Con ancora il cuore aperto dalle emozioni di Soelden, abbiamo atteso con ansia il primo slalom di stagione, per vedere se il clamore creato dall’opening avrebbe avuto il suo seguito anche in Lapponia.
Levi è uno slalom che ci è sempre piaciuto, fin dalle vittorie di JB Grange quando sembrava sciare sul velluto, passando per le remate di Solevaag con i paramani sopra la testa fino ad arrivare alle classiche sfide Hirscher contro Kristoffersen, giocatesi sempre sul filo dei centesimi con il resto del mondo staccato oltre il secondo.
Ed è proprio sul secondo che è incentrato l’articolo di stasera. Dopo una stagione totalmente sottotono, la peggiore dal 2014, Henrik ci è sembrato sulla via del declino, dopo una carriera cominciata da teenager e vissuta al massimo dell’intensità, sia dal punto fisico che mentale. Ed invece sono bastate le prime due gare di stagione per dimostrare il contrario. Il norvegese classe ’94 ha ancora in fuoco dentro, e la seconda manche di puro wattaggio ci ha fatto tornare in mente quando dominava la disciplina nelle stagioni 2016 e 2017. Finalmente baricentro alto e linee tese sul palo, con un collegamento di curve che probabilmente si era dimenticato a Courchevel 2023 quando vinse il mondiale. La doppia a fine muro della seconda manche ne è stata la prova, spinta in uscita e lancio sul piano che hanno fatto la differenza.
E’ stato battuto solamente da un altro redivivo, quel Clement Noel che finalmente è tornato a sciare a base stretta come quando era sotto l’ala di Simone Del Dio, risultando assolutamente ingiocabile per tutti i suoi avversari.
E che dire del blasonato Braathen, quarto come a Soelden con il numero 33. Pinheiro sul muro della seconda manche è sembrato avesse un margine mostruoso, e ciò per lo spettacolo delle prossime gare potrà solo che essere positivo.
Hanno messo davanti la testa poi nomi nuovi come Steven Amiez, Tanguy Nef e Samuel Kolega, non delle novità nel massimo circuito ma che hanno dimostrato a tratti di poter essere veloci come i primi della classe.
Gli austriaci invece, che l’anno scorso cominciarono con un tripple-sieg? Sulla Levi Black sono stati presi a letteralmente a schiaffi. Errori di interpretazione per i senatori Feller, Stroelz, Gstrein e Matt, con i soli Sturm e Pertl che hanno provato a salvare il salvabile con una discreta gara nonostante i pettorali proibitivi.
E Marcel? Beh, questa volta non è andata dritta. D’altronde, con livello di oggi in slalom, se sbagli anche solo una curva rischi di non fare la seconda manche. Oggi sembrava volesse sperimentare l’accelerazione sull’interno, ma è finito per subire ogni piccola scanalatura presente sul terreno. La sciata tra i pali stretti ci è sembrata rigida, anche se i guizzi felini a recuperare gli errori ci sono ancora. Ci vorranno le nevi tirolesi per puntare ancora una volta all’inversione.
Appuntamento a Gurgl prossimo weekend.
@Michele Garbin