Diciamo sempre che lo sci alpino sta diventando noioso, poco televisivo, vecchio. Poi quando arriva Levi, la gara meno intrigante del mondo, ci bastano tre minuti per esaltarci: i tre minuti che comprendono le seconde manche di Hirscher e Kristoffersen, il duello dello modernità, il duello sportivo portato all’esasperazione e al massimo delle possibilità umane. Due sciate diverse, due fisici diversi, due personalità diverse, eppure entrambi hanno spinto lo slalom speciale ad un livello che mai nella storia si è raggiunto. Non si può sbagliare, non si può derapare, non si può sciare in controllo. I primi 15 secondi di gara sono il festival delle propulsioni, il terreno è perfetto e le velocità sono alte. E’ stato abbastanza divertente, anche per i dieci tifosi presenti sul campo di gara.
Marcel Hirscher e Henrik Kristoffersen: continuate così. C’è gente che accende la tv solo per vedere il vostro duello. Sette centesimi separano i due, un distacco minimo che però da ragione ancora a Hirscher. E’ un pò come nella Formula 1, bastano millesimi. Millesimi che però decidono chi è il più forte, e qui il più forte è ancora Hirscher. Nota negativa per Kristoffersen e Rossignol: perché l’attacco verde fluo? Voto: 10
Clement Noel: simbolo della nuova Generazione Z cresciuta fin dalle categorie giovanili con sci performanti. Curve a livello dei primi in alcuni tratti, sci sempre aderenti alla neve e una base larghezza bacino che lo fa viaggiare. Esagera sull’ultimo dosso entrando a piedi uniti esasperando il gesto. Ma che figata. Voto: 8
Andre Myhrer: garanzia su questi terreni. Forse il miglior slalomista degli ultimi dieci anni sui tratti pianeggianti insieme a Giuliano Razzoli. Voto 8
Manuel Feller: lo abbiamo esclamato tutti: “Ma cosa sta facendo!?”. Finalmente, è tornato lo sci. Voto: 9
Ramon Zenhaeusern: per i prossimi 10 anni durante le telecronache sentiremo sempre la solita spiegazione su che difficoltà possa avere uno della sua stazza a sciare con uno sci da slalom. Voto: 8
Dave Ryding: il cambio materiali lo fa scalare di una marcia. Lo scorso anno fluttuava qui in Finlandia, oggi l’azione è più brusca. Voto: 5
Simen Christensen: un vero facocero norvegese. Uno di quelli che nasce slalomista e si trasforma discesista in qualche anno. Il fisico è già pronto. Nella seconda manche ci appanna la vista con una sciata che ricorda molto i macellai. Voto: 6
Austria: non sono delle aquile, sono degli aeroplani. Che sciare, che intensità. Ed è arrivato anche Strolz dopo aver rischiato l’esclusione dalla squadra negli anni passati. Voto: 9
Simon Maurberger: bene. Abbiamo gente forte in slalom, arriveranno tutti. Voto: 7
Alexis Pinturault: è sembrato un errore del Pintu esordiente in Coppa. Voto: 4
Sebastian Foss-Soleevag: si presenta con un Dalbello bianco che ci abbaglia la vista. Parte remando con le braccia come non mai, poi esce. Voto: 4