e il redivivo dopo una prima disastrosa Filip Zubcic. Ecco la pagella:
Marco Odermatt: che sia finalmente arrivata quella continuità tanto agoniata gli scorsi anni? Una cosa di certo è sicura, Odi tecnicamente è avanti 10 anni, con quella spinta di bacino e la simulazione di passetto che tanto ci ricorda un vecchio atleta che non citeremo. Con Kristo e Pintu che fanno fatica a prendere giri sembra un possibile pretendente alla coppona, vedremo. Voto 10
Tommy Ford: pista facile e neve non ghiacciata? Tommy risponde presente. Nonostante le dormite nelle uscite dal cancelletto e qualche inclinata di troppo, lo yankee di Mt. Bachelor è sempre un cliente pericoloso su condizioni simili. Nulla di nuovo rispetto allo scorso anno, la continuità d’azione in giornate così paga sempre. Voto 8
Filip Zubcic: memore della vittoria di sabato parte la prima manche con un’arroganza fuori dal comune, salvo poi stendersi e perdersi sul piano finale. La seconda aggiusta il tiro, torna alle remate di braccia e alla solidità dimostrata l’altro ieri e agguanta un podio partendo dalla 21esima posizione. Idemo Zubo! Voto 8
Alexis Pinturault: un’altra giornata di ordinaria amministrazione, un altro compitino che comincia a stargli un po’ stretto. Terzo gigante senza il podio, sveglia Pintu che lo svizzerotto non sembra intenzionato a mollare il colpo. Voto 5
Adam Zampa: base larga e appoggio del bastoncino, ecco come si interpreta il gigante al giorno d’oggi. Due giornate da incorniciare per il freelancer slovacco, che non entrava in una top10 nei giganti di Coppa del Mondo da Soelden 2012. Voto 9
Atle Lie McGrath: lo vedi sciare dalla tv e sembra piantato. A volte sporco ad inizio curva e con quel busto in controrotazione che di certo non è la soluzione migliore stando ai manuali della tecnica dello slalom gigante. Eppure lo spigolo leggero corre e il gemello di Pinheiro sta crescendo gara dopo gara. Per dirlo alla sua maniera: new Personal Best! Ti aspettiamo in slalom Atle, nei 5. Voto 8
Henrik Kristoffersen: ahi ahi qualcosa si è inceppato? Scomodando il più grande di tutti i tempi, Marcel non avrebbe mai steccato due gare così di fila. Una rigidità unica il principe Vikingo, che fa fatica in questo inizio di stagione a trovare il giusto feeling con la specialità in cui è campione del mondo. Si riprenderà sicuramente, intanto però le gare passano… Voto 4
Stefano Baruffaldi: se sapevamo… Lo sapevamo! O almeno, abbiamo sempre creduto nel nostro leone. Dopo un incontro ad inizio settembre nel tempio di Monza, Baru ci aveva confidato di essere alquanto incerto su come si sarebbe sviluppata la sua stagione, con la convocazione per Soelden già in tasca grazie ai buoni tempi stampati sui ghiacciai alpini, ma con l’incertezza nel poter programmare una stagione dopo la prima gara di Coppa del Mondo ad Ottobre. Dopo la performance sotto le aspettative del primo gigante però la conferma per le due gare di Santa, e dopo una prestazione incolore di sabato oggi è arrivato l’acuto tanto sperato negli ultimi anni. Noi Baru lo conosciamo bene, conosciamo la sua storia e sappiamo tutto ciò che c’è stato per arrivare a questo 23esimo posto. Sarà la sua nuova rampa di lancio, non finisce qui! Voto 10
FISI: è bastata la sonora sveglia del presidente Roda per smuovere le acque, oggi Finfer ha dimostrato ciò di cui è capace e senza l’erroraccio del Fank sarebbe arrivato il primo podio. Certo che veder inquadrato un membro dello staff che non esulta per la qualifica nei 30 di un atleta che corre per la nostra nazionale, per chi guarda la gara da casa non è di certo un bello spettacolo.
Foto: Pentaphoto