Ogni volta un sapore diverso. Ogni volta un motivo nuovo ci spinge ad andare a Monza, il tempio della velocità, il luogo dei sogni e dell’ agonismo allo stato puro; dove la benzina che ci tiene vivi è l’ adrenalina. Anche quest’ anno la Ganten Monza 12h Cycling Marathon ha segnato un altro capitolo delle due ruote, una notte a tutta contraddistinta da lotte al limite della sportività, con le varie squadre attive già dal primo pomeriggio a punzecchiarsi nei box.
Il via ha visto la presenza del DS Lorenzo Bassanelli nel giro inaugurale, una promessa tra lui e Patron Chieffi che durava dal Ganten di Chia. Tanto bikeporn in pista e fuori, con i body Swatt a dominare la piazza, griglie roventi piene di salamelle fuori dalla pista ed i sigari sempre accesi. Una gara corsa a tutta, con la zona cambio ancora protagonista al pari dello scorso anno tra polemiche e piedi a terra. Questa volta però il gruppo è saltato in aria già nelle prime ore sotto il forcing dei Sis-Cinelli perennemente in fuga e del plotone Swatt decimatosi ad inseguirli; autentici dominatori della rassegna. La pista si è così trasformata in un campo da guerra, uno sparpaglio totale fino all’ alba con uno dei più classici veglioni del tritello, e con la nebbia brianzola che penetrava nelle ossa dei corridori ormai finiti. Ma andiamo al pagellone.
Francesco De Candido: vincere non è mai facile, confermarsi ancora meno. Entra nel Paddock del Monza Eni Circuit con una pressione sulle spalle come neanche Leclerc dopo la pole del sabato. Ha tutti al suo servizio; nel box numero 6 viene allestita una paninoteca per tenerlo in vita. Scortato le ultime due ore da Patron Beretta che lo porta in carrozza fino ai 200 metri dal traguardo, dove il Kaiser poi fa una volata che solo chi era abituato a piegare sci di alluminio lunghi 2 metri e 20 può permettersi di fare. E ora tutti in Engadina a fischiare. Voto: 100
Thomas Forno: uno che batte in volata Gianni Moscon 9 volte su 10. Un brutto infortunio lo ferma per tutto il mese di agosto facendogli perdere la condizione. Troppi i sacrifici fatti per essere competitivo in questa gara, nessuno la sentiva come lui. Si mette a disposizione del Kaiser facendogli l’ ultimo uomo del treno, lo protegge come Renshaw faceva con Cavendish negli anni della Columbia HTC. Alza le mani Thomas, primo e secondo. Voto: 100
Giulio Carraro: incredibile se pensiamo alla metamorfosi che ha avuto quest’ uomo da un anno a questa parte. A maggio 2018 sull’ Orrido d’ Acquatona a Sappada ci guardava come se fossimo degli alieni, non sapendo neanche che cosa fosse una bicicletta. Oggi è parte integrante di noi, sedendosi sul trono a defecare con in testa l’ Oakley Sutro del Kaiser. Quando la passione ti spinge oltre ad ogni limite. Grazie. Voto: 100
Lorenzo Bassanelli: il periodo estivo lontano dai vertici di Chalet Swatt sembrava averlo fatto smettere di sognare, riportandolo con gli autofilettanti nei pomelli della poltrona del suo posto fisso in ufficio. Gli sono bastati però un Oakley Jawbreaker d’orato del Robi @moleocchialiperlosport, un megafono e un sigaro cubano in pista per riportarlo sulla retta via dei sogni. Il vostro DS è qui, confermato più che mai dopo un’ ennesima vittoria mentre Tony Venditto guardava il GP di Merano a casa sul divano. Biglietto in prima classe per il Ganten di Chia già nella sua casella mail. Posto fisso fino alla pensione. Voto: 100
Olimpia Mariani. Voto: che motore.
Emanuele Acciarri: una pedina sempre più importante per il team Swatt Club. Dopo una grande Maratona Dolomites chiusa sotto le 6 ore di gara timbra il cartellino anche a Monza presentandosi con un mezzo da agonismo allo stato puro, lontano anni luce dal provincialismo dell’ italiano medio. Sempre più in alto nella piramide della gerarchia Solowattaggio. Voto: 10
Giacomo Chieffi: dal Ganten di Chia, al Ganten di Monza, passando per il Tetto d’Europa. È stata tutta una tirata. L’ ultimo saluto del Thanos della comunicazione a Follow Your Passion. Ripensaci, e torna ad inseguire anche tu come noi le nostre passioni. Voto: 10
Ivan Ravaioli: higlander, un motore spaventoso. Passano gli anni ma per lui sembra esser rimasto tutto come vent’ anni anni fa. Voto: 10
Carlo Beretta: entra nel Paddock verso le 23:30 esordendo con un “fatemi andare al muretto che valuto come si è messa la corsa”. Dopo 2 minuti “questi in fuga sono finiti non vanno da nessuna parte, torno a grigliare”. Manopole alla Remco e Oakley trasparente da spedizione USA lunare nel 2050. Fa vivere ad i suoi compagni di turno un’ ora di doppia fila da manuale del ciclismo mondiale. Alle 6 di mattina si mette davanti al Kaiser facendogli limare anche le unghie dei piedi fino alla kermesse finale caratterizzata da redbull, megafoni e mani al cielo. Voto: andiamo più dei PRO.
Nicola Bovo: che gamba per il responsabile di Ciclocolor. Sempre sui pedali a rilanciare la sua Merida Reacto all’ uscita di tutte le chicane a 120 rpm con un agilità incredibile, staccando quelli che buttano giù denti ma hanno le gambe come quelle del tavolo. Voto: 9
Simone Nespoli: nel giro più importante, nel momento più importante. Sotto il rosone del traguardo a due secondi dallo scoccare delle 12h, Nespolino strappa il bonus per portarsi a casa altri 5,7km gratis mentre tutti gli altri erano con la testa già in pit-lane. Voto: 8
Nicolò Leitenpergher: come possa fare uno con la carta d’ identità verde a vivere a Milano non riusciamo ancora a capirlo, probabilmente a certe domande non esistono risposte. Il maiale bolzanino dimostra di avere un’ ottima condizione e si decide finalmente a salire a bordo di una Tarmac. Riempie le tubature fino a non riuscire più ad entrare nel pantalone bianco di velluto che dovrà indossare il lunedì mattina seguente per tornare alla sua vita di stenti. Voto: 8
Swatt Team Young Guns: sono loro il futuro della baracca. Ritornano a Monza dopo averne combinate di tutti i colori nella classica di Giugno e sfidano l’ Autodromo un’ altra volta ancora. Schinetti fora, Baccon rientra a 400watt medi per 10 minuti, Della Fazia attacca a bagno maria tra il gruppo e la fuga, Pezzutti è il senatore del Corso Maestri Veneto con il Sutro specchiato come il Kaiser e Spinazzi fa secondo in volata con un picco superiore ai 1000 watt. Capitan Bonapace dorme tranquillo sul pavimento della sala stampa, perché solo affidando responsabilità si fanno crescere le persone. Voto: 8
Swatt Team Belluno: direttamente col furgone dall’ altra parte del mondo quando avrebbero potuto benissimo correre la Prosecco fuori dalla porta di casa loro. Un esodo che conferma la potenza dell’ impatto mediatico di Solowattaggio sulla società umana, sempre più pericoloso. Papà De Paris è un fiume in piena, una gamba assurda mai vista fin ora e un’ eleganza nel girare la doppia fila quasi come quella del taglio della sua barba; in arrivo il secondo figlio per coprire un altro rifornimento alla Sportful tra 5 anni. In testa alla corsa fino a quando il provincialismo dell’ equità dei giri tra di loro ha preso il sopravvento sull’ agonismo. Voto: 7
Claudio Piazza: ritorno alle corse per l’ imprenditore Brianzolo. Due domeniche fa in testa al gruppo alla Deejay 100 per la prima frazione di gara a dettare legge fino a che le gambe non lo hanno salutato. Sabato notte centra la fuga giusta, finalizzando il lavoro dello Swatt Club che strema i suoi uomini quasi come il Belgio nel mondiale dello Yorkshire, uno dopo l’ altro. Che sia una rimembranza di un possibile ritorno al passato? Voto: 6 politico
Daniel Tansella e Luca Canepa: entrare nel momento decisivo e rispondere al Presidente “non vi do i cambi perché devo salvare la gamba per la volata” quando mancano 6 ore alla fine della corsa, non può che scatenare gli insulti di tutto il gruppo di testa. Canepa non sa neanche lui come fa a ritrovarsi nel posto giusto al momento giusto dopo aver stremato metà del plotone Swatt per rientrare sui fuggitivi, e fallisce l’ occasione della vita. Si consolano con le ciambelle. Voto: 5
Diego Pesenti: voci di corridoio comunicano che dopo la tattica messa in pista gli è stato prontamente presentato un biennale alla Movistar per continuare a far sì che tutti si corrano contro. Separato in casa. Voto: 4
Andrea Crotta: lo avevamo lasciato giù a pulire l’ aereo alla Malpensa, dopo la trasferta del sogno americano, con una parvenza d’agonista. Avevamo fatto in una settimana un lavoro di mental coaching che nemmeno il più famoso degli psicoterapeuti mondiali sarebbe riuscito a fare. Ad agosto il Lupo sceglie come meta delle proprie ferie estive il Burundi, al posto del Bivio Hotel di Livigno. Lo sport, la bicicletta, la passione, deve essere un’ esigenza quotidiana, un’ endorfina che dopo che sono due giorni che non metti il culo sulla sella della bici, il cervello inizia a dare i primi sintomi di cedimento. Solo chi ama il proprio sport capisce che l’ allenamento più duro è il non potersi allenare; e se si va in ferie senza la bicicletta, allora vuol proprio dire che la campana è suonata ed è giunta l’ ora di smettere. Voto: 3
Niki Giussani: strappa ai 60km/h non collaborando in una doppia fila che recupera più di 2′ minuti alla fuga. Spegne la luce posteriore quando scatta per non farsi vedere. Poca sportività. Voto: 2
Michele Gualazzi: lo aspettavano tutti al Paddock di Monza, nottata di ferie e public relations per il Marco Boriello dello sci alpino dopo la caduta nella prima parte di gara. Rimandato all’ opening di Coppa Europa, salvo porcate burocratiche. S.v