Tra gli addetti ai lavori, il giovane Nicola Conci della Zalf Euromobil Dèsirèe Fior rappresenta una certezza per il futuro, uno scalatore su cui contare nei prossimi anni sulle grandi salite. Dopo un inizio di stagione molto incoraggiante, al GP Liberazione una caduta lo ha allontanato momentaneamente dalle corse a causa della frattura alla clavicola, ma tutto ciò non ha influito sulle ambizioni e sui programmi del trentino di Pergine Valsugana. Classe 1997, ama la sua terra, le grandi montagne e fa il tifo per gli attaccanti come Pierre Rolland e Thibaut Pinot.
Ciao Nicola, come sta andando il recupero dopo l’operazione, come sei finito a terra sulle strade romane?
” Sta procedendo bene, sono stato operato dopo due giorni a Brescia, per poi fare una settimana di stop. Dopo la pausa ho ricominciato con i rulli e dopo dieci giorni sono ritornato in strada. Mi sento abbastanza bene, certamente ho perso brillantezza ed il ritmo gara, ma non credo di molto. Quel giorno c’era Seid Lizde in fuga, sapevo che sarebbe stato difficile andarlo a riprendere, ma ci ho provato comunque. Sono uscito a tre giri dal termine, e mentre scattavo oscillando la bici da una parte all’altra, una buca mi ha scaraventato a terra. Essendo in un tratto di salita, ho battuto violentemente la spalla a terra senza scivolare. Per alcuni minuti non ho provato nessun dolore, ma non appena l’adrenalina è mancata, ho capito subito di averla combinata grossa”.
Dove ti vedremo in gara prossimamente. Quali saranno i tuoi prossimi obbiettivi?
” Sarò in gara al Giro d’italia Under 23 che scatterà il nove giugno. Ci saranno sette tappe con quattro arrivi in salita, di cui una molto lunga sul Gran Sasso. Prima del Liberazione ero concentrato sulla generale, ora dovrò adattarmi e vedere di tappa in tappa. I Colombiani, con Egan Bernal su tutti saranno i fari della corsa assieme agli australiani”.
Quando è nata la tua passione per le due ruote?
” Ho iniziato per scherzo, mio padre è sempre stato un grande appassionato del ciclismo, così quando ho fatto il mio primo giro mi hanno fatto capire che questo sport faceva per me. Da piccolo tifavo per i fratelli Schleck, il mio sogno è infatti correre sul Galibier, teatro dell’impresa di Andy al Tour de France”.
E quando è nato il legame con Maurizio Fondriest?
” Maurizio l’ho conosciuto ad una festa del ciclismo di fine stagione in Trentino. Mi ha avvicinato e mi ha proposto di seguirmi. Mi supporta sempre con consigli, allenamenti ed alimentazione; a volte usciamo assieme in bici. Assieme a Paolo Alberati sono i miei procuratori”.
Come hai passato la preparazione durante l’inverno?
” In inverno ho svolto scialpinismo tra Andalo e Bondone, non avendo nevicato nelle mie zone. La Valle dei Mòcheni è un posto bellissimo, con dei terreni ideali per lo scialpinismo. Con la bici ho iniziato dapprima con delle uscite tranquille, seguite poi dall’introduzione di lavori. Non sono un amante dei lavori, per fortuna Luciano Faresin non mi fa delle tabelle troppo difficili da seguire. A febbraio siamo stati con la Zalf a Rio Torto.”.
Come sta la Zalf versione 2017?
” Sta bene, il gruppo è giovanissimo, essendoci dieci corridori su diciannove tra primo e secondo anno. Rocchetti è l’uomo di punta, ma un virus non gli ha permesso esprimersi al meglio. Calderaro e Marchetti nelle volate stanno facendo bene, il primo ha vinto la Popolarissima”.
Con quali corridori sei più legato in gruppo?
” Con i trentini in genere, i compagni della Valsugana su tutti. Moggio, Trentin, Smarzaro, Tomio, Bottura, Zanetti, Lomi e Lenzi, con cui mi alleno spesso”.
Ultimamente sono state sollevate critiche da più parti sull’approccio al ciclismo da parte di molti direttori sportivi, accusati d’essere troppo fissati su diete rigide e allenamenti mirati con atleti troppo giovani.
” Penso che sia vero, certi allenatori esasperano troppo, soprattutto in squadre non importanti. Non nascondo d’aver iniziato ad usare il misuratore di potenza da junior, ma era solo un gioco da guardare magari dopo aver fatto una volata, non uno strumento da utilizzare in allenamento. Faresin è molto bravo su questo aspetto, mi fa capire quanto l’esasperazione adesso potrebbe essere controproducente in futuro. Io faccio sempre l’allenamento che devo fare, mai di più”.
Riabushenko ha sta dimostrando di essere un grande corridore. Con quali armi pensi di poterlo sfidare?
” Sta andando molto forte. Ha due punti di forza: una grande velocità, e una tenuta in salita che hanno pochi. Per lui vincere è quasi facile, ha doti e caratteristiche fisiche diverse, ma assomiglia molto a Sagan. Il mio punto di forza è la testa, tengo sempre duro e cerco di fare le cose al meglio senza esasperare”.
Lo scorso anno Andrea Vendrame dopo un brutto incidente ci regalò spettacolo nel finale di stagione, scrivendo una storia da raccontare in futuro, quest’anno sembra il turno di Nicola Conci, lo scalatore di Pergine Valsugana. Forza Nicola!