É conto alla rovescia all’inizio dell’edizione del secolo, il Giro 100 si preannuncia combattuto non solo tra gli uomini di classifica, dove sarà guerra contro Quintana, ma anche tra i cacciatori di tappe, uomini disposti a rischiare tutto pur di portarsi a casa un arrivo, cosa che quest’anno varrà doppio vista la straordinarietà dell’edizione. La griglia dei contendenti è ricca di grandi nomi, e tra questi, non è azzardo metterci il corridore della Willier Selle Italia Matteo Busato. Lo scalatore di Resana cresciuto tra Zalf e Trevigiani, dopo essersi messo in luce tra Giro dell’Appennino e Tour of Alps è pronto a dare battaglia, magari sulle Dolomiti nella terza settimana. Abbiamo contattato Matteo nel pomeriggio, per farci raccontare le sue impressioni a pochi giorni dal via e le ambizioni personali. ” Ormai ci siamo -ha esordito- sarà il mio terzo Giro d’Italia e credo d’essere maturato. Il primo Giro è andato male, mentre il secondo sono arrivato troppo tirato nella prima settimana, pagando dazio nella terza; quest’anno penso di arrivarci nelle migliori condizioni. Dopo un Tour of Alps molto duro, ho riposato qualche giorno, ora invece svolgerò per qualche giorno molta salita, tra Monte Grappa e Asiago, provando magari il finale di tappa. La tappa dell’Etna sarà affare degli uomini di classifica, essendoci una salita anche prima della ascesa al vulcano in cui la fuga non avrà vita facile”.
Nonostante abbia già raccolto buoni risultati in questo inizio di stagione, l’inverno non è stato privo di intoppi. “Ho iniziato a metà gennaio ad andare in bicicletta, essendo rimasto due mesi fermo a causa di un problema al ginocchio. Nelle prime corse ho accusato la mancanza del fondo invernale, ma nonostante questo all’Appennino ero lì con i migliori. La fortuna non mi ha aiutato, avrei potuto giocarmela per il secondo posto se non fossi caduto prima della penultima salita, il vincitore Danilo Celano aveva un altro passo”.
Sembra maturato molto, e quando gli chiediamo chi sia stata la figura che più gli ha insegnato il mestiere in questi anni, non ci pensa un secondo: ” il primo anno da professionista ho corso molto con Francesco Gavazzi e devo dire che mi ha aiutato molto, cosa che altri non hanno fatto. Lo scorso anno ho invece rivalutato il modo di fare di Pippo Pozzato. Mi ha fatto capire che quando si va forte, i risultati arrivano senza troppe pressioni, vivendo la competizione più tranquillamente”.
Serviranno grandi gambe per fare bottino pieno nella terza settimana, e i suoi Watt sembrano rassicurarlo: “quando corri tre Giri d’Italia il motore cambia, i Watt crescono, non tanto nei picchi, quanto nell’aumento della durata media nel tempo, sono tranquillo da quel punto di vista”.
Mancano solo sette giorni al via, un’edizione tanto straordinaria quanto balorda, dove sarà impossibile colmare l’addio di Michele Scarponi: ” Lo conoscevo poco, ma scarpa era straordinario. Ricordo la prima tappa del Tour of Alps vinta a Innsbruck. Al mattino nevicava, e nonostante questo riusciva a fare battute come se la situazione fosse normale”. Matteo è motivato, sarà la strada a decidere il suo destino, ma nei momenti difficili troverà l’aquila di Filottrano ad ispirarlo . Ti aspettiamo in fuga il 25 maggio sul Passo Valparola, allo Swatt Corner troverai un tifo da stadio. Forza Matteo Busato!