Jetlag Ride: Oakley Cycling Session Edition.

Jetlag Ride Oakley Cycling Session Edition

È stata come una sfilata sul red carpet quella di sabato mattina alla Jetlag Ride di Oakley, anzi probabilmente meglio ancora. Una vera passerella di bikeporn allo stato puro che ha attraversato il centro di Milano, dove gli automobilisti non potevano fare altro che rimanere immobili ed ammirare la tecnologia di questa azienda sfrecciare in mezzo alle colonne delle loro macchine. Il capitano della compagine, Luigi La Mendola brand manager del marchio, ci ha accolto nell’ Oakley Store di Cadorna insieme agli altri ambassador del team per tirarci a lucido prima della presentazione ufficiale davanti alle telecamere.

Breve briefing per presentare la vera novità che questa azienda lancerà sul mercato italiano nel marzo 2018, per ridicolizzare il mondo intero qualora ce ne fosse ancora bisogno: i caschi. Incredibile la tecnologia dei modelli aero 3 e 5, le cordine per la regolazione della calotta non impediscono alle stanghette degli occhiali di posizionarsi a dovere sopra le orecchie, come succede puntualmente con tutte le altre aziende, e i fori laterali presentano gli ingresso guida per appoggiare gli occhiali sopra il casco. Insomma, un prodotto sviluppato per essere pienamente in sinergia con la cosa più importante: l’ occhialata. L’ innovazione più importante è però quella data dall’ adattamento della testa all’ interno del casco grazie al sistema Mips. Una tecnologia che al momento dell’ impatto non si preoccupa di salvare il cranio, ma bensì il cervello. Pazzesco.

Oakley Store a Milano Cadorna

L’ interno dell’ Oakley Store a Milano Cadorna

Anche se la vera bomba di mercato è però il modello aero 7. Purtroppo non siamo in grado di trovare le parole per descrivere questo capolavoro artistico da premio Nobel. Ci è bastato però sabato notte vedere un dragone alato come Ian Frodeno indossarlo all’ IM World Championship di Kona per capire realmente di cosa stavamo parlando.

Oakley Aero 5(dx) e 7(sx)

Oakley Aero 5(dx) e 7(sx)

Una volta provati sopra le nostre teste scivoliamo nel completo fornitoci, indossiamo l’ occhialata Jawbreaker griffata rigorosamente Prizm e la spedizione guidata da Andrea Schilirò parte per fare colazione da California Bakery. Già presenti sul posto i nostri due uomini immagine dello Swatt Club: Gualazzi Baruffaldi, quest’ ultimo per l’occasione con le gambe in HD. Spremuta d’ arancia e tost integrale con pollo e avocado fanno già capire dai primi chilometri che oggi sull’ organizzazione non si scherza.

Elia Viviani è il vero vigile del traffico milanese

Elia Viviani è il vero vigile del traffico milanese

Davanti al gruppo a scandire il passo due uomini che insieme valgono qualche milioncino di euro: il campione del mondo su pista Marc Ryan, e la medaglia d’oro olimpica a Rio 2016 nell’ Omnium, Elia Viviani. Presenti anche altri personaggi illustri del mondo delle due ruote come Malena Nowotarska, Elena Cecchini e gli amici di Dafne Fixed di Rimini. Una sessantina di chilometri caratterizzati da un’ andatura allegra, con tratti su strade bianche e campagne che ci ricordano il pavè delle grandi classiche, skiddate con le fixed bikes ai semafori rossi e volate da 1.000watt sui cavalcavia per andare a caccia di KOM. Non di certo la classica passeggiata social  che annoia il gruppo.

Scillirò, Viviani e Ryan

Schilirò, Viviani e Ryan in testa al gruppo.

L’ arrivo poi alla sede del Politecnico in Bovisa, dove il Camion Oakley insieme allo stand Specialized – Rocket Espresso si prendono il monopolio della scena con un’ arroganza che solo i grandi marchi possono permettersi di avere. Le batterie di qualifica della Red Hook Criterium sono iniziate e gli uomini di Solowattaggio insieme al Team Basso Bikes iniziano a preparare uno Swatt Corner sopra l’ ultima curva del circuito, che alla fine si dimostrerà il più ignorante di sempre.

Lo Swatt Corner all' ultima curva della RHC.

Lo Swatt Corner all’ ultima curva della RHC.

 

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