Chi li ha visti da vicino sa quanto talento e quanta classe avevano Marc Berthod e Daniel Albrecht. Le loro carriere sono state così spettacolari e così devastanti allo stesso tempo. La loro si che è una storia da pelle d’oca, una di quelle favole che vale la pena raccontare ai propri figli e ai propri giovani atleti fra vent’anni. I due classe ’83 cambiarono completamente le sorti della loro federazione e portarono freschezza in tutto l’ambiente dello sci: erano il presente ed il futuro, erano lo spettacolo del momento, erano alternativi. Tutti ci ricorderemo della loro sciata così strana e così diversa da quella di altri colleghi, con quelle “svizzerate” contro i pali e quelle linee dirette che hanno fatto sognare migliaia di giovani sciatori.
Che fossero dei predestinati lo si era capito già nel lontano 2003 a Serre Chevalier, durante i Campionati del Mondo Junior. Abbiamo ancora in mente le parole di Ivo Caratsch, il loro allenatore all’epoca, che ci raccontò di quei giorni con gli occhi pieni di gioia e con molta emozione: “Erano due fenomeni. Marc dopo l’uscita nel gigante era incazzato nero. Nel pomeriggio andammo ad allenarci per la gara di slalom del giorno dopo; aveva in corpo molta rabbia, sciava a livelli pazzeschi e gli sarebbe bastato scendere al 70% per vincere il mondiale junior.” Detto fatto. Marc il giorno dopo si laureò Campione del Mondo Junior di slalom speciale davanti al suo “gemello” Daniel Albrecht, che dominò quell’edizione vincendo l’oro in gigante, discesa e combinata. Il futuro li stava aspettando.
Entrarono di prepotenza nel massimo circuito qualche anno dopo: Albrecht nel 2007 vinse la sua prima gara in slalom gigante a Beaver Creek e nel 2008/2009 si confermò vincendo a Solden e in Alta Badia, mentre Marc Berthod vinse la sua prima gara ad Adelboden in slalom speciale. Quel giorno Berthod partì con il numero 60 e nella prima manche si classificò in 27esima posizione, ma è quello che successe qualche ora dopo che fu veramente incredibile: arte, pazzia, genialità. Fu sci allo stato puro. Marc vinse quella gara grazie ad una delle manche più belle della storia dello sci alpino ed entrò dritto per dritto nel cuore di milioni di tifosi. Quando si parla di Marc Berthod la mente va subito a quei 52 secondi e 28 centesimi.
L’anno successivo i due fratelli in armi fecero un’impresa storica per la loro svizzera: primo Berthod e secondo Albrecht ad Adelboden, il tempio dello slalom gigante, la loro casa. Vederli vincere era bello, ma vederli sul podio insieme era puro godimento, come nel 2007 nella combinata mondiale di Are.
Poi sono arrivati gli infortuni e le brutte cadute, che hanno stroncato definitivamente due carriere favolose. Ma non abbiamo voglia di pensare a quello che avrebbero potuto fare o a quello che avrebbero potuto vincere, perché quello che hanno fatto è stato magnifico e vogliamo ricordarcelo per sempre.
Ora godetevi questi due video e teneteveli stretti, perché è merce rara.
@carloberry