La top 10 dei Mondiali di Richmond

10 – Lo stile di Kwiato: è un piacere vederlo pedalare. Ha uno stile tutto suo, inimitabile, e un talento innato. E poi quando mette gli avambracci a centro manubrio ci fa sclerare.  

9 – I due bielorussi: Sitsou e Kyrienka hanno qualcosa di speciale. La loro pedalata è fatta di rapporti lunghi ed una rotondità rara, con movimenti di spalle e bacino minimi. Più aria prendono in faccia, più si caricano.

8 – L’accellerata di Stybi: Zdenek Stybar era un outsider valido, ma non ha colto un gran risultato. Però abbiamo ancora negli occhi quell’accellerata devastante sul penultimo strappo in pavé. 

7 – Il percorso: la corsa è stata davvero affascinante, soprattutto per coloro che amano le classiche, abituati ad aspettare con ansia gli ultimi chilometri di gara. Gli ultimi 6km del circuito hanno reso questa corsa davvero particolare e soprattutto ha premiato chi ne aveva di piu.

6 – Taylor Phinney: dopo un infortunio grave ci da sollievo vederlo in fuga mentre spinge a tutta. La prossima stagione siamo sicuri che si ritaglierà spazio nelle classiche del Nord.

5 – Ramunas Navardauskas: il lituano non era sparito. Uno dei corridori più strani fra i Pro. 

4 – Tom Boonen: gamba da “pavearo” navigato, posizione sempre aereodinamica, body tirato al massimo, Specialized personalizzata. Corridori che passano ogni 100 anni.

3 – Lizzie Armistead: la britannica ha fatto una grande corsa. Ogni anno vedere le corse femminili diventa sempre più interessante, ma va bene anche quando non gareggiano.

 2 – Under 23: si sa che i giovani corrono in maniera istintiva e più “ignorante” rispetto ai Pro. Spettacolo puro.

1 – La discesa di Sagan: ci fa impazzire quando in discesa si siede sul canotto e inizia a pedalare con una facilità spiazzante. Ha fatto la differenza dove nessuno poteva aspettarselo.

  

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