Ci sono giornate così, in cui alzandomi al mattino ho voglia di sentire quei campioni in grado di influenzare stile e pedalata, così non ci ho pensato due volte a chiamare “el trator ” della Val di Non, uno dei più forti di sempre: Gianni Moscon. Un predestinato in grado di arrivare quinto alla sua seconda Parigi Roubaix e di tenere allo stesso tempo il passo dei migliori al mondo in salita. Gianni è ispirazione, è come Peter Sagan, entrambi quando pedalano trasmettono adrenalina e voglia di uscire in bici per imitarli ed emularne le gesta. Non è un corridore come gli altri, è uno che quando mette il numero lascia sempre il segno e come abbiamo già detto pochi giorni prima che si laureasse campione italiano a cronometro, Gianni è uno dei più forti di sempre. Rientrato nella sua residenza di Monaco dopo due ore di scarico, il trentino ci ha dato appuntamento alle 19.00 per questa intervista.
Ciao Gianni, domani ti rivedremo nuovamente in corsa alla classica di San Sebastian. Dove hai trascorso questo ultimo periodo mentre la tua squadra dominava al Tour?
” Sono stato a Livigno in altura una settimana , assieme a Rosa, Puccio, Hurt e Wiszniowski, seguita da un’altra settimana allo Stelvio. Oggi ho fatto due ore tranquille di scarico, mentre domani (oggi ndr) partirò per San Sebastian. Saremo uno squadrone, con Landa, Nieve e Kwiatkowski per citarne alcuni, ed il mio compito sarà quello di prendere vento per proteggere Kwiato, il quale non dovrà prendere un filo d’aria”.
Sei stato protagonista di una primavera fantastica, in cui hai potuto dimostrare il tuo valore con un quinto posto alla Roubaix. Che impressioni hai avuto da questa primavera al Nord?
” Sapevo di stare bene, in quelle corse non è come al Tour, non serve essere solamene il più forte per vincere anche se Gilbert ha dimostrato di essere imbattibile al Fiandre. Quel giorno ho chiuso nel gruppo che si è giocato la volata del quinto posto anche se non nascondo quanto mi siano mancate le gambe nel finale. Alla Roubaix invece ero convinto; la giornata è partita male, al secondo settore di pavé sono caduto e numerosi corridori mi sono finiti addosso. Mi sono rialzato e ho dovuto iniziare a rincorrere, accorgendomi subito d’aver rotto il telaio sul carro posteriore. Non potevo aspettare l’ammiraglia in quel momento, così ho pensato che essendo rotta dietro, se si fosse crepata del tutto probabilmente non mi sarei fatto male al pari di una rottura nell’anteriore. Mentre inseguivo mi rendevo conto di quanto stessi spendendo, ma non appena rientrato ho potuto prendere fiato”.
Alla Route du Sud hai dimostrato di tenere il passo in salita dei migliori al mondo. Ti senti arrivato al bivio: Giri- classiche?
“Sono andato davvero bene, anche in salita posso dire la mia, ci ho sempre creduto ma poi dimostrarlo è un’altra cosa. Sono un passista scalatore ma a breve termine non ci penso, le corse al nord mi fanno impazzire e voglio godermele. In futuro vedremo, anche se sarà richiesta più durezza, alle classiche basta la potenza, nei grandi giri bisogna limare sull’etto di peso”.
Parliamo di numeri, di Watt, quelli che mandano fuori di senno i nostri lettori. Come sta il motore di Gianni Moscon versione 2017?
” Peso 71 Kg, sono cresciuto rispetto allo scorso anno ma non saprei al momento fare una valutazione precisa sul miglioramento. Ho la soglia intorno ai 430-435 Watt”.
Ultimamente è sempre più usuale trovare ciclo amatori credersi dei professionisti. Quale è il tuo pensiero riguardante questa piaga del movimento ciclistico?
” I ciclo amatori sono l’anima di questo sport, l’esasperazione però non va mai bene. Ci sono amatori che si allenano come noi, alcuni addirittura di più. Fanno periodi in altura, ma a quale scopo? La domenica corrono contro corridori che lavorano in fabbrica o in ufficio tutta la settimana. Credo sia come rubare le caramelle ad un bambino.
Il Team Sky ha ricevuto numerose critiche dopo un altro Tour de France corso da padrone. Alcuni ds accusano la tua squadra d’avere un budget al di sopra delle altre formazioni. Come gestite queste pressioni?
” Ormai ci siamo abituati. Ognuno ha il suo modo di correre, anche se bisognerebbe fare chiarezza. La BMC ha il nostro stesso budget e alcune altre squadre non sono molto distanti da queste cifre. È il manager a fare la differenza, se i nostri investono bene le risorse sui corridori ed altri le investono altrove, non è certo una nostra colpa”.
Botta e risposta sui tuoi compagni di squadra:
Kwiatkowski: ” è un artista, dentro e fuori dalla bici. Ci alleniamo spesso assieme a Monaco”
Poels: “sempre simpatico e scherzoso. Si incarica di mettere la musica sul Pullman prima delle gare. Quando mette Gigi D’Agostino mi esalto!
Henao: ” è un tipo tranquillo, uno corretto che ti rispetta come fanno i colombiani”
Thomas: ” parla poco, ma quando parla dice solamente cose significative. Ci siamo trovati in sintonia da subito”
Landa: ” un simpaticone, con Mikel si sta bene”.
Nei prossimi giorni vedremo Gianni al Giro di Polonia e alla Vuelta Burgos prima del gran debutto alla Vuelta Espana, il suo primo grande giro. Sarà un’edizione particolare, in cui vedremo Nibali e Froome sfidarsi nuovamente mentre Gianni dovrà supportare il capitano “credo correremo come è stato fatto al Tour – ha concluso Gianni– sarà una bella battaglia”. Preparatevi ad una Vuelta spettacolare con azioni che solo questa corsa può regalare grazie a muri impossibili e temperature intorno ai quaranta gradi. Se avete intenzione di acquistare un nuovo televisore, munitevi di garanzia perchè quando sarà il turno di questo fenomeno, quando lo vedrete occupare l’intera schermata, l’unica cosa che farete sarà lanciarlo dal quarto piano ed uscire in bici a scaricare Watt. Grazie campione, ci vediamo al Nord.